“Pessima figura quella fatta del vicesindaco di Viarggio, Valter Alberici. Il vicesindaco, appena ha visto lo striscione messo da Insorgiamo Viareggio e Cantiere Sociale Versiliese sul tetto di una casa occupata della stazione dove c’era scritto “Moretti lo salvate noi ci sgombrate” ha iniziato a lamentarsi e smanettare. Non sa che esiste la liberta di espressione? Forse sui social si può bannare ma per le strade, grazie al cielo, ancora no. Tuttavia, capiamo lo stress che deve passare il signor Alberici dato che è impegnato a sostituire il signor Del Ghingaro sempre meno presente in città. E assente anche ieri alla commemorazione della strage. Ennesima pessima figura di questa amministrazione.”
In modo subdolo e meschino, escludendo la cittadinanza dalla discussione. l’amministrazione di Seravezza ha confermato la sua totale subalternità ai padroni del marmo. Ancora una volta la politica dimostra di essere supina ai poteri forti. Ancora una volta i cittadini sono derubati di un bene comune. La decisione di vendere o meglio regalare la montagna all’ Henraux è semplicemente vergognosa.
Fortunatamente c’è chi non sta zitto e scende in piazza. Venerdì 30 giugno il Coordinamento Ambientalista Apuoversiliese in collaborazione con il CAI di Pietrasanta ed altre organizzazioni ambientaliste ha promosso un presidio a Seravezza per esprimere profondo dissenso ad un progetto scellerato. La mobilitazione ha visto la partceipazione di un buon numero di persone.
Prima del corteo per il quattordicesimo anniversario della strage ferroviaria di Viareggio le compagne e i compagni del Cantiere Sociale Versiliese e di Insorgiamo Viareggio hanno deciso di compiere un’azione sul tetto delle case occupate della stazione per evidenziare i due pesi e due misure della giustizia italiana.
Qui segue il testo del volantino distribuito prima alll’azione e poi al corteo
“La legalità dei dominanti non è giustizia per i subalterni. Moretti e gli altri criminali rischiano di farla franca.
Sono passati 14 anni dalla maledetta strage ferroviaria che è costata la vita a 32 persone e nessuno ha ancora pagato. Mauro Moretti e gli altri responsabili del sangue versato non hanno fatto e forse non faranno un giorno di carcere. Nel corso di questi anni sono stati nominati cavalieri, hanno avuto uscite milionarie o sono stati premiati con alti incarichi. La giustizia non punisce i capitalisti e i loro servi. L’Italia è il paese delle stragi impunite. Dalla stazione ferroviaria di Bologna alla Moby Prince a Livorno, passando per Ustica di cui ricorreva pochi giorni fa l’anniversario. Tutti conosciamo le responsabilità dei vertici militari dei paesi NATO nella tragedia del DC9 ma nessuno fu indagato. Eppure le carceri sono piene e le aule di tribunale sono ingolfate da migliaia di procedimenti penali che riguardano “poveri cristi.”
La legalità dei dominanti non ha niente a che fare con la giustizia dei subalterni. Lavoratori, sfrattati migranti, studenti e chi lotta rischia la repressione e il carcere ogni giorno. I mafiosi e i capitalisti grazie anche a leggi ad personam la fanno invece franca.
Il 22 giugno scorso era previsto il primo tentativo di sgombero delle case di proprietà di Ferrovie dello Stato, strappate al degrado e all’abbandono dal movimento di lotta per la casa viareggino alcuni anni fa, al cui interno vivono diverse famiglie, tra cui minori e malati oncologici. Siamo riusciti con la lotta a rimandarlo al 3 ottobre.
Non ci sono parole adeguate per esprimere il disgusto nei confronti di FS, che fa partire un’ingiunzione di sgombero a Viareggio, nel tentativo di cacciare persone in mezzo ad una strada, a pochi giorni dall’anniversario della strage ferroviaria del 29 Giugno. Riteniamo che il debito morale di Fs, che ha 32 morti sulla coscienza per i tagli alla sicurezza, sia semplicemente inestinguibile:.
Siamo, oggi, in piazza per non dimenticare e solidarizzare coi familiari della strage ma anche per ribadiree che quella strage non è stata figlia del caso, bensì delle più perverse logiche del profitto capitalista quello che taglia sulla sicurezza, licenzia e privatizza.
