Il Tavolo della Pace porta in piazza migliaia di persone contro la violenza e la “giustizia” fai da te.

Dopo giorni e giorni di oscenità, di veleni e di odio vomitato sui social dagli odiatori seriali, dalla destra più becera e dagli ignoranti che confondono la giustizia con la vendetta, è arrivata la risposta della Viareggio civile. Non da dietro uno schermo ma scendendo in piazza. Secondo la questura almeno 500 persone secondo gli organizzatori il doppio hanno sfilato in modo silenzioso e composto per chiedere giustizia per Noudim. Non si può venire uccisi per una borsetta e nemmeno per il suo contenuto. Chi parla di legittima difesa da parte di Cinzia Dal Pino ignora le leggi ma soprattutto i principi che le regolano. La Legittima difesa riguarda la persona e non la proprietà. E soprattutto deve essere proporzionata all’offesa. Siamo di fronte, invece, ad un omicidio volontario e questo non può essere minimamente accettato da chi ha valori che affondano le proprie radici nella costituzione italiana. Tante e tanti hanno risposto alla chiamata di Don Luigi Sonnefeld e del tavolo della Pace sfilando contro la violenza e l’indifferenza. Centinaia e centinaia di persone si sono ritrovate davanti al comune e poi hanno sfilato in modo silenzioso fino al luogo dove è avvenuto il delitto e qui hanno deposto un fiore. Si è trattato di una prima importante risposta.

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PAP Versilia: “Mai con Cinzia Dal Pino! Mai con la giustizia dei ricchi!”

Cinzia Dal Pino: viareggina, imprenditrice, benestante, ha ucciso Nourdine Naziki, 47enne di origini marocchina.

Il motivo per cui ha scelto – perché ha scelto – di porre fine alla vita di quest’uomo, è l’aver messo sui due piatti della bilancia furto e omicidio. Vale a dire un reato spesso frutto della necessità, con un crimine simbolo di prepotenza e sopraffazione.

Ma stiamo ai fatti: Dopo una serata passata con amiche ed amici, il furto di una borsetta. Lei rincorre chi l’ha derubata, un clochard, e pensa bene di punirlo prima investendolo, poi passando sul suo corpo almeno altre tre volte. Lei si dice “in preda al panico”, ma lo insegue, lo bracca, lo uccide.

Poi, lucida, scende dall’auto, si riappropria della borsa e se ne va di nuovo verso il ristorante: ha dimenticato di restituire un ombrello preso in prestito. É una cittadina modello, lei.

Una cittadina modello, ma soprattutto ricca. Neppure il tempo di sgualcire il vestito da sera fra commissariati e celle di detenzione, che già può riabbracciare i suoi cari nel comfort della sua casa. Lei, l’omicida, ai domiciliari; lui, un ladruncolo, sul freddo lettino di un obitorio, a disposizione dei magistrati.

Ma ci sono altri due fatti gravi in tutta questa faccenda: Il primo, la grande solidarietà data alla signora Dal Pino. Il popolino servile, da sempre, lecca la mano di chi lo percuote. La seconda è che chi commette un omicidio, se ha dalla sua i privilegi del censo, mal che vada si becca gli arresti domiciliari. Mentre le carceri continuano ad essere sovraffollate dai tanti Said, quando va bene.

Questa è giustizia? Se sei ricco, bianco e occidentale, te la svigni comunque e in qualche modo. Se sei povero, muori.

La nostra solidarietà va a Nourdine e ai suoi familiari e amici, che la terra ti sia lieve.

Mai dalla parte dei e delle Cinzia Dal Pino.

Potere al Popolo Versilia

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In tanti con i No Base sotto il comune di Pisa.

Venerdì 13 settembre sotto il municipio di Pisa si sono riunite centinaia e centinaia di persone tutte decise a contrstare il folle progetto della base militare a Coltano.

Mezzo miliardo di euro saranno buttati per un’operazione di militarizzazione e di devastazione ambientale, in un territorio in cui la presenza di infrastrutture militari usate per il trasporto di armi è sempre più pervasiva. Mezzo miliardo di fondi pubblici sottratti alla sanità, all’istruzione, all’edilizia popolare.

Il presidio è stato ricco di interventi che hanno messo in risalto le mille ragioni per cui essere contrari a questo progetto. Presenti molti giovani, le forze politiche della sinistra, i sindacati di base, i movimenti di lotta. Presente in piazza anche il Movimento No Asse che domenica 15 sfilerà con una passeggiata No Asse No Base a Viareggio. L’iniziativa è sicuramente riuscita e ha lasciato negli intervenuti molta fiducia per il proseguo della lotta.

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Italia Nostra protesta contro l’abbattomento di venti alberi in Darsena.

