In tanti con i No Base sotto il comune di Pisa.

Venerdì 13 settembre sotto il municipio di Pisa si sono riunite centinaia e centinaia di persone tutte decise a contrstare il folle progetto della base militare a Coltano.

Mezzo miliardo di euro saranno buttati per un’operazione di militarizzazione e di devastazione ambientale, in un territorio in cui la presenza di infrastrutture militari usate per il trasporto di armi è sempre più pervasiva. Mezzo miliardo di fondi pubblici sottratti alla sanità, all’istruzione, all’edilizia popolare.

Il presidio è stato ricco di interventi che hanno messo in risalto le mille ragioni per cui essere contrari a questo progetto. Presenti molti giovani, le forze politiche della sinistra, i sindacati di base, i movimenti di lotta. Presente in piazza anche il Movimento No Asse che domenica 15 sfilerà con una passeggiata No Asse No Base a Viareggio. L’iniziativa è sicuramente riuscita e ha lasciato negli intervenuti molta fiducia per il proseguo della lotta.

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Italia Nostra protesta contro l’abbattomento di venti alberi in Darsena.

Venti Alberi sono stati abbattuti in via Paolo Savi, in Darsena, nonostante le proteste di Italia Nostra. L’amministrazione Del Ghimgaro non ha voluto sentire ragione. Giovedì 12 ottobre alcuni attivisti hanno fatto un presidio per denunciare questo scempio. Un attivista di Italia Nostra si è incatenato ad un albero e la polizia lo ha identificato. Gli attivisti affermano che gli alberi malati fossero solo due ma questo non ha fermato l’amministrazione. Intanto Amici della Terra, Comitato per la Salvezza della Pineta, La Voce degli Alberi, Italia Nostra e Lipu hanno presentato alla procura della Repubblica un esposto, proprio, contro il taglio dei pini in corso in via Savi.

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Repubblica Viareggina solidarizza con il Movimento di Lotta per la casa e chiede le dimissioni dell’assessora al sociale.

“Esprimiamo alla Brigata Mutuo sociale per l’abitare le nostre sentite condoglianze per la perdita di due attivisti. Ali e Said. Crediamo che la Brigata stia facendo più di quanto le compete sul piano dell’accoglienza. Chi è del tutto assente è l’amministrazione comunale. Grave è il fatto che L’assassora al sociale non riceva i sindacati. In passato ne abbiamo chiesto le dimissioni e torniamo a chiederle nuovamente. Ancora piu grave, però, è il comportamento di funzionari e dirigenti dell’anagrafe che negano il diritto alla residenza.”

REPUBBLICA VIAREGGINA

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La soddisfazione del Cantiere Sociale Versiliese per il doppio evento la Baldoria e la festa della comunità bengalese.

Come ogni anno il Cantiere Sociale Versiliese, il Collettivo “Dada Boom” con il patrocinio del rione Varignano promuovono la Baldoria dietro l’Italmaco. Un momento di aggregazione e socialità che regala stupore e sorrisi ai bambini. Anche quest’anno si è rinnovata la tradizione. Ma la giornata è stata caratterizzata anche da altri eventi come il pride e come la festa per la nascita di un bambino bengalese che si è svolta proprio presso il Cantiere Sociale Versiliese. Soddisfazione è stata espressa proprio dai militanti del Cantiere Sociale Versiliese che in un post su facebool scrivono:

“Ieri sera è stata veramente una grande e bellissima giornata di aggregazione e socialità. Mentre in piazza, come ogni anno, veniva rinnovata la tradizione della Baldoria, con tante famiglie del quartiere a festeggiare insieme, al Cantiere Sociale Versiliese la comunità bengalese festeggiava insieme l’arrivo di un nuovo bambino: anche se per la legge non è così, per noi un nuovo cittadino di Viareggio è nato! Ringraziamo tutte e tutti i partecipanti e chi si è dato da fare per realizzare questa splendida serata!”

Condividiamo quanto scritto dal Cantiere Sociale Versiliese. Riteniamo importante il proseguimento di questa tradizione e cogliamo l’occasione per esprimere piena solidarietà ai ragazzi delle altre baldorie troppo spesso criminalizzati dai soliti odiatori sui social. Auspichiamo che ogni quartiere torni a fare una Baldoria.

