La vittoria di chi ha contestato il Jova Beach.

Abbiamo deciso di scrivere questo articolo, due settimane dopo il Jova Beach, per non essere risucchiati nel vortice delle polemiche mainstream.

Vogliamo proporre alcune riflessioni che ci auguriamo possano essere comprese e discusse con chi ha una mente aperta e svincolata dai pregiudizi.

Nei giorni successivi all’evento, i giornali locali e i politicanti nostrani hanno cercato di distorcere la realtà. Contrapponendo le sessantamila persone presenti in spiaggia a chi, giustamente, aveva mosso, nei mesi precedenti, le critiche a questo evento. Ci sembra corretto premettere che il numero dei partecipanti all’evento era ampiamente risaputo da mesi. Bastava constatare i biglietti venduti e non occorrreva, quindi, attendere la sera del concerto. Numeri, tra l’altro, simili a quelli di concerti di altri artisti in altre location. Quindi la notizia è di fatto una non notizia. Le persone che sono andate, legittimamente, a vedere Jovanotti, poi, lo hanno fatto perché a loro piace quella musica e quello spettacolo non perché condividono le politiche del presidente della regione Toscana, Eugenio Giani, o del sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro. Questi signori possono scrivere tutti i post che vogliono, farsi tutti i selfie che desiderano ma quel pubblico non era lì per loro e meno che mai era contro ambientalisti e attivisti sociali.

La buona presenza di pubblico non smentisce, per niente, le perplessità su come l’amministrazione viareggina abbia gestito l’evento.

Il tentativo, quindi, di far passare come sconfitti gli ambientalisti perché 60.000 persone hanno cantato le canzoni del “ragagazzo fortunato” non sta né in cielo né in terra.

Anzi proprio grazie all’impegno degli ambientalisti sono stati ottenuti dei risultati ben precisi, che difficilmente si sarebbero ottenuti con il silenzio. Il fatto che siano stati accessi i riflettori mediatici sulla spiaggia è servito a far recintare e mettere in sicurezza parti che altrimenti sarebbero rimasti alla mercé degli avventori. Anche chi ha portato avanti le proteste sociali può definirsi parzialmente soddisatto perché se da una parte sono stati allontanate le persone che viveano in roulotte, dall’altra non è stato sgomberato lo spazio socio abitativo Leonardo Ciuti dentro l’ex SARS dove alloggiano diverse persone. La minaccia di sgombero si è fermata grazie all’annuncio della probabile mobilitazione. Quindi chi ha protestato contro il Jova Beach può a buon ragione cantare vittoria anche perché molte persone sono state sensibilizzate e le persone critiche verso certi tipi di evento sono molte di più che nel 2019.

Mediocre e fazioso rimane il comportamento dei giornali locali. Un quotidano a ha pure scritto la Woodstock di Viareggio. Un simile paragone offende l’intelligenza di chi legge e di chi lo ha scritto.

Woodstock aveva uno spirito particolare del tutto incompatibile, non solo, con il Jova Beach ma con qualsiasi altro evento. Azzardare questo paragone è la dimostrazione dell’ignoranza e della maladede di certi giornalisti. Scrivere certe stupidaggini, però, significa, anche, dimenticare tutti i grandi concerti avvenuti in questa città negli anni 70 e 80 Nemmeno quando venne Santana in Piazza Mazzini nel 1998, che a Woodtock ci aveva suonato davvero, fu azzardato simile paragone. Queste improponibili paragoni mirano a creare suggestioni e nascondere gli importanti risultati ottenuti da quelle associazioni, ambientali e sociali che non volevano, assolutamente, impedire l’evento ma che ne avevano, invece, criticato la location e soprattutto le modalità. Alcune di queste modalità sono state corrette in corsa proprio grazie alla lotta di queste associazioni e movimenti.

Lo spazio socio abitativo Leonardo Ciuti dove alloggiano alcune persone in emergenza abitativa.
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E anche quest’anno il Varignano ha celebrato la sua baldoria.

