Rifondazione Comunista soddisfatta del voto di Camaiore Popolare.

“Ricostruire la sinistra di alternativa in Versilia è possibile e necessario.

Questa la prima considerazione che come segreteria di Rifondazione Comunista ci sentiamo di esprimere, in attesa che nei prossimi giorni si riuniscano gli organismi dirigenti del partito per una più approfondita analisi dei risultati delle elezioni comunali di Camaiore e Forte dei Marmi.

Salutiamo con entusiasmo l’ingresso in consiglio comunale della lista Camaiore Popolare, col candidato a Sindaco Enrico Marchetti, promossa dal nostro partito assieme a Potere al Popolo, in alternativa tanto a una delle destre più reazionarie mai viste sul nostro territorio, tanto ad un “centrosinistra” a guida moderata e sostenuto da tutto l’apparato di potere legato all’ex Sindaco Gianpaolo Bertola.

Il risultato di Camaiore premia il duro lavoro di anni dei nostri militanti sul territorio, visto anche nel corso dell’ultima campagna elettorale, fatta con pochissimi soldi ma con tante giovani energie e amore per il bene comune; ma soprattutto è un segnale di speranza per l’intero comprensorio di Viareggio e della Versilia, perché manda completamente in frantumi la narrazione del “partito al potere” tesa a scoraggiare gli elettori di sinistra e a dipingere come inutile qualsiasi tentativo di mettere in discussione le leve del potere su questioni strategiche come sociale, acqua e rifiuti.

Da oggi le vertenze presenti sul territorio avranno una sponda nelle istituzioni a non lasciarle sole; una sponda che non risponde “signorsì” al PD Versilia come fa tanta, troppa, autoproclamata sinistra locale.

Il risultato di ieri segna anche una vittoria di tutte le nuove generazioni che hanno attraversato la sinistra di classe versiliese: ci insegna che a Camaiore facemmo bene a non trasformare il nostro partito nel giocattolo personale di qualche capobastone locale, perdendo qualcosa nell’immediato, ma riconquistando una credibilità nel lungo periodo che ci ha permesso di dare spazio ad un nuovo gruppo dirigente di giovani, di cui la segretaria del circolo Arianna Lombardi, più votata della lista, è la nostra punta di diamante.

È nostra intenzione fare esattamente la stessa cosa a Forte dei Marmi, dove ad impedirci di presentare la lista sono state la necessità di completare la riorganizzazione del partito, il cui circolo è nato solo di recente, e scelte individuali che non condividiamo, anche se rispettiamo, sempre che il rispetto sia reciproco.

Nel fare i nostri migliori auguri di buon lavoro a Enrico Marchetti e alle compagne e ai compagni di Camaiore, ricordiamo che per noi le istituzioni sono un mezzo e mai un fine per cambiare in meglio le condizioni di vita delle classi popolari; e che se da oggi a Camaiore siamo più forti, con una proiezione istituzionale, la nostra attività non si ferma negli altri sei comuni della Versilia, dove i nostri circoli territoriali continuano a lavorare incessantemente per il bene della comunità, e diamo appuntamento a tutti per confrontarsi sui problemi del territorio nelle due Feste di Liberazione che svolgeremo quest’estate, dal 30 Giugno al 10 Luglio a Quiesa e dal 10 al 16 agosto a Solaio.”

Nicolò Martinelli

Segretario Partito della Rifondazione Comunista

Federazione della Versilia

Pietro Lazzerini

Responsabile Enti Locali Partito della Rifondazione Comunista Federazione della Versilia

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Picchetti antisfratto e ricorsi continua l’impegno contro l’emergenza abitativa a Viareggio.

“Siamo intervenuti martedì mattina per rinviare uno sfratto di una signora in via Zanardelli. L’ufficiale giudiziario ha concesso un altro mese di tempo. Sempre più persone sono in emergenza abitativa e purtroppo dall’amministrazione comunale non arrivano risposte. Nei prossimi giorni presenteremo anche alcuni ricorsi per sfratti da case erp.”

AS.I.A. USB

Brigata Mutuo Sociale per l’Abitare

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Successo per la sinistra di classe a Camaiore, che elegge Enrico Marchetti in consiglio comunale.

Con quasi il 5% Enrico Marchetti riporta la sinistra di classe e i comunisti in consiglio comunale a Camaiore. La lista Camaiore Popolare, composta da Potrere al Popolo e Partito della Rifondazione Comunista, con pochi mezzi e pochi soldi è riuscita in un impresa in cui pochi credevano. E appena i dati sono stati confermati l’entusiasmo è esploso a casa dell’artista camaiorese dove in tanti si sono radunati per aspettare il risultato.