Venti Alberi sono stati abbattuti in via Paolo Savi, in Darsena, nonostante le proteste di Italia Nostra. L’amministrazione Del Ghimgaro non ha voluto sentire ragione. Giovedì 12 ottobre alcuni attivisti hanno fatto un presidio per denunciare questo scempio. Un attivista di Italia Nostra si è incatenato ad un albero e la polizia lo ha identificato. Gli attivisti affermano che gli alberi malati fossero solo due ma questo non ha fermato l’amministrazione. Intanto Amici della Terra, Comitato per la Salvezza della Pineta, La Voce degli Alberi, Italia Nostra e Lipu hanno presentato alla procura della Repubblica un esposto, proprio, contro il taglio dei pini in corso in via Savi.

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Repubblica Viareggina solidarizza con il Movimento di Lotta per la casa e chiede le dimissioni dell’assessora al sociale.

“Esprimiamo alla Brigata Mutuo sociale per l’abitare le nostre sentite condoglianze per la perdita di due attivisti. Ali e Said. Crediamo che la Brigata stia facendo più di quanto le compete sul piano dell’accoglienza. Chi è del tutto assente è l’amministrazione comunale. Grave è il fatto che L’assassora al sociale non riceva i sindacati. In passato ne abbiamo chiesto le dimissioni e torniamo a chiederle nuovamente. Ancora piu grave, però, è il comportamento di funzionari e dirigenti dell’anagrafe che negano il diritto alla residenza.”

REPUBBLICA VIAREGGINA

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La soddisfazione del Cantiere Sociale Versiliese per il doppio evento la Baldoria e la festa della comunità bengalese.

Come ogni anno il Cantiere Sociale Versiliese, il Collettivo “Dada Boom” con il patrocinio del rione Varignano promuovono la Baldoria dietro l’Italmaco. Un momento di aggregazione e socialità che regala stupore e sorrisi ai bambini. Anche quest’anno si è rinnovata la tradizione. Ma la giornata è stata caratterizzata anche da altri eventi come il pride e come la festa per la nascita di un bambino bengalese che si è svolta proprio presso il Cantiere Sociale Versiliese. Soddisfazione è stata espressa proprio dai militanti del Cantiere Sociale Versiliese che in un post su facebool scrivono:

“Ieri sera è stata veramente una grande e bellissima giornata di aggregazione e socialità. Mentre in piazza, come ogni anno, veniva rinnovata la tradizione della Baldoria, con tante famiglie del quartiere a festeggiare insieme, al Cantiere Sociale Versiliese la comunità bengalese festeggiava insieme l’arrivo di un nuovo bambino: anche se per la legge non è così, per noi un nuovo cittadino di Viareggio è nato! Ringraziamo tutte e tutti i partecipanti e chi si è dato da fare per realizzare questa splendida serata!”

Condividiamo quanto scritto dal Cantiere Sociale Versiliese. Riteniamo importante il proseguimento di questa tradizione e cogliamo l’occasione per esprimere piena solidarietà ai ragazzi delle altre baldorie troppo spesso criminalizzati dai soliti odiatori sui social. Auspichiamo che ogni quartiere torni a fare una Baldoria.

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Festa e lotta al Pride di Lucca. Almeno in 20.000 per le vie della città.

Una bellissima giornata quella che è stata vissuta a Lucca sabato 7 settembre. Almeno 20000 perone hanno partecipato al Pride. Numeri alti che spazzano via tutte le sterili polemiche dei benpensanti, le minacce dei gruppuscoli neofascisti e l’ignoranza della destra.

Tanto colore e tanta musica per riaffermare un orgoglio, per difendere dei diritti e conquistarne di nuovi. Il percorso della comunità LGBTQ+ viene da lontano ma di strada ancora ne deve fare visto l’omofobia, la transfobia che il patriarcato e il capitalismo diffondano anche nel nostro paese. La manifestazione è stata ricca di spunti con molti cartelli e tanti richiami anche alla pace. Le Frocie hanno voluto, e secondo noi hanno fatto benissimo, esprimere la loro solidarietà al popolo palestinese. Tantissimi i giovani e anche i bambini per un corteo di lotta e di festa che segna una tappa importante per la crescita di questo movimento.

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Il Cantiere Sociale Versiliese scrive a Del Ghingaro: “Quanti poveri devono ancora morire signor sindaco?”

QUANTI POVERI DEVONO ANCORA MORIRE SIGNOR SINDACO?

“Sono passati pochissimi giorni dalla morte di Saed, ritrovato senza vita in una roulotte, e un altro militante del movimento di lotta per la casa, Alì Fati, ha perso tragicamente la vita all’ospedale di Livorno.

Alì, insieme a diverse altre persone, era ospite da tempo al pronto soccorso abitativo che da anni è attivo al Cantiere Sociale Versiliese, per cercare di dare una risposta all’emergenza abitativa che attanaglia la nostra città in modo sempre più drammatico.

Quello che negli intenti doveva essere un intervento emergenziale, ovvero dare provvisoriamente un tetto sulla testa a chi non ce l’ha, con il tempo si è trasformato in un intervento per così dire strutturale. Il motivo è molto semplice: le politiche abitative a Viareggio sono zero, semplicemente non esistono. Il nostro sostegno per necessità si è dovuto sostituire al vuoto istituzionale.

