Sfratto rinviato al 19 maggio. La soddisfazione di Unione Inquilini per la mobilitazione unitaria di lotta.

“Quella di stamani è stata una bellissima giornata di mobilitazione e di lotta. Il primo picchetto anti sfratto in piena pandemia e zona rossa, avvenuto in rispetto delle misure di distanziamento e di sicurezza. La mobilitazione ha permesso di sostenere e una famiglia viareggina che con la crisi pandemica ha visto aggravarsi la propria situazione economica rischiando di finire in mezzo ad una strada. Il tempo concesso al prossimo appuntamento non è molto, auspichiamo che i garanti della salute pubblica e privata nonché legislatori delle politiche sociali e abitative si attivino per trovare case e soluzioni concrete, senza ricorrere a soluzioni tampone che non fanno altro che “nascondere la polvere sotto al tappeto” del disagio sociale, noi nel frattempo continuiamo a stare nelle strade, tra la gente e a stretto contatto con il mondo reale, cosa che speriamo possano incominciare a fare anche certi politici di professione. Ringraziamo Rifondazione Comunista Viareggio, Rete Versiliese contro la cros, Giovani Comunisi/e Versilia, ASIA Viareggio e Versilia, Unione Sindacale di Base Massa e tutte le persone che erano presenti e che ci hanno sostenuto fino ad oggi per aver supportato e partecipato al picchetto. LA LOTTA PAGA”

Unione Inquilini Viareggio

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La Rete Versiliese Contro la Crisi si schiera fianco di Unione Inquilini per uno sfratto a Viareggio.

“Come Rete Contro La Crisi Versilia aderiamo al picchetto anti sfratto indetto dal sindacato Unione Inquilini Viareggio, che si terrà venerdì 9 aprile alle 9:30 in Via Mazzini 117. Saremo presenti per sostenere la famiglia che in piena pandemia e zona rossa rischia di essere sfrattata da una casa di proprietà della Misericordia di Viareggio, che intende vendere l’immobile insieme a tutte le sue altre proprietà, antecedendo le necessità speculative e finanziarie, alla “misericordia” vera e propria.Questo sfratto non rientra nel decreto che ha prorogato il blocco sfratti a fine giugno, rendendolo di fatto esecutivo e con scarse possibilità di mediazione. L’amministrazione comunale ha proposto alla famiglia una camera di albergo per 15 gg. ma solo per la madre e la figlia appena maggiorenne, separando di fatto la famiglia dal padre che non avrà altra alternativa al dormire sotto le logge. Questa famiglia ha subìto, come molte altre, l’aggravarsi della crisi economica con la pandemia e senza le garanzie per trovare una casa a prezzi popolari e senza un piano casa che garantisca il diritto all’abitare sarà sprovvista di qualsiasi tutela della salute pubblica e privata. Riteniamo responsabili i proprietari immobiliari che antepongono la speculazione e la rendita finanziaria ai diritti delle persone e riteniamo responsabili gli amministratori comunali, in quanto hanno la responsabilità della salute pubblica. L’assessore al sociale Federica Maineri non ci sembra preparata all’ondata di disagio sociale, sostiene che non ci siano abbastanza case per tutti gli sfratti che verranno, ma il Sindaco ha dichiarato di avere circa 30 milioni in avanzo nel bilancio del Comune e forse avrebbe potuto destinare una parte di questi soldi per offrirsi come compratore degli immobili della Misericordia, o per ricomprare gli immobili della Viareggio Patrimonio, o per ristrutturare gli immobili di sua proprietà o addirittura per acquistare gli immobili delle Ferrovie dello Stato (che vantano ancora un debito insanabile di 32 vittime), utilizzando tutti questi immobili per l’emergenza abitativa e a scopo sociale. Deduciamo amaramente che non è una questione di possibilità ma di volontà politica e a questa amministrazione interessa solo la speculazione e la privatizzazione senza investire nel welfare e nei beni comuni.Venerdì’ saremo a fianco di questa famiglia e di tutte le famiglie che rischiano di andare in mezzo ad una strada in futuro.”

Rete Versiliese Contro la Crisi

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Il 10 Aprile la Società della Cura scende in piazza, anche a Lucca, per lanciare il recovery planet.