Mauro Moretti ma anche chi lo ha difeso e premiato sono nemici di classe cosi come nemico è chi licenzia, sfrutta, devasta, inquina. Difficilmente la giustizia di un paese capitalista punirà questi criminali preferendo reprimere chi lotta. Due pesi e due misure perché “La giustizia è uguale per tutti.” è una bugia scritta nelle aule di tribunale.
Con questa convinzione, prima di partecipare a questa commemorazione, abbiamo appeso sul tetto delle case occupate della stazione uno striecione: “Moretti lo salvate. Noi ci sgombrate. La vostra legalità non è giustizia.”
Si è svolta domenica 25 giugno, dalle 10 di mattina alle 19 la sera, un’estemporanea di Pittura alla Lecciona. L’iniziativa promossa da Amici della Terra con la adesione del Comitato “No Asse” e Comitato “La Lecciona Non Si Tocca” aveva lo scopo di sensibilizzare sulla difesa del parco naturale e ribadire la contrarietà ai progetti della ciclovia tirrenica all’interno della Lecciona e dell’Asse di penetrazione. Diverse pittrici hanno realizzato sul posto delle opere che saranno esposte. Presente anche un gazebo con materiale informativo. All’iniziativa ha partecipato anhce il Museo Popolare Giak Verdun che riapre i battenti il prossimo 30 luglio.
RInviato al 3 ottobre lo sgombero delle case della stazione di Viareggio, dove vivono tre famiglie, con cinque minori e una persona anziana malata oncologica. Giovedì 22 giugno, congiuntamente, i sindacati AS.I.A. USB e Unione Inquilini hanno promosso un picchetto davanti alle case della stazione alle quali hanno partecipato anche i militanti di Insorgiamo Viareggio che hanno distribuito un volantino. Dopo la comunicazione, da parte dell’ufficiale giudiziario, del rinvio dello sgombero la mobilitazione si è spostata davanti al municipio dove alcuni manifestanti hanno incontrato casualmente il sindaco Giorgio Del Ghingaro con il quale hanno polemizzato per pochi secondi. Dopo c’è stata una conferenza stampa a cui ha preso parte anche Rifondazione Comunista. Dopo i manifestanti, ben controllati dalla polizia che faceva pure riprese video, sono entrati tutti nell’atrio del municipio per chiedere un incontro con l’assessora al sociale Serena Gigli. Il tutto si è concluso prima delle 12 con striscione di protesta lasciato appeso sotto il comune.
Pubblichiamo qui sotto il volantino di Insorgiamo Viareggio
09:19
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IL DIRITTO ALLA CASA NON SI TOCCA! Stamattina 22 giugno è previsto il primo tentativo di sgombero delle case di proprietà di Ferrovie dello Stato, recuperate dal movimento di lotta per la casa viareggino alcuni anni fa, al cui interno vivono diverse famiglie, tra cui minori e malati oncologici. Non ci sono parole adeguate per esprimere il disgusto nei confronti di FS, che fa partire un’ingiunzione di sgombero a Viareggio, nel tentativo di cacciare persone in mezzo ad una strada, a pochi giorni dall’anniversario della strage ferroviaria del 29 Giugno. Riteniamo che il debito morale di Fs, che ha 32 morti e centinaia di feriti sulla coscienza per i tagli alla sicurezza, sia semplicemente inestinguibile: se lor signori avessero un briciolo di dignità donerebbero le case di loro proprietà per arginare l’interminabile emergenza abitativa della nostra città. E a proposito di emergenza infinita, non possiamo sottacere le responsabilità dell’attuale amministrazione comunale (in questo assolutamente in continuità con quelle precedenti). Mentre l’auto-organizzazione dal basso è riuscita a dare una risposta immediata a decine di famiglie che si sono ritrovate a seguito della crisi senza una casa, le autorità competenti, ufficio del Sociale in primis, non sono stati in grado in anni ad elaborare alcuna strategia per trovare una soluzione stabile e dignitosa alle famiglie e ai soggetti in difficoltà. Da parte nostra continueremo a sostenere i percorsi di lotta per il diritto all’abitare, a partire dalla difesa delle case recuperate presenti nella nostra città.