Il centrosinistra, con Marcello Pierucci, sfiora quasi il 60%, e si aggiudica al prino turno la poltrona di sindaco, battendo Claudia Bonuccelli e la destra che si ferma al 35%. In questo contesto e con questi numeri immaginare una lista di sinistra indipendente e autonoma che sfiorasse il 5% era quasi inimmaginabile ma è quello che è accaduto prché il duro lavoro è stato premiato. Il risultato è al di sopra delle attese. Marchetti prende oltre 600 voti, più di tre volte i voti che prese Ilaria Duccini la candidata di Camaiore è Tua cinque anni fa. Camaiore Popolare come lista prende più voti di Fora Italia e persino della Lega. Un risultato veramente ottimale specie se si considerea che lista Camaiore a Sinistra interna al centrosinistra si attesta sopra l’8% Insomma a Camaiore sembra esserci uno spazio a sinistra. Gli appelli al voto utile e alla sedicente responsabilità possono avere rallentato ma non hanno fermato l’avanzata di una lista fatta per la maggior parte da giovani e donne come la lista di Camaiore Popolare.

https://fb.watch/dEhRT323vP/

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Tra gli sconfitti ci sono le regioni che hanno imposto questi referendum bocciati dalla popolazione.

Il flop dei referendum ci dice, essenzialmente, che la distanza tra la gente e i palazzi del potere è aumentaa. Non è affatto una assoluzione per la magistratura italiana bensì una bocciatura per la politica e in particolar modo per chi ha cercato di cavalcare strumentalmente questi quesiti referendari. La giustizia italiana ha bisogno di riforme, e un certo giustizialismo che emerge, anche dal voto non voto, non aiuta. Tuttavia, è innegabile che la riforma della giustizia non può essere slegata da una visione più generale di riassetto dell’intero sistema, che questi referendum non toccavano. I quesiti referendari sono stati percepiti, dalla stragrande maggioranza della popolazione italiana, come la rivalsa di una classe politica corrotta. Il tentativo di riciclarsi e vendicarsi delle toghe. Il modo in cui sono stati proposti questi referendum, calati dall’alto tramite i presidenti delle regioni, e l’esclusione di temi più coinvolgenti, come eutanasia e cannabis, hanno aumentato la distanza tra i cittadini e le urne. I cittadini si sono sentiti scippati dalla burocrazia, ben rappresentata dal solito Giuliano Amato, di temi importanti sui quali avevano raccolto le firme e si sono visti proporre da una parte delle istituzioni dei referendum salva casta. La divisione delle carriere tra magistrati giudicanti e pubblici accusatori, può essere anche giusta, anzi per noi lo è, ma non possono proporla Berlusconi, Salvini e Renzi persone in evidente conflitto di interesse. Abbiamo disertato le urne e ci rallegriamo di questo risultato, che è storico dato che è il più basso di sempre per numero di affluenza alle urne per i referendum. Quasi l’80% degli italiani ha disertato i seggi. Considerando poi che i referendum sono stati accorpati alle amministrative, quel 20% che ha votato è anche più alto di quanto avrebbe potuto essere. Infatti. in molti seggi le persone hanno ritirato le schede dei referendum, in modo poco convinto, solo perché non sapevano che era un loro diritto rifiutarle. Se poi entriamo nel conteggio dei voti validi la vittoria del si seppure netta non è plebiscitaria. Insomma per i promotori del referendum la sconfitta è totale.

Tra le cause molto probabilmente c’è anche la disillusione di una larga parte degli italiani persuasi dell’inefficacia dello strumento referendario, dato che talora in passato furono introdotti provvedimenti legislativi che non rispettavano l’esito della volontà popolare. Gli undici milioni di elettori che votarono per l’acqua pubblica aspettano ancora che questo bene comune sia strappato dalle grinfie dei privati e ripubblicizzato.

Un’ultima considerazione la facciamo sul ruolo delle regioni e dei sedicenti governatori, come si fanno impropriamente chiamare dall’informazione accomodante gli attuali presidenti di regione. Queste istituzioni già nel caos per la gestione non ottimale della pandemia sono tra le principali sconfitte. Le regioni non hanno favorito alcun decentramento del potere ma solo creato nuove centrali di potere che niente hanno a che fare con il federalismo. Da queste centrali di potere è partita questa farsa del referendum. 300 milioni di euro sono andati in fumo ma nessuno dei presidenti di regione che ci ha imposto questo sentirà il dovere morale di dimettersi. Tutto questo è semplicemente vergognoso.

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Enrico Marchetti ha concluso la sua campagna elettorale da Piazza San Bernardino parlando ai giovani di Camaiore.

