Pubblichiamo integralmente il video della performance artistica realizzata a Pietrasanta del museo popolare “Giak Verdun”, già attivo nella pineta di Viareggio.
“In Solidarietà con le cittadine e i cittadini di Pietrasanta, che da giorni lottano per difendere i 24 tigli che l’amministrazione comunale di Giovannetti ha deciso di abbattere, il museo popolare Giak Verdun in collaborazione con alcuni artisti locali hanno deciso di realizzare la performance azione OnorAzione dei compagni tigli.”
Dopo che lunedì 19 aprile i manifestanti, in difesa dei tigli di Piazza Statuto, sono riusciti ad allontanare un camion che voleva tagliare gli alberi anche stamani sono tornati in piazza a presidiare. L’incontro, di ieri, tra una delgazione di cittadini e il sindaco Giovannetti non ha prodotto niente di costruttivo per la strafottenza del primo cittadino. Dopo la presa di posizione di Potere al Popolo Versilia stamane alcuni militanti hanno deciso di appendere uno striscione davanti alla Banca Versilia Lunigiana e Garfagnana che sembra essere dietro l’operazione del rifacimento della piazza. “La Banca ordina il comune esegue.” In questo modo si denuncia la totale assenza di autonomia della politica ancora una volta succube dei poteri forti. Intanto per mercoledì 21 dalle ore 7.30 è prevvisto un nuovo appuntamento di protesta in Piazza Statuto. Vedremo chi vincerà questo braccio di ferro. In piazza in questi giorni erano presenti anche i militanti della Rete versiliese contro la crisi.
“Oggi, lunedì 19 aprile, a Pietrasanta un gruppo di cittadini è riuscita a bloccare momentaneamente il taglio dei tigli in piazza Statuto, che stava avvenendo sorpresa, prima dell’incontro del sindaco con minoranza consiliare e rappresentanti dei cittadini. Dalla mattina, fino al tardo pomeriggio le persone si sono assiepate per manifestare il proprio dissenso contro un’opera scellerata che prevede abbattimento di verde pubblico e l’ennesima cementificazione. Come Potere al Popolo, sosteniamo la protesta e invitiamo i cittadini a non recedere dalla lotta e tanto meno cadere sotto le bugie fantasiose del sindaco Giovannetti, che oggi si è pure esibito in una pessima scena con epiteti sessisti e di delegittimazione verso la componente femminile della delegazione dei giovani di FFF saliti per l’incontro previsto. Nessun dialogo con i cittadini, saccenza, progetti che cambiano in continuazione, dichiarazioni contrastanti e insensate, sport evidentemente in voga a Pietrasanta come a Viareggio e per non parlare dello schifo delle ultime inchieste sui rifiuti tossici delle concerie che nascondo la sola volontà di fare piazza pulita in nome del profitto proprio senza nessun senso della comunità e della buona amministrazione. L’ennesimo esempio di come la transizione ecologia sia sola una cartina di tornasole pubblicitaria per lavarsi le mani e continuare a fare i propri porci comodi mente i cittadini sono soggetti da raggirare, calmare, zittire. Noi non ci stiamo e non ci staremo mai.”
