24 – 25 – 26 marzo tre giorni di lotta che diventano un manifesto di “Insorgiamo Viareggio”.

Nella melma dell’Eterno Presente della merce in cui siamo invischiati, anche in una piccola città di provincia svenduta al turismo e alla cementificazione selvaggia come Viareggio, c’è ancora chi non si rassegna a credere che viviamo nell’unico mondo possibile. C’è ancora chi sperimenta una socialità fuori dai circuiti del consumismo, chi desidera riappropriarsi degli spazi, chi ancora scende in piazza per rivendicare i propri diritti. in una parola c’è ancora chi desidera cospirare, nel senso etimologico e più profondo del termine, cioè respirare insieme: perché pensa che non solo il nostro futuro, ma anche il nostro presente non può che essere collettivo e plurale, fuori dalle secche sterili dell’individualismo e del cinismo da quattro soldi.

Nello scorso fine settimana sono state realizzate giornate importanti e significative che crediamo possano e debbano rappresentare un nuovo punto di partenza.

Venerdì al Cantiere Sociale Versiliese, all’interno del mercato autogestito “Liberi Tutte”, abbiamo parlato di immaginario, di futuro e futuribile con gli autori del libro “Domani Urbani”: una discussione ricca e stimolante sulla necessità di riuscire ad immaginare il domani, senza cedere all’ineluttabilità della catastrofe ecologica imminente.

Sabato, mentre nel pomeriggio ancora una volta migliaia di persone scendevano in piazza a Firenze a fianco degli operai della GKN, la sera gli attivisti e le attiviste di “Smash Repression” hanno fatto rivivere un luogo simbolo come l’ex Sars in Darsena. Ancora una volta quelle quattro mura situate a due passi dalla Pineta e dove gli appetiti speculatori vorrebbero cementificare e distruggere, hanno visto centinaia di persone radunarsi per una “zona temporaneamente autonoma”, mettendo in campo controcultura e aggregazione dal basso.

Domenica infine in tante e tanti sono scesi in piazza alla Stazione per il diritto all’abitare. Amministrazioni comunali e Ferrovie dello Stato (quest’ultimi con le mani ancora sporche del sangue della strage del 29 giugno 2009) vorrebbero cancellare, negando la residenza o minacciando di sgombero, quello che l’auto-organizzazione ha conquistato in anni di lotta per la casa: sarà nostro compito impedirglielo con tutte le nostre forze.

Insomma, è evidente che la realtà che ci circonda non è poi così immutabile e pacificata come può sembrare a prima vista: la patina perfettamente levigata e liscia della città-vetrina ha delle piccole increspature per chi ha occhi per vedere. Ma non possiamo accontentarci e dobbiamo fare in modo che quelle increspature diventino faglie di rottura.

E per respirare insieme come dicevamo abbiamo innanzitutto bisogno di ossigeno. Per questo pensiamo che la prima vera urgenza da affrontare è la difesa del nostro territorio. L’amministrazione Del Ghingaro è palesemente espressione dei potentati locali e non, che vorrebbero cementificare e distruggere quel poco di natura che è rimasta a Viareggio: ciclovia tirrenica alla Lecciona, asse di penetrazione e continuo abbattimento di alberi sono lì a dimostrarlo.

SIAMO LA NATURA CHE SI DIFENDE non dev’essere soltanto uno slogan, ma il terreno privilegiato su cui costruire conflitto e partecipazione nei mesi a venire.

INSORGIAMO VIAREGGIO

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