Ma oltre al dolore, quella che ci scorre nelle vene in queste ore è la rabbia. Perché da anni ormai sosteniamo le rivendicazioni dei sindacati e del movimento di lotta per la casa per sbloccare l’accesso alla residenza fittizia alle persone senza fissa dimora a Viareggio. Infatti vedere negata la residenza significa anche e soprattutto non poter avere un medico di famiglia, avere precluso il diritto alla salute.

Alì e Saed non avevano ad esempio la possibilità di fare esami periodici, nonostante entrambi avessero delle patologie. Inutile girarci intorno: negare la residenza uccide le persone.

A questo punto non possiamo che rivolgerci nuovamente alla Giunta Comunale per chiedere una semplice cosa: i poveri di questa città, gli ultimi, gli invisibili, hanno il diritto alla vita a Viareggio?

Finora abbiamo sempre e soltanto incontrato un muro di gomma, i responsabili hanno nascosto la testa sotto la sabbia come gli struzzi, nella speranza probabilmente che la questione abitativa passasse in sordina.”

Ma vogliamo essere chiari: noi non dimentichiamo niente.

Cantiere Sociale Versiliese

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La morte di Alì scuote AS.I.A. e Brigata Mutuo Sociale che attaccano sulle residenze negate.

“La morte di Alì non farà notizia come quella di Saed, perché non è morto in una roulotte parcheggiata in una zona periferica, dove è facile alimentare leggende metropolitane e creare facili allarmismi. Alì Fathi è morto nel reparto di rianimazione di Livorno la notte del 3 settembre. Eppure le due storie hanno molto in comune. Entrambi abbandonati dai servizi sociali della sedicente perla del Tirreno. Alì dormiva da anni presso il pronto soccorso abitativo al Cantiere Sociale Versiliese. Era un nostro militante e soprattutto si sentiva un viareggino. Da 30 anni viveva in questa città, aveva lavorato in cantiere, e aveva fatto il volontario per varie associazioni sul territorio ma questo non ha impedito ai burocrati che lavorano all’ufficio anagrafe del comune di Viareggio di respingergli le richieste per avere una residenza nella via Fittizia dei Vageri comprese quelle presentate dal nostro legale. Alì non si arrendeva e aveva consumato la suola delle scarpe per andare in quell’ufficio, dove veniva preso in giro dalla funzionaria. “Risei qui?” “Ormai siamo amici, sei fisso qui.” Sarcasmo di pessimo gusto che accompagnava il disumano diniego di una serie di diritti tra i quali il più importante quello ad avere un medico di famiglia, Alì, quindi, non poteva fare analisi né farsi prescrivere una ricetta. Il 29 agosto ha detto ad un compagno di sentirsi poco bene e si è ritirato nel suo alloggio. Alcune ore dopo, non rispondendo alle nostre chiamate, abbiamo aperto la porta e lo abbiamo trovato riverso in terra tremante, abbiamo chiamato l’ambulanza che lo ha portato al Versilia dove la situazione è apparsa subito grave e dove hanno deciso si trasferirlo a Livorno. Purtroppo dopo alcuni giorni in rianimazione è morto.

Il dolore per noi, che abbiamo convissuto con lui, è grande ma molti sono anche i ricordi che ci resteranno. Tra questi la sua passione per i Pink Floyd, e l’amore per la città. Ci diceva spesso sono venuto ad abitare in uno dei posti più belli del mondo. Amava girare a piedi per Viareggio, quella Viareggio che gli ha negato i suoi diritti. Per noi Alì sarà sempre un viareggino sicuramente più di quei grigi burocrati che gli hanno impedito di avere la residenza, sicuramente più del sindaco lucchese, che si disinteressa totalmente della povertà, dell’emergenza abitativa e dei drammi sociali.

Nelle prossime ore valuteremo se e come presentare un esposto alla procura della repubblica per le continue residenze negate.”

AS.I.A. USB Viareggio

Brigata Mutuo Sociale per l’Abitare

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Repubblica Viareggina invita alla partecipazione al Toscana Pride.

“Il pride a Lucca è un’occasione importante per proseguire la battaglia contro ogni discriminazione e difendere i diritti della comunita LGBTQ+, conquistati in decenni di lotte.

Come Repubblica Viareggina invitiamo a partecipare e sostenere il pride che si terrà a Lucca il prossimo 7 settembre. Le minacce di gruppuscoli neofaacisti all’evento, che altro non sono che feccia, non ci intimidiscono. Ci auguriamo, tuttavia, che la DIGOS così celere nel reprimere il movimento pacifista e denunciare chi scrive la parola demilitarizzare sia altrettanto celere quanto meno nel contenere chi semina odio e omofobia. Capiamo che c’è un governo di estrema destra ma non possono esistere 2 pesi e 2 misure.

Saremo a Lucca per manifestare contro ogni forma di intolleranza, razzismo, omofobia, guerra, censura e repressione.”

Repubblica Viareggina

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