Abbiamo registrato un ora di dibattito sulla ciclovia tirrenica alla Lecciona alla nuova trasmissione “InforDADAmiamo“. Sono intervenuti: Nicola Gallione ex bagnino della Lecciona, Federica Giannini di Repubblica Viaregina, Stefania Ghignoli di Potere al Popolo Versilia, Andrea Lami del Comitato della Salvezza della Pineta, Murat Onol del Museo Popolare Giak Verdun, Gianluca Venturini del Cantiere Sociale Versiliese coordinata da Mario Giannelli di Dada ViruzPoject. La discussione oltre a far emergere le problematiche di un opera come una ciclovia all’interno di una riserva naturale, come la Lecciona, ha sottolineato come esista già un tracciato più idoneo per quella via che è il Viale dei Tigli. Si è dibattuto anche dello scellerato progetto dell’asse di pentrazione, della mancanza di sensibilità ecologica della giunta Del Ghingaro e delle mire sul parco. La difesa del parco è stato il nodo centrale di tutti gli interventi. Si è parlato anche delle esperienze di lotta del comitato della salvezza della pineta e del Museo Popolare della pineta Giak Verdun giunto alla quarta stagione. L’esperienza del museo è l’incontro tra artisti e difesa della natura in una logica artivistica come la pensava Giacomo Verde. Non sono mancate le critiche all’amministrazione per l’ assenza di spiagge libere e piste ciclabili in città, per il continuo abbattimento di alberi sani e per la mancata sostituzione di quelli malati. Inoltre, il sindaco Giorgio Del Ghingaro è stato criticato per la sua mancanza di confronto con la città e per la pessima abitudine di bannare chi lo critica. Non sono mancati, anche, i riferimenti alla grandi, medie e piccole mobilitazioni ambientali come quella dei No TAV in Valsusa, dei No Cave a Carrara per difendere le Alpi Apuane e come quella in atto in questi giorni a Pietrasanta per difendere i ventiquattro tigli di Piazza Statuto. Infine sono stati trattati temi come il ruolo del profitto su certe scelte politiche di costruzione di grandi e piccole opere, l’ipocrisia di un finto ambientalismo di facciata che si limita a tingere di verde il capitalismo e l’importanza dell’ecosocialismo come prospettiva di cambiamento per chi vuole salvare il pianeta.
“Nella seconda meta di febbraio, i carabinieri hanno notificato, a me e ad altre sette persone, una richiesta di proroga delle indagini da parte del PM Antonio Mariotti per una serie di presunti reati riguardanti la contestazione a Matteo Salvini del maggio 2015. Mi sono subito accorto che c’erano diverse cose che non tornavano: tra queste le date ma soprattutto il fatto che due di queste persone fossero già a processo. Appena i miei legali hanno visionato i fascicoli mi hanno confermato quello che già sapevamo, cioè che per me altri quattro l’indagine era archiviata dal 2019. Praticamente con circa due anni di ritardo ci è arrivata una notifica di richiesta di proroga delle indagini che non c’era arrivata quando invece avrebbe dovuto. Mi chiedo come mai avvengono queste cose bizzarre? E’ Semplice sciatteria o è l’ennesima strafottenza di un potere giudiziario ormai lontanissimo dalla legalità? Esistono dei PM che fanno e disfanno a loro piacimento anche perché in questo paese non esiste una vera responsabilità civile e penale del magistrato.
Vorrei ricordare che per la contestazione a Matteo Salvini, ventisette persone hanno rifiutato i decreti penali di condanna, hanno affrontato un processo e sono state tutte assolte. Il PM avrebbe potuto fare ricorso in appello ma non lo fece. A tempo abbondantemente scaduto decise, probabilmente, influenzato dal pressante clima politico creato dai leghisti, di avviare nuove indagini fregandosene dell’articolo 649 del codice di procedura penale e del principio “ne bis in idem”. Due persone sono finite nuovamente a processo ma già nel dibattimento hanno visto cadere alcuni capi di imputazione. Dicevano i latini Errare umanum est perseverare diabolicum. E accanirsi con chi giustamente contestò Salvini è caratteristica di chi persevera nell’errore. Mi piacerebbe anche sapere a che punto sono le indagini su quelle brave persone che minacciarono di morte il giudice che ha emesso la sentenza di assoluzione. Visto che queste minacce sono avvenute tramite social network con tanto di nome e cognome visibili non dovrebbe essere stato difficile procedere all’identificazione e proseguire con la conseguente azione penale. Evidentemente si usano due pesi e due misure. Avrei potuto starmene in silenzio visto che questa inchiesta non mi riguarda più direttamente ma non mi piace passare per fesso e meno che mai stare zitto quando vedo cose che non tornano per niente.”
Presidio nutrito quello promosso agli operatoti e le operatrici del Progetto Comunità Aperta di Pietrasanta e dal Comitato della Sanità Pubblica Versilia per denunciare il disinteresse dei dirigenti della ASL verso le problematiche della tossicodipendenza e per protestare proprio per la chiusura dell’esperienza del PCA a Pietrasanta avvenuta lo scorso 31 marzo. I Almeno una cinquantina di persone si sono ritrovate lungo l’Aurelia a Lido di Camaioe vicino a villa Pergher con striscioni e volantini. Il volantino distribuito parla di un grave disservizio per gli utenti costretti adesso a spostarsi a Viareggio in piena pandemia. Parla, inoltre di perdita di posti di lavoro e denuncia un ammanco sul TFR dei lavoratori. Giustamente non vengono risparmiati i sindaci dei sette comuni della Versilia che non hanno difeso un servizio così importante per i loro concittadini.