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Festa e lotta al Pride di Lucca. Almeno in 20.000 per le vie della città.

Una bellissima giornata quella che è stata vissuta a Lucca sabato 7 settembre. Almeno 20000 perone hanno partecipato al Pride. Numeri alti che spazzano via tutte le sterili polemiche dei benpensanti, le minacce dei gruppuscoli neofascisti e l’ignoranza della destra.

Tanto colore e tanta musica per riaffermare un orgoglio, per difendere dei diritti e conquistarne di nuovi. Il percorso della comunità LGBTQ+ viene da lontano ma di strada ancora ne deve fare visto l’omofobia, la transfobia che il patriarcato e il capitalismo diffondano anche nel nostro paese. La manifestazione è stata ricca di spunti con molti cartelli e tanti richiami anche alla pace. Le Frocie hanno voluto, e secondo noi hanno fatto benissimo, esprimere la loro solidarietà al popolo palestinese. Tantissimi i giovani e anche i bambini per un corteo di lotta e di festa che segna una tappa importante per la crescita di questo movimento.

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Il Cantiere Sociale Versiliese scrive a Del Ghingaro: “Quanti poveri devono ancora morire signor sindaco?”

QUANTI POVERI DEVONO ANCORA MORIRE SIGNOR SINDACO?

“Sono passati pochissimi giorni dalla morte di Saed, ritrovato senza vita in una roulotte, e un altro militante del movimento di lotta per la casa, Alì Fati, ha perso tragicamente la vita all’ospedale di Livorno.

Alì, insieme a diverse altre persone, era ospite da tempo al pronto soccorso abitativo che da anni è attivo al Cantiere Sociale Versiliese, per cercare di dare una risposta all’emergenza abitativa che attanaglia la nostra città in modo sempre più drammatico.

Quello che negli intenti doveva essere un intervento emergenziale, ovvero dare provvisoriamente un tetto sulla testa a chi non ce l’ha, con il tempo si è trasformato in un intervento per così dire strutturale. Il motivo è molto semplice: le politiche abitative a Viareggio sono zero, semplicemente non esistono. Il nostro sostegno per necessità si è dovuto sostituire al vuoto istituzionale.

Ma oltre al dolore, quella che ci scorre nelle vene in queste ore è la rabbia. Perché da anni ormai sosteniamo le rivendicazioni dei sindacati e del movimento di lotta per la casa per sbloccare l’accesso alla residenza fittizia alle persone senza fissa dimora a Viareggio. Infatti vedere negata la residenza significa anche e soprattutto non poter avere un medico di famiglia, avere precluso il diritto alla salute.

Alì e Saed non avevano ad esempio la possibilità di fare esami periodici, nonostante entrambi avessero delle patologie. Inutile girarci intorno: negare la residenza uccide le persone.

A questo punto non possiamo che rivolgerci nuovamente alla Giunta Comunale per chiedere una semplice cosa: i poveri di questa città, gli ultimi, gli invisibili, hanno il diritto alla vita a Viareggio?

Finora abbiamo sempre e soltanto incontrato un muro di gomma, i responsabili hanno nascosto la testa sotto la sabbia come gli struzzi, nella speranza probabilmente che la questione abitativa passasse in sordina.”

Ma vogliamo essere chiari: noi non dimentichiamo niente.

Cantiere Sociale Versiliese

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La morte di Alì scuote AS.I.A. e Brigata Mutuo Sociale che attaccano sulle residenze negate.