DIFENDIAMO LE CASE RECUPERATE! INSORGIAMO VIAREGGIO
Si è svolta sabato 17 giugno una interessantissima giornata di feste e di lotta al Cantiere Sociale Versiliese. Nel pomeriggio c’è stata una assemblea dal titolo “La repressione tra carcere, guerra e controllo sociale.” L’iniziativa pensata con l’avvicinarsi della Giornata Inyernazionale del Rivoluzionario Prigioniero (GIRP 19 giugno) ha visto la partecipazione tra le quaranta e le cinquanta persone. Sono intervenuti l’avvocato Fabio Sommovigo del Foro di La Spezia, Alberto Mari del collettivo antipsichiatrico “Antonin Artaud” e Roberto Nannetti di Italia Cuba e i compagni di Smash Repression e dopo ne è seguito un dibattito che forse non ha centrato direttamente il focus visto la quantità dei temi ma che ha sicuramente fornito spunti. Per l’occasione è uscito il numero 2 della “Elle del Cavallo.”
Dopo è seguita una cena e poi una grande serata rap con Dj Baba, Michael Buonumore e Mengamega + G. Nicastro che hanno fatto da apripista alle BestieRare e Dj Amaro. C’è stato l’intervento di Insorgiamo Viareggio dal palco di cui riportiamo qui integralmente sotto il testo. Almeno 250 persone hanno ballato sulle note della band romana.
E’ stata una serata ricca di socialità. Presenti diversi stand su varie tematiche dalla Palestina, all’antipsichiatria. Potere al Foppolo ha raccolto le firme per la legge di iniziativa popolare per il salario minimo di almeno 10 euro l’ora.
Intervento di Insorgiamo Viareggio
“Con la nascità di Insorgiamo Viareggio si definisce meglio un processo socio – politico che riguarda non solo il Cantiere Sociale Versiliese ma l’intero territorio. Dal quartiere alla provincia, passando per la città. Dal paese al mondo intero, partendo dal basso ma con una prospettiva internazionalista, dobbiamo costruire un intervento che sia adatto ai tempi che viviamo. Abbiamo la consapevolezza che il Cantiere Sociale Versiliese non inizia e non finisce ai cancelli di via Belluomini 18. In quasi quindici anni di esistenza abbiamo preso consapevolezza dell’importanza di svillupare conflitto e coscienza, di difendere la memoria, di fare controinformazione o se preferite informazione dal basso attraverso il mediattivismo. Non staremo qui a ripercorrere tutte le tappe storiche di questa nostra realtà, la quale ha provato a sperimentare pratiche di mutualismo sociale e autogoverno ma ci teniamo a ricordare come il Cantiere Sociale sia nato come incontro tra associazioni e gruppi informali bistrattati o comunque non ascoltati dalle istituzioni da una parte e il tentativo di calarsi in modo dialettico nelle contraddizioni della realtà per ambire a cambiare l’esistente. Le discriminazioni razziali, quelle di genere e lo sfruttamento del uomo e della donna attraverso il lavoro e sull’ambiente hanno marcato una nostra chiara identità quella antifascista, femminista, anticapitalista ed ecosocialista. L’ accelerazione della crisi che è, di fatto, sistemica mette in risalto l’inadeguatezza del nostro essere nonostante la generosità delle compagne e dei compagni. Occorre rendersi conto che viviamo in un mondo ad un passo dal baratro. Non si tratta né di fare catastrofismo né di alimentare strane suggestioni ma di comprendere che la spirale guerra – repressione e la continua ricerca di profitti per i soliti noti a discapito del bene comune spingeranno il pianeta ad un punto di non ritorno. Il cambiamento che noi auspichiamo e che auspicavano le generazioni che ci hanno preceduto, da quella che ha fatto la Resistenza a quella che ha conquistato i diritti con la meravigliosa stagione di lotte degli anni ‘70 fino a quella antiglobalizzazione che vent’anni fa sfidò i potenti e i prepotenti del mondo sulle strade di Seattle, Nizza, Praga, Goteborg e Genova, è un cambiamento rivoluzionario. Serve quella rivoluzione che non c’è mai stata per citare il nostro concittadino il regista Mario Monicelli. Il Cantiere Sociale da anni è in prima fila nel sostenere lotte importanti sul territorio da quella per il diritto all’abitare (richieste di residenza, picchetti antisfratti, occupazioni di case) a quelle ambientali (non ci stancheremo mai di contrastare progetti scellerati come l’asse di penetrazione o la ciclovia dentro la Lecciona e di sostenere pratiche artivistiche come quella del Museo Popolare Giak Verdun.) Siamo amministrati da un gruppo di poteri forti, lobbies massoniche che usano come