Quaranta anni di esperienza vengono cancellati per far quadrare dei bilanci. La sanità avrebbe bisogno di tutelare le sue eccellenze e invece assistiamo ancora una volta alla sciagurata politica dei tagli.
“Abbiamo promosso come Partito della Rifondazione Comunista questo appello a sostegno dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza costituitisi parte civile nel processo sulla strage ferroviaria di Viareggio assurdamente condannati a pagare più di 80.000 euro per le spese processuali perchè ci sembra doveroso non lasciare soli quelli che si sono battuti per ottenere verità e giustizia per le vittime. Ringraziamo le/i firmatari – personalità della cultura, dello spettacolo, del giornalismo, della sinistra e dei movimenti – che hanno deciso di condividere questo appello. Chiediamo agli organi di informazione di dare spazio al racconto di questa vicenda. Rinnoviamo la nostra solidarietà ai familiari delle vittime della strage”, dichiarano Maurizio Acerbo e Antonello Patta, segretario nazionale e responsabile lavoro del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea.
Il testo dell’appello e l’elenco dei primi firmatari:
NON LASCIAMOLI SOLI!
Sei lavoratori, rappresentanti per la Sicurezza sul Lavoro delle ferrovie, sono stati “puniti” con l’ingiunzione a pagare la somma di circa 80.000 euro. E’ una conseguenza del verdetto con cui la Cassazione ribaltando i giudizi di primo e secondo grado sulla strage di Viareggio, non riconoscendo l’incidente sul lavoro, ha fatto cadere la condanna per omicidio colposo dei vertici di Ferrovie, tra cui l’a.d. Moretti. Un esito vergognoso che lascia impunita una strage in cui persero la vita 32 vittime innocenti e vanifica 11 anni di sofferenze dei parenti delle vittime e la loro lotta per impedire che i loro cari siano morti invano e questa diventi l’ennesima strage senza giustizia. Ora con l’intimazione del pagamento delle spese legali al danno si aggiunge la beffa. All’ingiustizia subita dai parenti delle vittime della strage e ai licenziamenti di dipendenti che si sono impegnati per evitare altre tragedie si aggiunge la punizione verso lavoratori la cui unica colpa è di aver agito nell’interesse della giustizia e della verità. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno a tutte e tutti i/le Rls, rappresentanti della sicurezza nei luoghi di lavoro impegnati per la tutela dei diritti, per i quali la sentenza della Cassazione suona come un segnale politico di carattere chiaramente intimidatorio. Nel contempo invitiamo tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori, le cittadine e i cittadini democratici a non lasciare da soli i lavoratori colpiti a fronte delle spese onerose che sono obbligati a sostenere. Testimoniamo la nostra solidarietà e l’assunzione della loro come una lotta che ci riguarda tutte e tutti impegnandoci a sostenerli con un nostro contributo.
Le sottoscrizioni vanno inviate al conto corrente appositamente dedicato, intestato a Dante De Angelis, Iban: IT96V0760103200001053269260. la causale è: “Contributo di solidarietà per spese legali e processuali RLS Processo Viareggio”.