Una volta era una festa di popolo, che vedeva i quartieri di Viareggio competere tra di loro. Ormai, da anni questa tradizione si è persa, anche, per responsabilità della classe poltica. Al Varignano, però, quartiere proletario resiste. E anche quest’anno il 7 settmbre nella piazzetta davanti al parco della vetraia è andata in scena “Baldorie in Cantiere”, rganizzata dal Cantiere Sociale Versiliese, dal Collettivo “Dada Boom” e dal Rione Varignano. Musica del carnevale, panini, bibite, fuochi di artificio e soprattutto il grande falò accesso dopo che i bambini hanno raccolto i pinugliori. Tra la gente che si divertiva era presente Gusmano menestrello del Varignano, maschera ufficiale del rione che ha annunciato il ritorno del concorso de “mi Carri” per venerdì 17 febbraio. Prima dell’inizio delle Mi Nonnne è stato ricordato Leonardo Ciuti scomparso lo scorso anno alcuni giorni dopo aver partecipato, come ogni anno, alla baldoria.

L’amministrazione comunale che avrebbe voluto cancellare del tutto questa festa popolare ancora una volta è stata sconfitta dalla partecipazione e dal protagonismo dal basso di chi si autorganizza.

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Dal 1 al 4 settembre alla Casa Rossa Occupata si è svolta la 15° festa antifascista.

Si è svolta, dal 1 al 4 settembre presso la Casa Rossa Occupata di Montignoso, la quindicesima festa antifascista. Quattro giorni intensi, ricchi di socialità, divertimento, buon cibo e buona musica ma anche di dibattito e riflessione. Le compagne e i compagni che attraversano questa importante esperienza hanno tenuto a ribadire un concetto, portando a conoscenza di alcune situazioni di violenza di genere e di violenza privata. Nonostante le ovvie difficoltà la festa si è svolta regolarmente riaffermando che quello spazio è un luogo sicuro dove non vengono tollerati atteggiamenti molesti o sessisti.

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Arianna Lombardi di Camaiore Popolare critica la maggioranza per avere votato contro la mozione che chiedeva un consiglio comunale congiunto dei 7 comuni sulla sanità.

“Ieri sera, durante il Consiglio comunale di Camaiore, di fronte alla mozione che chiedeva un Consiglio comunale congiunto dei 7 comuni della Versilia, per parlare di Sanità e dello stato del nostro ospedale, la maggioranza ha votato contro, causando il respingimento della mozione.

La mozione riprendeva un comunicato che il sindacato FIALS aveva inoltrato a tutte le forze politiche, comprese quelle della maggioranza e la nostra, motivo per cui dopo aver incontrato i lavoratori della ASL abbiamo deciso convintamente a favore.

Riteniamo che sulla Sanità pubblica sia in corso una vera e propria emergenza, e che occorra un impegno deciso da parte della Regione Toscana in termini di assunzioni di personale, stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori precari e aumento dei posti letto: è grave che da parte della maggioranza non si voglia aprire una discussione pubblica e trasparente su questo, allargata anche a chi non fa parte del centrosinistra regionale e locale. Forse per paura di inimicarsi Giani e la sua Giunta?

La contro-mozione presentata dalla maggioranza e approvata con i loro voti è del tutto insufficiente, perché si limita a chiedere un impegno al primo cittadino verso la Conferenza dei Sindaci (già tenutasi un mese fa) e una relazione periodica al Consiglio comunale, cosa che dovrebbe avvenire in ogni caso, ricordiamo infatti che il Sindaco per legge è il primo garante della salute dei cittadini del suo comune.

Abbiamo visto di buon occhio la mediazione proposta dal consigliere Pardini che proponeva di agire su entrambi i fronti, quello della Conferenza dei Sindaci e del Consiglio Comunale congiunto: dispiace che essa sia saltata.

Auspichiamo comunque che una mediazione si trovi in futuro e che la nostra comunità possa agire con una sola voce, perché su un tema importante come la Sanità pubblica è necessario andare oltre le appartenenze politiche.

Lo dobbiamo in primis ai cittadini e alle cittadine, che sempre di più si vedono negato il diritto alla salute, e ai lavoratori e alle lavoratrici, il cui sforzo per assicurarlo nonostante i tagli deve essere rispettato e non oltraggiato come purtroppo sta avvenendo.