E’ in arrivo un bastimento carico di miliardi. Si chiama Next Generation EU, ma non punta verso le generazioni che verranno, né a garantire il futuro della vita sul pianeta. E’ orientato da Crescita – Concorrenza – Competizione. L’esatto contrario di ciò che la pandemia ci ha insegnato: nessuno si salva da solo, siamo persone interdipendenti fra noi e con l’ambiente che ci circonda. Il governo Draghi sta predisponendo il Recovery Plan per l’accesso ai fondi europei: non si intravede alcuna inversione di rotta, nessuna conversione sociale ed ecologica della società, ma solo una modernizzazione green e digital dell’attuale modello fondato sulla predazione della natura e su una diseguaglianza crescente. E’ un piano scritto da un esiguo numero di “esperti”, senza alcun dibattito pubblico ampio e partecipativo per coinvolgere la parte attiva della società, quella che si è autonomamente adoperata con mutualismo e solidarietà per sostenere chi dalla pandemia è stato precipitato nella disperazione. Serve un cambio di paradigma e un nuovo modello di convivenza: la società della cura, che sia cura di sé, delle altre e degli altri, dell’ambiente, del vivente, della casa comune e delle generazioni che verranno. E’ possibile e necessaria una fuoriuscita sociale dalla crisi.

Abbiamo bisogno di un reddito universale, che renda più forte anche individualmente i lavoratori dipendenti e autonomi sul mercato, mettendoli in grado di rifiutare lavori indecenti. Un reddito effettivamente universale costringerebbe di fatto le imprese italiane a non puntare più al contenimento della dinamica salariale, ma ad un aumento della produttività e della qualità dei prodotti. Reddito universale e lavoro di qualità in termini di diritti e garanzie per i lavoratori sono strutturalmente legati. La disoccupazione tecnologica, dovuta all’informatizzazione e robotizzazione della produzione, può essere arginata con la riduzione del tempo di lavoro a parità di salario, magari coprendo temporaneamente l’aumento dei costi per le imprese con trasferimenti statali con vincoli di destinazione. Reddito universale, lavoro di qualità in termini di diritti e riduzione del tempo di lavoro determinerebbero un rialzo della domanda aggregata e una ripresa produttiva e dell’occupazione. In particolare, l’occupazione femminile, la più danneggiata dal lockdown, deve essere incentivata da periodi di maternità prolungati e congedi parentali finanziati dalla spesa pubblica, da un effettivo assegno unico universale per ogni figlio a carico, da più efficaci servizi sociali e un migliore bilanciamento dei tempi di lavoro e di vita. L’occupazione giovanile va garantita con il lavoro di qualità in termini di diritti e la riduzione della precarizzazione, la riduzione del tempo di lavoro e l’abbassamento dell’età pensionabile.

Bisogna puntare ad un’inversione di tendenza in merito ai disastri ecologici e al cambiamento climatico provocati dal capitalismo, usando poteri di diritto pubblico. Vanno eliminati tutti i Sussidi Ambientalmente Dannosi, confermato il No al ricorso all’energia nucleare e fermate tutte le produzioni e le infrastrutture legate all’energia fossile, destinando le risorse unicamente alla produzione di energia da fonti rinnovabili e privilegiando la generazione di piccola scala ai grandi impianti. Va rispettata la volontà popolare espressa nel referendum del 2011, sottraendo la l’acqua al mercato, alla Borsa e ai profitti e consegnandola alla gestione partecipativa delle comunità territoriali. Va finanziato un piano contro il dissesto idrogeologico e una strategia sui rifiuti urbani e industriali basata sull’economia circolare. Gli investimenti verso le imprese devono essere finalizzati alla conversione ecologica e sociale delle produzioni.