“La morte di Alì non farà notizia come quella di Saed, perché non è morto in una roulotte parcheggiata in una zona periferica, dove è facile alimentare leggende metropolitane e creare facili allarmismi. Alì Fathi è morto nel reparto di rianimazione di Livorno la notte del 3 settembre. Eppure le due storie hanno molto in comune. Entrambi abbandonati dai servizi sociali della sedicente perla del Tirreno. Alì dormiva da anni presso il pronto soccorso abitativo al Cantiere Sociale Versiliese. Era un nostro militante e soprattutto si sentiva un viareggino. Da 30 anni viveva in questa città, aveva lavorato in cantiere, e aveva fatto il volontario per varie associazioni sul territorio ma questo non ha impedito ai burocrati che lavorano all’ufficio anagrafe del comune di Viareggio di respingergli le richieste per avere una residenza nella via Fittizia dei Vageri comprese quelle presentate dal nostro legale. Alì non si arrendeva e aveva consumato la suola delle scarpe per andare in quell’ufficio, dove veniva preso in giro dalla funzionaria. “Risei qui?” “Ormai siamo amici, sei fisso qui.” Sarcasmo di pessimo gusto che accompagnava il disumano diniego di una serie di diritti tra i quali il più importante quello ad avere un medico di famiglia, Alì, quindi, non poteva fare analisi né farsi prescrivere una ricetta. Il 29 agosto ha detto ad un compagno di sentirsi poco bene e si è ritirato nel suo alloggio. Alcune ore dopo, non rispondendo alle nostre chiamate, abbiamo aperto la porta e lo abbiamo trovato riverso in terra tremante, abbiamo chiamato l’ambulanza che lo ha portato al Versilia dove la situazione è apparsa subito grave e dove hanno deciso si trasferirlo a Livorno. Purtroppo dopo alcuni giorni in rianimazione è morto.

Il dolore per noi, che abbiamo convissuto con lui, è grande ma molti sono anche i ricordi che ci resteranno. Tra questi la sua passione per i Pink Floyd, e l’amore per la città. Ci diceva spesso sono venuto ad abitare in uno dei posti più belli del mondo. Amava girare a piedi per Viareggio, quella Viareggio che gli ha negato i suoi diritti. Per noi Alì sarà sempre un viareggino sicuramente più di quei grigi burocrati che gli hanno impedito di avere la residenza, sicuramente più del sindaco lucchese, che si disinteressa totalmente della povertà, dell’emergenza abitativa e dei drammi sociali.

Nelle prossime ore valuteremo se e come presentare un esposto alla procura della repubblica per le continue residenze negate.”

AS.I.A. USB Viareggio

Brigata Mutuo Sociale per l’Abitare

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Repubblica Viareggina invita alla partecipazione al Toscana Pride.

“Il pride a Lucca è un’occasione importante per proseguire la battaglia contro ogni discriminazione e difendere i diritti della comunita LGBTQ+, conquistati in decenni di lotte.

Come Repubblica Viareggina invitiamo a partecipare e sostenere il pride che si terrà a Lucca il prossimo 7 settembre. Le minacce di gruppuscoli neofaacisti all’evento, che altro non sono che feccia, non ci intimidiscono. Ci auguriamo, tuttavia, che la DIGOS così celere nel reprimere il movimento pacifista e denunciare chi scrive la parola demilitarizzare sia altrettanto celere quanto meno nel contenere chi semina odio e omofobia. Capiamo che c’è un governo di estrema destra ma non possono esistere 2 pesi e 2 misure.

Saremo a Lucca per manifestare contro ogni forma di intolleranza, razzismo, omofobia, guerra, censura e repressione.”

Repubblica Viareggina

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Anche i familiari della strage di Viareggio al presidio a Brandizzo un anno dopo la strage.

Ad un anno dalla strage di Brandizzo, dove persero la vita 5 operai si è svolto un presidio nutrito.

Contro le logiche di profitto per l’unità della classe un momento importante di lotta e solidarietà.
“La lotta fa la differenza: è tempo che la difesa delle condizioni di vita e di lavoro, la lotta contro le morti sul e da lavoro, le stragi da profitto, siano assunte nuovamente e
pienamente come patrimonio di lotta dell’intero movimento operaio e sindacale. Chi ha intrapreso questa strada può essere di aiuto, infondendo determinazione, convinzione e prospettiva, a coloro che, per le più svariate ragioni, tentennano nel percorrerla.” Con questo spirito hanno aderito all’appello delle Assemblee nazionali dei ferrovieri e dei sindacati di base numerosi comitati e realtà di lotta. Come il coordinamento 12 Ottobre sicurezzasaluterepressione@gmail.com

  • Familiari della strage ferroviaria di Viareggio e del crollo della Torre Piloti nel porto di Genova – Coordinamento Lavoratori/trici Autoconvocati/e (CLA) -Assemblea 29 giugno -Sol Cobas – Cobas Lavoro Privato – Attivisti, delegati, Rls di sindacati di base, del
    Coordinamento Macchinisti Cargo (CMC), dell’area alternativa/opposizione “Radici del sindacato”, oltre a Cub-Trasporti e SGB, fra i promotori del presìdio.
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Sulla morte di Saed. “Basta confondere povertà con degrado.” Dura posizione di AS.I.A. e Brigata Mutuo Sociale per l’Abitare.