Vogliamo continuare a rinchiuderci nelle nostre stanze o vogliamo iniziare ad utilizzare quei pochi strumenti di democrazia diretta che abbiamo per lavorare collettivamente?”

Arianna Lombardi, Consigliera comunale di Camaiore Popolare

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Repubblica Viareggina invita a votare Unione Popolare ma soprattutto fa alcune considerazioni sul dopo voto.

“Le crisi economiche, sanitarie, climatiche, politiche e militari sono tutte facce di un unica e più grande crisi, la crisi del sistema. Il capitalismo ha mostrato, ulteriormente, in questi ultimi venti anni il suo volto cinico e ingiusto. Anche durante la pandemia, i ricchi sono diventati sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Lo slogan “né usciremo migliori” si è rivelato solo fuffa. L’aumento dei conflitti militari, quello in Ucraina è il più fotografato, ma non è l’unico nel mondo, ve ne sono in tutti i continenti, ci parlano di un sistema instabile che affanna nella ricerca di nuovi equilibri tra le varie potenze imperialiste. A farne le spese, ancora una volta, sono le classi subalterne. La politica è lontana dal dare risposte agli sfruttati. Il draghismo, in Italia, ha rappresentato un ulteriore salto di qualità nello sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici; dei precari e delle precarie e della gioventù in particolare. Non dimentichiamo gli studenti morti per colpa dell’odiosa alternanza scuola lavoro voluta da Renzi e da tutta la classe dirigente liberista. Non dimentichiamo nemmeno chi ha dovuto subire la repressione per avere protestato contro questa legge infame. Chi ha sostenuto il governo Draghi sta dalla parte delle multinazionali e delle banche, quindi, contro gli interessi popolari. Il PD è il perno centrale di questo sistema e per tanto rimane in un campo avverso a noi. Nessuna forza politica di sinistra può allearsi con il PD senza perderne la credibilità. Sinistra Italiana e Verdi per qualche seggio sicuro in parlamento rimuovono le differenze e si alleano con il partito della guerra. Peggio ancora fanno articolo 1 e socialisti, che senza alcuna dignità, si candidano proprio nelle liste del PD. Il richiamo al voto utile è una lagna insopportabile. Votare per battere le destre chi ha governato con le destre e ha fatto politiche di destra è una contraddizione gigantesca. Sappiamo quale minaccia si nasconda dietro la destra italiana guidata dall’ex fascista Giorgia Meloni e alleata con il mafioso di Arcore e il mitomane razzista di Salvini ma sappiamo anche che l’opposizione a questa destra non può essere fatta da liberali o ex democristiani. Serve in parlamento una rappresentanza che dia voce alle lotte dal basso, a chi ogni giorno prova a resistere alle devastazioni portate avanti dalle politiche liberiste che sia centrodestra che centrosinistra hanno sostenuto in questi anni. Serve una rappresentanza politica che sulla guerra non abbia atteggiamenti equivoci e che non sia appiattita sulle posizioni degli USA. Con tutti i limiti e i ritardi, la lista denominata Unione Popolare che raccoglie vari soggetti comunisti, ambientalisti e di movimento ci sembra oggi l’unica realtà credibile. Come Repubblica Viareggina invitiamo quindi a votare per Unione Popolare. Tuttavia, siamo consapevoli sia del fatto che non sia il terreno elettorale il principale luogo di ricomposizione della classe e tanto meno il principale spazio dove intervenire politicamente. Temiamo, inoltre, che Unione Popolare sia l’ennesimo cartello elettorale che evapori dopo il voto del 25 settembre. Per questo motivo riteniamo avviare fin un percorso di verifica sociale e politica sui territori. Consapevoli dell’inadeguatezza di Repubblica Viareggina crediamo che vada ripensata con attenzione l’idea di organizzazione politica. Per questo osserveremo con occhi attenti tutto quello che accadrà di qui alle elezioni e subito nell’immediato a partire dalle pratiche del Cantiere Sociale, dei movimenti ambientalisti, e aderiremo al dibattito che si terrà al Dada Viruz Festival, ecc.. Non ci piace essere pessimisti ma temiamo che altre nuvole oscure si presentino con l’autunno, per questo occorre rimettere in moto la nostra piccola organizzazione: magari per superarla o magari per rafforzarla (niente è scritto) ma comunque sempre per provare a incidere nella realtà che viviamo.”