E’ sotto gli occhi di tutti l’urgenza di intervenire nel trasporto pubblico, non solo potenziandolo ma invertendo la tendenza verso l’aziendalizzazione e la privatizzazione che hanno caratterizzato gli ultimi decenni. I fondi del Recovery per la scuola, se usati per una digitalizzazione che provochi la subordinazione del docente alla macchina informatica o per asservirla agli interessi imprenditoriali con la scuola delle competenze addestrative, ne provocherebbero un ulteriore dequalificazione. Va rilanciato, invece, il modello di scuola pubblica previsto dalla Costituzione, basato su libertà di insegnamento, pluralismo didattico culturale e democrazia collegiale, puntando ad un’istituzione che rimetta al centro i saperi e lo sviluppo delle capacità cognitive per la formazione del cittadino. Quindi, investimenti massicci per la fatiscente edilizia scolastica, riduzione del numero degli alunni per classe, aumento degli organici e azzeramento del più alto tasso di precarietà del lavoro in Europa, aumenti salariali per ridurre il gap con i salari europei. I fondi previsti per la sanità vanno non solo aumentati, ma destinati anch’essi ad invertire la tendenza verso l’aziendalizzazione della sanità pubblica e la sua privatizzazione, che sono stati tra le cause principali dell’altissima mortalità in Italia rispetto al numero degli abitanti. Quindi, assunzione di medici e infermieri a tempo indeterminato, potenziamento delle strutture sanitarie pubbliche, loro radicamento sul territorio, presidi medici scolastici soprattutto con una logica di prevenzione. Inoltre, è assurdo che l’ UE abbia finanziato la ricerca sui vaccini senza che vengano messi effettivamente a disposizione di tutti: l’esclusiva ventennale dei brevetti di fatto impedisce l’accesso ai paesi più poveri per cui va perseguita una moratoria dei brevetti durante la pandemia.

Confederazione Cobas della provincia di Lucca – Società popolare di mutuo soccorso

Rifondazione Comunista – Potere al Popolo

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Leccio abbattuto alla Migliarina.

Non è la prima volta, purtroppo, che succede che degli imbecilli se la prendano con una pianta a Viareggio. Purtroppo, nel giorno di Pasqua è toccato ad uno dei cinque lecci piantati alla Migliarina da alcuni volontari al Parco di Plaza De Mayo. A denunciare la cosa sui social è stato Giacomo Marchetti attivo da sempre nel mettere a dimora alberi e moderatore della pagina Viareggio più Verde. “Prima di mezzogiorno la pianta era al suo posto e nel pomeriggio era stata troncata e nessuno ha visto niente.” ci dice Marchetti. Sul posto è intervenuta anche una pattuglia della polizia municipale per indagare sull’accaduto. Ci chiediamo come sia possibile che ci siano in giro personaggi cosi inetti dediti al danneggiamento dei beni comuni e in particolar modo delle piante, che sono una fonte di benessere per tutti. Siamo sicuri che i volontari si rimettteranno presto a dimora un altro leccio ma ci piacerebbe sapere cosa fa l’amministrazione in merito.

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Rifondazione Comunista solidale con i lavoratori di SEA.

“Rifondazione Comunista guarda con preoccupazione al destino incerto delle lavoratrici e dei lavoratori di Sea.

Venuti a conoscenza del fallimento della prima fase di raffreddamento e il passaggio allo stato di agitazione di secondo livello con l’intervento della prefettura, Rifondazione Comunista non può che schierarsi dalla parte delle sigle sindacali unite su questo fronte.

Vorremmo conoscere il perché del ritardo del processo di fusione tra Ersu e Sea che non ha tenuto conto dei tavoli di contrattazione con il sindacato, che sono per legge obbligatori, e che ha portato al trasferimento di 19 persone con criteri del tutto discutibili.

Oltre alla presenza di una graduatoria di precari senza un futuro certo, il ritardo della fusione indispensabile per la salvaguardia e gli impianti di tutta la Versilia è inaccettabile, perché figlio solo di spartizione di poltrone.

In Sea Ambiente, che è l’azienda che soffre di più, si cerca solo di salvare il bilancio mandando lavoratori in cassa integrazione in maniera illegittima, perché si usa un fondo sostanzialmente creato per le crisi della pandemia covid e non utilizzabile per il salvataggio di bilanci di aziende scelleratamente condotte da varie amministrazioni.”

Andrea Moriconi – Segreteria di Federazione PRC Versilia

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Potere al Popolo si schiera in difiesa della Lecciona.