Primi firmatari:
Citto Maselli, Aldo Tortorella, Maurizio Acerbo, Vittorio Agnoletto, Cesare Antetomaso, Tiziana Barillà, Cisco Bellotti, Paolo Berdini, Paolo Berizzi, Cesare Bermani, Marco Bersani, Emiliano Brancaccio, Marina Boscaino, Stefania Brai, Benedetta Buccellato, Antonella Bundu, Ascanio Celestini, Guido Caldiron, Massimo Carlotto, Loris Caruso, Luigi De Magistris, Girolamo De Michele, Marco Dentici, Massimo Dapporto, Antonella De Palma, Nunzio D’Erme, Angelo D’Orsi, Tommaso Di Francesco, Italo Di Sabato, Valerio Evangelisti, Marta Fana, Paolo, Ferrero, Paolo Favilli, Francesca Fornario, Gang, Elio Germano, Giovanni Greco, Alessandro Gilioli, Beppe Giulietti, Andrea Gropplero, Giovanni Impastato, Alessio Lega, Maria Lenti, Fabiomassimo Lozzi, Guido Liguori, Enrico Maggi, Fiorella Mannoia, Lucio Manisco, Dacia Maraini, Danilo Maramotti, Giulio Marcon, Ivano Marescotti, Marina Massironi, Antonio Mazzeo, Giovanni Mazzetti, Maria Grazia Meriggi, Emilio Molinari, Tomaso Montanari, Raul Mordenti, Riccardo Noury, Moni Ovadia, Daniela Padoan, Pierluigi Panici, Antonello Patta, Silvano Piccardi, Ottavia Piccolo, Paolo Pietrangeli, Matteo Pucciarelli, Andrea Purgatori, David Riondino, Gianni Rinaldini, Annamaria Rivera, Paolo Rossi, Franco Russo, Giovanni Russo Spena, Pasquale Scimeca, Vauro Senesi, Lo Stato Sociale, Alessandro Triulzi, Lucia Vasini, Dario Vergassola, Guido Viale, Daniele Vicari, Massimo Wertmuller
Stamane più di un centinaio di persone si è riunita, in Piazza Statuto a Pietrasanta, per difendere gli alberi che l’amministrazione di centrodestra vorrebbe abbattere. Sarebbero ben ventiquattro le piante, che l’amministrazione guidata dal sindaco Giovannetti vorrebbe eliminare. Molti sono alberi in perfetta salute a cui le pietrasantine e i pietrasantini sono affezionati visto che c’erano da prima delle loro nascite. La protesta di stamani, ben sorvegliata da carabinieri e polizia, arriva dopo una raccolta di firme che ha riscosso un notevole successo. In piazza si è presentato anche il PD ma i manifestanti hanno preteso che ammainase le bandiere. Il PD a Pietrasanta, perché è all’opposizione, si schiera formalmente contro l’abbattimento degli alberi, mentre a pochi kilometri di distanza dove governa come a Viareggio è a favore di progetti scellerati come l’asse di penetrazione e la ciclovia all’interno di una riserva naturale come la Lecciona. L’ipocrisia e l’opportunismo di questo partito non è sfuggito a chi era in piazza oggi e ha preteso che le bandiere del partito di Letta non fossero esposte. A noi non interessa l’ambientalismo di facciata, quello che parla di assurde transizioni ecologiche dell’anno 2050. A noi interessa un modo diverso di intendere il rapporto tra l’uomo e la natura e questo modo diverso lo chiamiamo ecosocialismo e autogoverno.
“La situazione disperata di un gruppo di senzatetto accampati dietro l’ex ospedale Lucchesi di Pietrasanta, che avevamo denunciato a dicembre in occasione della manifesta intenzione da parte del Comune di “liberare” l’area, si è risolta in questi giorni con la “bonifica” (questo il termine obbrobrioso utilizzato dalla stampa) dei detti locali.Fra di loro, una signora olandese di mezza età è già stata allontanata pochi giorni fa per mezzo di TSO.Vogliamo sollecitare il Comune di Pietrasanta a trovare presto una soluzione per togliere dalla strada queste persone che, al momento, sembrano rappresentare più un problema di decoro anziché di dignità umana.”
Sabato 10 aprile dalle 10.30 alle 12.30 si è svolto, davanti ai cancelli della RSA Villa Laguidara a Marina di Pietrasanta, un presidio per chiedere sicurezza nelle RSA. Troppi sono gli anziani deceduti che risiedevano in questa struttura da quando è partita l’emergenza covid. La Rete Versiliese contro la Crisi ha promosso questa iniziativa in contemporanea con la mobilitazione nazionale promossa da Medicina Democratica e da molte realtà che si battono per una sanità pubblica che permetta a tutti di essere assistiti e curati. Tra le motivazioni della protesta anche la richiesta di brevetti pubblici per i vaccini perché non deve esserci alcun profitto sulla pandemia.