frontman dei loro iteressi l’attuale sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro. Il quale per quanto possa essere borioso, arrogante, impulsivo e sconsiderato deve rispondere a quei signori, e ci sono nomi e cognomi, che lucrano da una certa politica. Quanto avviene a livello locale ripropone in piccola scala quanto capita su scala nazionale e internazionale. Gli interessi delle classi dominanti a scapito del bene comune vogliono sfruttarci nei nostri quartieri, sui luoghi di lavoro e vogliono imporci la guerra. Non basta quindi resistere, occorre vedere e valorizzare quel filo rosso che lega ogni lotta. Ogni lotta, infatti è strettamente connessa. Le parole d’ordine convergere e insorgere delle lavoratrici e dei lavoratori della GKN sono patrimonio di tutte e tutti quelli che vogliono cambiare l’esistente. Negli ultimi mesi abbiamo sostenuto le lotte antimilitariste dalla Spezia a Coltano. Abbiamo sostenuto il diritto della gioventù a non essere criminalizzata e repressa partecipando alla street parade di Firenze organizzata da Smash Repression e recuperando uno spazio importante per questa città come l’ex SARS. Abbiamo sostenuto il mercatino Liberi Tutte convinti dell’importanza dell’autogestione e delle autoproduzioni ribelli. Abbiamo sostenuto il movimento di lotta per la casa, le case occupate e gli spazi socio abitativi minacciati di sgombero. Il 22 giugno la mattina saremo sotto il comune per chiedere risposte sugli sgomberi delle case della stazione. Il 29 giugno, invece, saremo in piazza, come ogni anno, a fianco dei familiari della strage ferroviaria di Viareggio. Strage ormai impunita come tante altre stragi italiane. Oggi siamo qui per ricordare la Girp giornata internazionale del prigioniero rivoluzionario e per esprimere la nostra solidarietà a tutti i compagni e le compagne ancora in carcere. Sono tanti gli appuntamenti che ci aspettano in questa fase nuova che diviene costituente per il futuro del nuovo cantiere sociale. Riproporre vecchie idee senza adattarle al contesto non serve. Per questo immaginiamo il prossimo futuro del cantiere come un laboratorio aperto dove si discute e si elabora un nuovo inizio.”
Nel centro del Lido di Camaiore al Bar Arwa si è parlato di lavoro stagionale e diritti. L’iniziativa promossa da Camaiore Popolare ha visto una discreta partecipazione e un vivace dibattito a cui ha seguito un aperitivo. L’iniziativa è stata coordinata dalla consigliera comunale di Camaiore Popolare Arianna Lombardi e ha visto intetvenire Giovanni Ceraolo di USB e Daniela Ricchetti di CGIL. Tra il pubblico presente anche il consigliere comunale di Viareggio Tiziano Nicoletti. Per molti è stata anche l’occsione per firmare per la legge di iniziativa popolare sul salario minimo promossa da Unione Popolare.
Iniziativa che ha lasciato soddisfatti gli organizzatori. Ecco il commento di Arianna Lombardi:
“Oggi con i sindacalisti Giovanni Ceraolo di USB e Daniela Ricchetti di CGIL abbiamo parlato di lavoro stagionale, a Lido di Camaiore.
Oltre ai puntuali interventi dei due relatori è nato spontaneamente un bellissimo dialogo con le persone del pubblico, che ha ribaltato le classiche dinamiche da conferenza. Persone che hanno raccontato le loro esperienze, le loro idee e anche espresso le loro obiezioni.
Abbiamo parlato dell’importanza dell’informazione a partire dalle scuole superiori, dove sono fondamentali progetti in collaborazione con i sindacati, dove si impari come funziona banalmente un contratto di lavoro… E non solo. Abbiamo parlato di come il sindacato non debba essere solo un servizio, ma essere un presidio accanto ai lavoratori e alle lavoratrici. Abbiamo parlato di stipendi che non aumentano da anni e di prezzo della vita triplicato. Abbiamo parlato di salario minimo. Abbiamo parlato di giovani, futuro e coscienza collettiva. Perché la risposta non può che essere collettiva, a cominciaredalla politica, dalle istituzioni e dai sindacati. Dobbiamo agire e noi a partire dal locale vogliamo provarci.
Continueremo con incontri tematici sul territorio camaiorese. Questi momenti di scambio sono fondamentali e danno speranza.
Grazie a tutti e a tutte le presenti. Costruiamo. n “
“Le dichiarazioni che l’Amministrazione comunale affida alla stampa per bocca dell’Assessore Pierucci sembrano voler sgombrare il campo della discussione intorno al progetto relativo all’asse di penetrazione.