“Dopo il vergognoso ma partecipato consiglio comunale di Viareggio del 24 marzo, dove i consiglieri votavano senza farsi vedere sullo schermo, e l’amministrazione che si inerpicava tra paroloni ambientalisti e voluti fraintendimenti, senza specificare niente in concreto del progetto proposto, come Potere al Popolo Versilia non possiamo esimerci da prendere una posizione netta contro questo ennesimo scempio mascherato da intervento ecologista che il nostro territorio sembra destinato a subire.Dopo Le cave, le discariche, i fossi inquinati, il terreno (in)coltivabile ricolmo di arsenico, il tallio negli acquedotti, i depuratori non autorizzati, gli inceneritori spenti per finta, la cementificazione di decine di capannoni ormai vuoti a marcire, e infine l’asse di penetrazione, ora si vuole mettere le mani sull’unica Riserva Ambientale del nostro territorio, ubicata dentro un Parco Naturale Regionale, per farvi passare un’opera che si vuol presentare come verde ed ecologica contorcendo il concetto di mobilità non inquinante. A scanso di equivoci la bicicletta è un metodo di mobilità che ha un impatto ambientale positivo quando si sostituisce al trasporto inquinante e non quando viene usato come nuovo metodo di colonizzazione di una area che già soffre di una presenza umana eccessiva e destabilizzante. A causa, anche, di mancanza, di spiagge libere in altri luoghi del comune purtroppo, una zona del parco naturale come la Lecciona è usata impropriamente come tale: l’unica zona rimasta non depredata dall’antropizzazione ormai esasperante degli stabilimenti balneari, che non sono più soli ombrelloni rimovibili e cabine di legno ma veri e propri fabbricati in cemento, piscine scavate e chi più ne ha più ne metta. Non ci sono altri se ed altri ma: la ciclopista tirrenica sulle dune della Lecciona non ha nessuna modalità di essere un intervento di tipo ecosostenibile. C’è bisogno di diminuire la pressione umana, non espanderla. Sono due quindi gli interventi ecosostenibile da realizzare. Per prima cosa incentivare l’utilizzo della bicicletta facendo in modo che dalla Versilia ci si possa spostare in qualunque ora del giorno verso le città limitrofe con un tracciato illuminato e curato che passi dal viale dei Tigli, da cui si possa poi raggiungere con i sentieri già preseti la pineta, le dune e la spiaggia con accesso magari contingentato. E non secondariamente liberare parte della costa dagli stabilimenti balneari secondo le percentuali da sempre presenti nel Codice Civile e mai fatte applicare, per creare lì dove idonea la possibilità di turismo su spiaggia libera e attrezzata anche per chi non può permettersi tende, ombrelloni e confort oppure proprio non gli interessano. Rispediamo al mittente l’idea di un turismo di massa pseudoverde che ha come solo obiettivo creare il precedente per allentare le restrizioni di tutela ambientale. Riteniamo perciò chi propugna idee di sfruttamento turistico intensivo e invasivo, già per altro ampiamente fruibile in tutto il resto della nostra costa, incompatibile con cariche di presidenza e gestione del parco stesso, il cui fine è mantenere e tutelare la natura li presente, anche per poterne fruire nella sua meraviglia e nel rispetto, senza manomissione umana. Ci sono luoghi in Italia che proprio grazie alle lotte di chi rifiuta opere come queste ora si mantengono stupende, visitabili e intatte. Si può prendere ad esempio la Riserva dello Zingaro tra San Vito lo Capo e Scopello in Sicilia, nata proprio dalla lotta per bloccare l’apertura di una strada e che il 18 maggio 1980 portò i cittadini ad una storica marcia che oggi permette a tutti di poter vivere un pezzo di costa tra le più belle al mondo, nel rispetto VERO dell’ambiente. L’incredibile partecipazione dei cittadini indignati, non solo viareggini, al consiglio di mercoledì scorso, le numerosissime firme alla petizione lanciata dal Comitato per la salvezza della Pineta di Viareggio, e il fermento e lo sdegno palpabile che questo progetto sta provocando a gran parte della cittadinanza fanno ben sperare in una lotta di resistenza allo scempio fino alla vittoria. Quando il popolo si unisce vince!”

Potere al Popolo Versilia

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Tesseramento online 2021 per sostenere il Cantiere Sociale Versiliese

“Il Cantiere Sociale Versiliese ha bisogno di te! In questi mesi difficilissimi di emergenza sanitaria e restrizioni, le attività del Cantiere Sociale, come tanti altri spazi, hanno subito una drastica riduzione. Nonostante tutto non ci siamo mai fermati: il supporto alle fasce più deboli con le pratiche mutualistiche e i lavori di ristrutturazione dei nostri spazi continuano, pur tra mille difficoltà. Per questo abbiamo deciso di lanciare il tesseramento 2021 online, per permettere a chiunque voglia di sostenere la nostra esperienza, nella speranza di poterci rincontrare presto e rimettere in moto tutte le nostre attività!La quota associativa parte da un minimo di 5 euro. Invitiamo chi farà la donazione tramite la piattaforma, di mandare un messaggio alla pagina del cantiere con i dati e il suo recapito mail, così da essere aggiunto all’elenco dei soci. Una volta possibile, consegneremo le tessere cartacee 2021 del Cantiere Sociale Versiliese! SOSTENIAMO IL MUTUALISMO E LA CULTURA DAL BASSO!”