Repubblica Viareggina

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Lavoro prcario, roulotte distrutte, soldi pubblici gettati e molto altro. Ecco il Jova Beach a cui le forze anticapitaliste sono contrarie.

“In tantissimi si sono soffermati, giustamente, sui problemi ambientali che il Jova Beach procura, anche perché al pianeta resta poco tempo se non si invertono drasticamente certi comportamenti e stili di vita, ma questo evento porta con se anche altri problemi non meno gravi. Si va dalla decisione presa dalla giunta comunale di stanziare soldi pubblici per un evento privato. Cifra, tra l’altro non irrisoria, che poteva essere destinata per affrontare varie emergenze cittadine da quella abitativa a quella dell’assenza degli scuolabus. Una altra questione che a noi sta particolarmente a cuore è il destino poi di quei ragazzi non fortunati, che vivevano in roulotte e che avevano trovato dimora presso la zona dell’ex piscina e che sono stato di nuovo spediti come un pacco postale in altre zona della città. Questa amministrazione affronta il disagio e la povertà come una questione di ordine pubblico e non come una problematica sociale. Infine, c’è la nostra ferma critica a come vengono utilizzati i lavoratori per questo evento. Si parla di lavoro, spesso al nero, con orari lunghissimi e di persone che saranno costrette a dormire sulle brande. La nostra contrarietà quindi ad un evento del genere non ha solo motivazioni ambientali ma anche motivazioni etiche, politiche, sindacali, sociali e culturali.”

Museo Popolare Giak Verdun, Partito Comunista federazione Versilia, Spazio Socio Abitativo Leo Ciuti, Repubblica Viareggina, Cantiere Sociale Versiliese, AS.I.A. USB, COBAS Lavoro Privato Versilia, Potere al Popolo Versilia, Partito Comunista dei Lavoratori sez Lucca e Versilia, Extinction Rebellion.

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Per Nicolò Martinelli candidato di Unione Popolare il comune di Viareggio patrocina la campagna di Renzi, Calenda e Gelmini.

“Apprendiamo che nel Comune di Viareggio, nonostante dallo scorso 11 agosto siano in vigore le norme sulla par condicio, che tra le altre cose vietano alle pubbliche amministrazioni di andare oltre la semplice comunicazione istituzionale, vengono utilizzate le mailing list dell’ufficio cultura per veicolare incontri di chiara propaganda politica a senso unico, a favore degli esponenti del cosiddetto “terzo polo” di Renzi, Calenda e Gelmini, che saranno ospiti in questi giorni dell’evento “Gli incontri del Principe”, patrocinato dal Comune di Viareggio.

Riteniamo già sbagliato a cose normali che gli eventi organizzati da istituzioni e fondazioni pubbliche non siano rispettosi del pluralismo di tutte le formazioni politiche presenti alle elezioni, come purtroppo avviene da anni nella gestione della Versiliana; è però intollerabile che questo avvenga in un periodo in cui la legge tutela al massimo la neutralità del dibattito politico come la campagna elettorale.

Abbiamo presentato un esposto al Prefetto di Lucca affinché intervenga e richiami l’amministrazione di Viareggio e tutte le altre al rispetto del pluralismo politico e della neutralità dell’ente comunale, che è cosa ben distinta dalle opinioni politiche dei suoi amministratori.”

Nicolò Martinelli

Segretario Federazione PRC-SE della Versilia e candidato alla Camera dei Deputati per Unione Popolare nel collegio uninominale Massa-Carrara-Viareggio-Versilia

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Jova Beach Party al moletto di Viareggio, festa dell’ipocrisia ecologica e sociale.

“Ieri sera 23 agosto a Viareggio, nello spazio socio abitativo Leo Ciuti occupato, si è svolta una riunione tra varie associazioni del territorio tra cui il Comitato per la salvezza della Pineta, Italia Nostra, Legambiente, Repubblica Viareggina, Collettivo Dada Boom, Cantiere Sociale Versiliese, USB e Giovani Europeisti Verdi Toscana, Apuane Libere e GriG Apuane.

