Si è finalmente costituita, anche nel nostro Paese, “Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia Onlus”, associazione solidaristica emanazione della già esistente (dal 1993, in Germania) “Heyva Sor a Kurdistanệ”, la più grande organizzazione umanitaria esistente per il Kurdistan.
La sede è a Livorno. Proprio nella città labronica, il 17 gennaio, più di duecento persone si sono ritrovate nel Nuovo Teatro delle Commedie per assistere alla presentazione dell’associazione, presieduta da Alican Yildiz. Presenti anche i responsabili dell’Ufficio Informazione Kurdistan Italia (Roma), di Verso il Kurdistan Onlus (Alessandria), della Associazione culturale Kurdistan (Pontedera), della delegazione italiana nei campi profughi del Kurdistan iracheno e rappresentanti di molte comunità curde italiane e tedesche.
“Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia” si propone di fornire assistenza senza discriminazioni alle popolazioni civili, specialmente in aree povere, colpite dalla guerra o da calamità naturali, attraverso l’organizzazione di iniziative di sensibilizzazione e raccolte di fondi.
L’area di assistenza copre l’intero territorio curdo (Turchia, Iraq, Siria, Iran) ma, in questi mesi, è concentrata soprattutto sul territorio del Rojava e, in particolare, sul distretto di Kobane, città curdo-siriana che sta resistendo strenuamente all’attacco delle forze dell’ISIS dal luglio scorso.
Attualmente sono oltre 122.000 i rifugiati che dal distretto di Kobane si sono riversati nella regione di Urfa, nel sud della Turchia, all’interno dei campi-profughi autogestiti. Per migliaia di donne, uomini e bambini, oggi, l’emergenza è soprattutto avere vestiti per fronteggiare l’inverno e altri generi di prima necessità, come il latte per i bambini. Inoltre, negli improvvisati ospedali dei campi mancano attrezzature, medicinali, vaccini, e medici specialisti, in particolare ortopedici, pediatri e chirurghi.
Anche nel Kurdistan iracheno, a Şengal, molti bambini sono rimasti orfani a seguito del massacro di più di cinquemila Curdi Ezidi perpetrato dalle forze del “Califfato”.
Infine, non dobbiamo dimenticare che anche nella parte Turca non esiste pacificazione, come i media di regime vorrebbero far credere: oltre agli arresti di massa compiuti ricorrentemente nei confronti di partigiani, politici, avvocati, giornalisti, attivisti, vengono ancora bruciati villaggi e deportate o uccise intere famiglie. Per i tanti orfani o donne rimaste sole “Heyva Sor a Kurdistanệ”, con le sue diramazioni, in Europa e nel mondo, è già e continuerà a essere presente.
www.mezzalunarossakurdistan.org
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Contributo di Carlo Giorgetti