Cantiere Sociale Versiliese

https://www.gofundme.com/…/sosteniamo-il-cantiere…

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Repubblica Viareggina durissima con il consiglio comunale sulla ciclopista alla Lecciona.

“In un consiglio comunale di infimo livello, con interventi da minus habens, la maggioranza degli intrallazzi con la complice astensione delle solite destre ha votato l’ennesimo progetto scellerato contro la città. Se si esclude tre consiglieri comunali che hanno avuto un sussulto di dignità tutti gli altri hanno, di fatto, approvato l’ennesimo ecomostro. Ubbidienti, quasi servili al feudatario Giorgio Del Ghingaro i consiglieri comunali, mercoledì 24 marzo, hanno scritto una delle più vergognose pagine della storia della nostra città. Far passare la ciclopista tirrenica dalla Lecciona, a pochi metri dal mare dentro una riserva naturale quando esiste già un altro tracciato, quello del viale dei Tigli, non denota solo scarsa cultura ambientale ma una voglia strumentale di mettere le mani sul parco. Questo squallido progetto, che contrasteremo con ogni mezzo, arriva dopo quello della già vituperata via del mare che noi continuiamo a chiamare asse di penetrazione e dopo anni di continue esternazioni e minacce da parte del sindaco sull’uscita dall’ente parco della città di Viareggio. “La Lecciona non si tocca.” Stanno dicendo tanti viareggini, giustamente indignati, sui social. Noi pensiamo che a quelle parole vada dato un seguito. Un consiglio comunale, può votare e approvare quello che vuole poi, però, ci sono le comunità che possono decidere se subire queste scelte o se ribellarsi autogovernandosi. Come Repubblica Viareggina conosciamo la storia della nostra città e la sua capacità di reagire quando è il momento. Noi saremo da quella parte della barricata per difendere un bene comune da qualsiasi nuova speculazione. I profitti di pochi non possono passare sopra un bene comune di tutte e tutti.”

Repubblica Viareggina

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Il Museo Popolare della Pineta “Giak Verdun” contro il tracciato alla Lecciona della ciclopista Tirrenica.

“La prossima estate sarà la quarta stagione del museo popolare della pineta che dall’anno scorso si chiama “Giak Verdun”, in memoria del compagno Giacomo Verde che fu tra gli ideatori di questa avventura.Giacomo Verde voleva far incontrare il bello dell’arte con il bello della natura, attraverso pratiche di resistenza. Ma voleva soprattutto che ad incontrarsi fossero arte e attivismo collocando questa esperienza nell’artivismo.Con l’arrivo della bella stagione artiste, artisti, e non, che vogliono cimentarsi con queste pratiche avranno una motivazione in più per farlo. Infatti, oltre a quella di contrastare l’orribile progetto dell’asse di penetrazione, il quale abbatterebbe centinaia di alberi, dividerebbe in due la città e porterebbe il traffico in mezzo al parco, adesso c’è una nuova follia: quella di far passare la ciclopista tirrenica dalla Lecciona a pochi passi dalle dune di sabbia.L’amministrazione comunale di Giorgio Del Ghingaro e dei soliti noti, contro il volere di una città e contro ogni cultura ambientalista, si prepara nuovamente ad attaccare il parco.Noi non staremo in silenzio a guardare.Noi saremo la natura che si difende.”

Museo Popolare della Pineta “Giak Verdun”

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Repubblica Viareggina sostiene la Rete Versiliese contro la Crisi sui brevetti pubblici.

Come Repubblica Viareggina sosteniamo la Rete Versiliese contro la Crisi e aderiamo alla campagna per i brevetti pubblici. Nessuno deve fare profitti ai danni della salute pubblica. Sanità e ricerca sono beni comuni. Tutte e tutti devono poter avere il diritto ad un vaccino per questo i brevetti devono divenire patrimonio di tutti. Le multinazionali non possono fare guadagni sul diritto alla salute che è di tutti.

Repubblica Viareggina

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