“Prima che sciacalli, avvoltoi e aguzzini di ogni risma inizino a vomitare i loro luoghi comuni o il loro moralismo ipocrita, vogliamo dire alcune cose sulla morte di Saed, ritrovato nella sua roulotte all’interno dell’ex SARS. Saed non era né un balordo né un criminale. Saed era un immigrato, povero e malato. Quando lo abbiamo conosciuto, perché si presentò ad un nostro sportello sindacale era disperato perché dormiva per strada. Ci disse subito che aveva problemi di salute: diabete e cardiopatia. Cercava un posto dove stare. Ci propose di mettere una roulotte nell’ex SARS e noi lo aiutammo, non avendo niente di meglio da offrire. Quindi la prima inesattezza che abbiamo sentito dire: “E’ Said dormiva in un container.” Said non dormiva in un container qualsiasi ma nella sua roulotte che si era risistemato con molta dignità. La seconda inesattezza che circola: “Sarà morto da giugno.” Saed partecipava regolarmente alle riunioni con cadenza settimanale, nonché alle varie iniziative. Il 7 luglio era nello spezzone di AS.I.A USB alla passeggiata “No Asse No Base”. Il 14 luglio era al concerto degli Assalti Frontali nella casa occupata di Torre del Lago. Ad agosto le riunioni vengono interrotte, come ogni anno, per le ferie e le attività si fanno più rare. Nonostante ciò, lo abbiamo visto alla Festa dei Partigiani in pineta di Levante il 14 agosto. Sentiamo parlare impropriamente di degrado e siamo di fronte all’ennesima inesattezza vista la dignità di Saed che è l’opposto del degrado. Esiste un’altra parola più esatta che descrive la sua situazione e che nessuno ha più il coraggio di utilizzare. Questa parola si chiama: Povertà. I poveri sono dimenticati, abbandonati e molto spesso vivono in condizioni di salute pessime. L’emergenza abitativa di questa città, il continuo depotenziamento della nostra sanità aggravano le condizioni di vita di queste persone. Non siamo di fronte ad una storia di cronaca nera e nemmeno di fronte all’ennesimo numero da mettere in qualche statistica. Non c’è da fare del gossip morboso! C’è da avere rispetto! Siamo di fronte ad un dramma: la morte di un uomo. Saed da alcuni giorni non rispondeva alle telefonate di alcuni suoi connazionali e nemmeno nella nostra chat. Ieri la tragica notizia che ci ha riempiti di dolore. Saed era una persona mite, disponibile e nonostante la sua povertà anche generosa. Lo abbiamo apprezzato e lo ricorderemo per sempre. Ci auguriamo adesso che possa avere una degna sepoltura e che non accada quello che è accaduto, anni fa, ad Aldo Pasquali. Aldo dopo la morte dovette rimanere 15 giorni in una cella frigorifera dell’ospedale Versilia perché senza residenza.

La povertà e la marginalità non sono figlie del sedicente degrado ma di scelte politiche ben precise. Rimuovere le roulotte come spesso è stato fatto dalle amministrazioni comunali non significa aiutare chi vi vive dentro ma rendergli la vita ancora più difficile. Vuol dire nascondere la sabbia sotto il tappeto.

Sentivamo il dovere morale di intervenire su questa vicenda per rompere la solita litania sul degrado e il solito silenzio sulla povertà. Sentivamo, inoltre, il dovere di restituire a Saed quella dignità che merita e che lui non ha perso dormendo in una roulotte ma che qualcuno ha cercato di fargli perdere tante volte chiudendogli in faccia le porte ogni volta che andava a bussare.”

AS.I.A. USB

Brigata Mutuo Sociale per l’Abitare

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