“Si è conclusa un’estenuante campagna elettorale a Camaiore che ha visto Potere al Popolo, Rifondazione Comunista ma anche tanti indipendenti uniti sotto la sigla Camaiore Popolare, che ha candidato l’artista impegnato da sempre nel sociale Enrico Marchetti alla carica di sindaco. Enrico ha datto serenità al gruppo e lo ha fatto nonostante la malattia contro la quale sta combattendo. Una campagna elettorale difficile, alle volte ignorata dai media, e fatta con pochi soldi. Una campagna elettorale però fatta di impegno porta a porta. Comunque vada a finire come blog ci sentiamo di fare i complimenti a chiunque si sia impegnato in questa difficile avventura e per avere dato spazio non solo alla sinistra di classe ma a chiunque non voglia rimanere schiacciato dal bipolarismo. Un comune con più di 30.000 abitanti con solo due candidati alla carica di sindaco sarebbe stata una sconfitta per l’intera comunità.

Venerdì sera, in Piazza San Bernardino, si è conclusa con l’aperitivo al Campus Malto e il concerto dei Contratto Sociale Gnu Folk la campagna elettorale di Enrico Marchetti a cui facciamo un sincero in bocca al lupo.”

https://fb.watch/dAbN1_y9Iy/

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Per il clima “Ultima Generazione” ha bloccato strade a Carrara, Padova e Milano.

“Pubblichiamo e diffondiamo quello che ci è pervenuto da Ultima Generazione.”

“ULTIMA GENERAZIONE – Blocchi stradali in Toscana, Lombardia e Veneto per chiedere soluzioni concrete al collasso climatico e sociale in atto Prima del ritorno nella capitale, le attiviste e gli attivisti di Ultima Generazione hanno deciso di organizzare un blitz sparso in tre diverse regioni d’Italia. Tre Blocchi stradali, cominciando dalla vie delle cave a Massa Carrara, dove ogni giorno transitano migliaia di camion per trasportare il marmo poi esportato in tutto il mondo. Pero poi tornare nelle città di Padova e Milano, dove ormai da mesi gli attivisti di Ultima Generazione perseverano nell’organizzare azioni di disturbo per porre l’attenzione del dibattito pubblico sulla crisi climatica. Speriamo che questa dimostrazione organizzativa possa accendere i riflettori sulle due settimane di intensa disobbedienza che ci aspettano a Roma, da metà fino a fine mese. Vi terremo aggiornati su tutti tli sviluppi. Di seguito le cartelle pubbliche dove si possono trovare i comunicati stampa delle azioni, e le foto e i video più significtivi:

•Azione MILANO https://drive.google.com/drive/folders/1jkEcbSYwDjWoD-TBrYc7iKTm5aO_A-rc?usp=sharing

•Azione PADOVA: https://drive.google.com/drive/folders/1GXZiFEQn3k5-LvFeiAy7l7znHHuTG7tt?usp=sharing

•Azione MASSA CARRARA https://drive.google.com/drive/folders/1w0bWmCWlrieaP5Rns_tvBvPg6zzvc2pX?usp=sharing

ULTIMA GENERAZIONE

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Franco Turigliatto ha chiuso la campagna elettorale per “La Comune”, a Carrara.

A concludere la campagna elettorale della lista La Comune, che a Carrara sostiene Vittorio Briganti alla carica di sindaco, è arrivato Franco Turigliatto leader di Sinistra Anticapitalista.

La lista fatta di profili provenienti dal mondo delle lotte e dell’impegno sociale rivendica di essere l’unica veramente alternativa in questa competizione elettorale. Franco Turigliatto ha esordito sottolineando l’importanza del nome non solo come riferimento ad un importante evento storico del movimento operaio ma come immaginario per la costruzione di una società più giusta. La lista è il tentativo di rodare voce e dignità alle classi subalterne.

https://fb.watch/dA3gQlnFMy/

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In duecento al Pride di Viareggio. Giovani Comunist*: “Diritti civili e sociali possono marciare assieme.”

In attesa del Pride regionale che si terrà a Livorno il prossimo 18 giugno. Ieri venerdì 10 giugno si è tenuto, promosso dai giovani comunist*, un pride cittadino a Viareggio. Quasi 200 giovani colorati e moticati hanno sfilato, dalla libreria Lungo Mare sulla passeggiata fino al CRO Darsene, per i diritti delle persone LGBTQ+ Gli interventi hanno sottolineato come non ci sia contrapposizione nel difendere i diritti civili e i diritti sociali e di come, invece, si possano difendere entrambi.

https://www.facebook.com/100022813955165/videos/4935662109875884/

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Sette gruppi bocciano la nuova pista ciclabile della Darsena, giudicata un assalto al parco.