La riunione ha avuto come tema principale il Jova Beach Party e i suoi innumerevoli impatti sulla società e sul territorio della città e del litorale viareggino. Si è discusso di come l’evento, basato sull’idea oggettivamente originale e accattivante di un grande concerto sulla spiaggia, che ha molta presa sulla giusta voglia di divertimento e di libertà delle persone, nasconda in realtà aspetti oscuri e inquietanti.

La prima questione, dalla quale è partita la mobilitazione contro la localizzazione del Jova Beach Party sulla spiaggia del Moletto (o del Muraglione, come è diventata più nota sulla stampa) è quella ambientale. Studi scientifici indipendenti attestano che sulla spiaggia si sta formando un ambiente dunale embrionale, con oltre un ettaro di superficie vegetata e ben 3 habitat di interesse comunitario, con l’annessa presenza di diverse specie animali. Tali studi hanno generato lo stop dei lavori da parte della Soprintendenza dei Beni Culturali, che ha chiesto una relazione integrativa in proposito. E’ da rilevare che la relazione di Arpat sbandierata dal Sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro come “chiusura del discorso e della solita polemica estiva”, non corrisponde alla richiesta della Soprintendenza e non risponde nemmeno nel merito della problematica sollevata in quanto si limita ad affermare che l’area del Muraglione non è zona protetta (il che non esclude che vi siano specie da proteggere in base alla direttiva comunitaria). Inoltre, le rassicurazioni da parte degli organizzatori sul fatto che la spiaggia sarà ripulita e la vegetazione sarà ripiantata risultano non pertinenti e non efficaci ad una vera ripresa degli ecosistemi attualmente in via di sviluppo. Ricordiamo anche che la Procura di Lucca ha aperto un’indagine sull’ipotesi di danno ambientale.

Ma è anche sul piano economico-sociale che emergono tratti a dir poco controversi. Partiamo con la considerazione del fatto che il Comune di Viareggio ha stanziato ben 250000 € per l’evento. Una somma ingente di denaro PUBBLICO, tolta ai servizi destinati ai cittadini di Viareggio per essere messa a servizio di un evento PRIVATO che ha generato e genererà enormi incassi. Impossibile non pensare allo sceriffo di Nottingham… Tant’è vero che tra i provvedimenti presi dall’amministrazione vi è anche lo sgombero di coloro che abitavano nelle roulotte in sosta nel parcheggio della piscina, che sarà interamente dedicato all’evento. Se pensiamo poi alle persone ingaggiate per lavorare all’evento, al netto di coloro che hanno rinunciato denunciando che la paga non bastava nemmeno come rimborso spese (vedi Anpas Toscana che si è rifiutata di fornire l’assistenza sanitaria), è da rilevare che la sistemazione per il pernottamento predisposta per loro è nientepopodimeno che… la palestra.

Tutto ciò ci sembra paradossale, anche considerato che stiamo parlando di Lorenzo Jovanotti, un artista che si è sempre detto non solo ecologista, ma anche sensibile alle tematiche sociali e ai bisogni degli “ultimi”. Quello che emerge dall’ideazione e dalla gestione del Jova Beach Party, è invece un quadro a tutt’altre tinte: come nelle operazioni di marketing standard è stato creato un bisogno, quello di assistere ad un concerto “con i piedini nella sabbia”. Una cosa accattivante, lo ammettiamo, ma non certo una questione di vita o di morte. Su questo bisogno è stato costruito il prodotto del Jova Beach Party, un prodotto destinato non certo agli “ultimi”, considerati i prezzi dei biglietti e delle vivande acquistabili all’interno della zona concerto tramite “tokens” a prezzi tutt’altro che modici, ma che trascura e svilisce proprio gli ultimi, i lavoratori e l’ambiente. Non ci piace. Non siamo contrari al concerto, anzi il concerto si deve fare, ma nei luoghi e con le modalità adatte, non solo agli spettatori, ma anche alla città e al contesto sociale e ambientale in cui si svolge.”