Nei vari passaggi infatti si certificano i bisogni della nautica, si individua il tracciato, si indica la probabile soluzione tecnica, si stabilisce che l’opera servirà a tutta la città; se ci fermassimo alle dichiarazioni non potremmo chiedere di più.
Tali affermazioni, al contrario, ci paiono premature e contraddittorie. Premature perché giungono ancor prima che l’iter partecipativo, ancorché impostato in modo non adeguato, si sia concluso, di fatto vanificandolo e, peggio ancora, esautorando completamente la città dalla possibilità di partecipare alla definizione del proprio futuro.
Peraltro i presupposti sui quali si baserebbero le valutazioni di merito, per quanto riguarda i bisogni della nautica, non sono apparsi tali nella discussione dalla quale al contrario sarebbe emerso che questi riguardino previsioni non meglio circostanziate.
Infine, nell’indicare la soluzione di una pista da aprire on demand di fatto si esclude che quanto ricercato e proposto sia una risposta ai bisogni legittimi di alleggerimento del traffico veicolare reclamati dagli abitanti della Darsena, senza che peraltro si accarezzi neppure da lontano l’idea di contemplare interventi di mitigazione alternativi alla costruzione di strade.
Tralasciamo poi che in ballo ci sono la questione del nuovo Piano del Porto, lo studio del nuovo Piano Strutturale e di quello del Parco, omessi completamente dalla discussione.
Si potrebbe dire di trovarci fronte ad una capacità di semplificazione davvero stupefacente se non fosse che come ben sappiamo le soluzioni semplici sono il frutto di rigorosi e complessi processi di analisi; e così siamo invitati a chiederci perché mai rilasciare una tale intervista.”
Comitato per la Salvezza della Pineta
Legambiente
Partito Comunista Italiano
Repubblica Viareggina
Sinistra Italiana
Spazio Progressista – Tiziano Nicoletti Presidente
In tutta Italia si stanno svolgendo i pride. Domenica 11 giugno, promossa dai/dalle Giovani Comunist°, anche a Viareggio c’è stata questa sfilata. Vi hanno partecipato almeno duecento persone per lo più giovani e giovanissimi che hanno ballato e cantato. Numerosi gli interventi a favore delle lotte del mondo LGBTQIA+
La parola chiave per i Giovani Comunist* è stata interseziomalità. Infatti dicono:
“L’intersezionalità è il pilastro della lotta contro le discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale, l’identità di genere, il colore della pelle, la disabilità e la classe sociale. Le discriminazioni che ogni persona vive sono direttamente collegabili tra di loro e reciproche, per questo vanno analizzate insieme, anche nella lotta. Vogliamo che la nostra lotta di liberazione sia vista come parte integrante di tante altre lotte e che sia critica verso quel sistema capitalista che devasta il pianeta, le nostre vite, i corpi di tuttə. Vogliamo costruire un Pride libero dal peso consumista di un capitalismo che traduce la nostra lotta in marketing. Non siamo soddisfatti dalla presenza impattante di soggetti che fanno rainbow-washing, cioè utilizzano i temi LGBTQIA+ per profitto e che nel loro agire quotidiano riproducono violenze e sfruttamento: le multinazionali, le ambasciate di paesi potenti ecc.”
Con un conferenza stampa promossa, dietro la curva sud dello stadio deio pini, i comitati “No Asse” e La “Lecciona non si tocca” sono tornati a spiegare le ragioni della contrarietà al progetto dell’ asse di penetrazione a partire dal consumo di suolo. Secondo i comitati esiste un’incoerenza nel realizzare una Variante quando è stato dato incarico all’architetto Boeri per lo studio del nuovo Piano Strutturale e si è in attesa del nuovo Piano portuale. La critica riguarda anche la modalità di “informazione” e “partecipazione” non in linea con la normativa ed i regolamenti vigenti e infine la mancanza di un quadro conoscitivo congruo alla realizzazione della nuova Variante sia per quanto riguarda “la ridefinizione del margine urbano meridionale” che “il sistema delle Reti funzionali, infrastrutturali ed ecologiche”.
C’è poi la drammatica questione della palazzina dove vivono diverse famiglie che dovrebbe essere abbattuta e la sorte di tanti alberi che seguirebbero la stessa sorte. Insomma le ragioni dei comitati e degli ambientalisti stanno nella realtà delle cose quello che non si può dire dei progetti di questa amministrazione.