“Che il tracciato della pista ciclabile su viale Europa in Darsena fosse un emerito “trojaio” ce ne eravamo accorti fin dalla posa della prima pietra. Non ci voleva molto infatti a capire che un tracciato così concepito avrebbe reso difficoltosa qualunque tipo di mobilità e soprattutto pericolosa. Chiunque lo abbia progettato e pensato sembra non sia mai stato lì, e neppure si sia preso la briga di darci un’occhiata su google earth. Eppure un semplice ed empirico sopralluogo, anche virtuale, avrebbe reso lampante l’assurdità del percorso. E nel giorno in cui in pompa magna e pattine dalla parte opposta della città si celebrava l’inaugurazione dei lavori in perfetto stile ventennio, in Darsena andava in scena il disastro. Siamo contenti di avere ragione? No, siamo oltremodo dispiaciuti ma più che altro seccati per un ennesimo scempio e spreco di denaro pubblico, un ennesimo imbruttimento e imbarbarimento di un’area cittadina. Né siamo assolutamente disponibili ad ascoltare le soluzioni più o meno tronfiamente avanzate nelle ore successive per risolvere il problema, pericolosi abusi e stupri del territorio come se non bastassero quelli che già si stanno compiendo. L’asse di penetrazione non è una soluzione e anzi, diremmo che gli hanno preparato un bell’imbuto finale. Men che meno sono ipotizzabili aperture di varchi nel parco. La soluzione è lì, sotto gli occhi, semplice e palmare: rendere a senso unico ad anello il percorso su viale Europa per le auto. Nord-sud in entrata lato bagni/parcheggi, sud-nord in uscita lato locali. Bastano alcuni cartelli di segnaletica e in mezza giornata tutto va a posto. Resta comunque l’onta di un ennesimo progetto malpensato e realizzato peggio, e peggio ancora l’utilizzo della scusa della mobilità dolce per celare (malcelare) assalti al parco.”

Apuane Libere

Associazione Tutela Ambientale Versilia

Comitato Le Voci Degli Alberi

Cantiere Sociale Versiliese

Collettivo “Dada Boom”

Museo Popolare “Giak Verdun”

Potere Al Popolo Versilia

Repubblica Viareggina

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Trasatti e Dini di Camaiore Popolare attaccano: “Centrodestra e centrosinistra sul depuratore mentono.”

All’incontro dei candidati sindaci di eri sera si è parlato anche del Magazzeno. É emerso che l’interesse puramente episodico di centrodestra e centrosinistra ha una valenza solo strumentale, e c’è una ragione!

In tempo di elezioni, è noto, si tende a dare ragione a tutti; ciò, tuttavia, può generare equivoci e cortocircuiti mnemonici. L’avvocata Claudia Bonuccelli, infatti, testa di ponte di una destra “non femminista per natura”, ha rivendicato con orgoglio che un centro di raccolta rifiuti al Magazzeno la sua amministrazione non ce l’avrebbe mai fatto. E su questo sospendiamo il giudizio, visto che il mondo dei se è per definizione alieno ai fatti.

Qualcuno dal pubblico, però, le ha ricordato che “quer pasticciaccio brutto” del Magazzeno ha una lunga storia, che data almeno dalla metà degli anni 2000; e che l’allora amministrazione Bertola ebbe, eccome, le sue responsabilità quando firmò l’atto che permetteva a Gaia di convogliare nel depuratore i liquami di mezza Versilia.

Dalla platea ci saremmo aspettati la pronta replica di Pierucci che, colta la palla al balzo, avrebbe potuto ricamare su quell’imbeccata inattesa. Siamo rimasti delusi. Intanto perché la gestione di quel pasticciaccio di acque reflue, a partire dal 2012, è stato solo appannaggio della giunta Del Dotto e poi, in effetti, non sta bene mettere in piazza i peccatucci di un alleato. Già, poiché nel frattempo il caleidoscopio della politica camaiorese ha composto un nuova e immaginifica figura, anzi due: quella di un centro-sinistra-destra – quasi un animale mitologico – e quella di una destra unita, ma così unita che più unita non si può, praticamente la pubblicità di un detersivo.

E del resto, un po’ di sapone potrebbe tornar utile perché “come ti movi la treppi”, si direbbe a Camaiore, e fra i candidati sindaci di suole intonse ne sono rimaste pochine; per la precisione due, quelle di Enrico Marchetti.

Francesca Trasatti, Beatrice Dini

Camaiore Popolare

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