Coordinamento Il Moletto non si tocca

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Le compagne e i compagni di Camaiore Popolare piangono Enrico Marchetti.

“Apprendiamo con dolore della perdita di un compagno speciale e prezioso come Enrico Marchetti.

Ad essersene andato è l’uomo che ci ha restituito la speranza e la determinazione a lottare, in politica come nella vita, fino all’ultimo momento.

Una persona buona e altruista, oltre che un comunista schierato da sempre dalla parte dei più deboli, prima su tutti la lotta per i diritti delle persone disabili, per la cui causa si è sempre speso.

Nel corso dell’ultima campagna elettorale abbiamo imparato ad apprezzarne il temperamento pragmatico, che pur senza scadere in semplificazioni e luoghi comuni, mirava dritto alla sostanza dei problemi per trovare proposte e soluzioni: capace di immaginare, grazie alla sua inesauribile vena artistica, e capace di ascoltare le storie e le idee degli altri.

Senza rimanere indifferente e partecipando al progetto collettivo di Camaiore Popolare, è riuscito nell’impresa di riportare la sinistra comunista e di alternativa nel consiglio comunale della città e di dare l’esempio e la speranza ad una nuova generazione di giovanissimi militanti politici.

Come compagne e compagni di Enrico, lo ricorderemo sempre con un posto speciale dentro i nostri cuori, portando avanti le sue idee e la sua passione per cambiare lo stato di cose presente.”

Le compagne e i compagni di Camaiore Popolare

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Soddisfazione da parte degli organizzatori di “Demilitarizzare La Spezia”

“Intensissima ed emozionante iniziativa quella che si è svolta ieri 21 luglio nella frazione di Marola a La Spezia. Ci sentiamo di ringraziare tutte le intervenute e tutti gli intervenuti un ringraziamento particolare lo rivolgiamo ai collettivi spezzini “Murati Vivi” e “Mitilanti” e agli abitanti di Marola per l’accoglienza. La censura del comune di La Spezie e del Museo CAMeC all’opera “Omaggio Ogiugno” si è rivelata un boomerang grazie alla solidarietà che è stata costruita in assemblee partecipate che hanno, poi, portato alla costruzione di questa bellissima iniziativa, ricca di emozioni ma anche di ragionamenti e spunti di riflessione. Centinaia di persone provenienti da varie città della Liguria e della Toscana si sono incontrate per mettere assieme arte e impegno politico nella migliore tradizione artivistica di Giacomo Verde. A Marola è stato reso quell’omaggio a Giacomo che il comune di La Spezia e il museo CAMeC hanno negato censurando l’opera del museo popolare Giak Verdun. Tuttavia, gli atteggiamenti ottusi di politicanti, burocrati e accademici hanno ottenuto l’effetto opposto a quello da loro desiderato. Il grido “Demilitarizzare La Spezia! Demilitarizzare il Mondo!” è uscito da quelle quattro mura asfittiche del CAMeC per andare in un quartiere della città che da anni è costretto a sopportare gli effetti nefasti della militarizzazione del territorio vedendosi negare, anche, l’accesso al mare. Adesso si parla di questo problema non solo a La Spezia ma anche a Genova, Chiavari, Massa, Carrara, Viareggio, Pisa, Livorno, Firenze e in altre città. Un’iniziativa quella di domenica che fa chiarezza sulla necessità di liberare l’arte dalle istituzioni. Del resto è ipocrita chiamare un’esposzione “liberare l’arte da artisti” se poi ci si affida mani e piedi al volere di una politica subalterna ai poteri forti. Un’iniziativa che ci lascia tutti più arricchiti grazie ad una sana e plurale discussione che ha visto protagonisti esperienze e pratiche diversissime come quelle sindacali, sociali, artistiche tutte legate da un filo comune quello di non soccombere ma di resistere e provare ad insorgere e convergere contro il militarismo, il capitalismo, il patriarcato e ogni forma di censura e di oppressione. Non solo porteremo a lungo nel cuore il ricordo di questa giornata ma sarà un modello per costruire altri momenti di lotta unitaria.”

Museo Popolare Giak Verdun

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