Contro devastazioni ambientali, guerre e sfruttamento progettare l’Ecosocialismo
Le classi dominanti del pianeta, responsabili dello sfascio ambientale e sociale che viviamo, cercano, invano, di uscire da una crisi che è sistemica attraverso il ricorso alla guerra. Il nostro no al riarmo, e conseguentemente anche al nuovo progetto della base di Coltano non nasce, quindi solo, da un ideologico antimilitarismo ma, soprattutto, dal tentativo concreto di impedire nuove guerre e contrastare lo sperpero di denaro pubblico che viene sottratto ad istruzione, sanità ed edilizia popolare per finanziare nuove progetti militari.
190 milioni di soldi pubblici per una nuova base militare, come quella di Coltano, e 73 ettari di territorio, all’interno di un parco naturale, sottratti alla comunità sono uno scempio inaccettabile. A tutto ciò aggiungiamo 440.000 metri cubi di cemento e l’ecomostro è completato.
La lotta per la difesa del parco e la lotta contro il riarmo e la guerra devono saldarsi insieme partendo dalla consapevolezza che guerre, sfruttamento e devatazioni ambientali possono essere fermate solo progettando un sistema economico alternativo al capitalismo. Chiamiamo questo sistema ecosocialismo.
Gli scellerati progetti dell’asse di penetrazione e del passaggio della ciclovia tirrenica dalla riserva naturale della Lecciona fortemente voluti dall’amministrazione di Giorgio Del Ghingaro hanno visto una forte opposizione popolare, che non accetta che il bene comune sia sacrificato per i profitti di pochi.
Ogni albero abbattutto, ogni strada costruita per far passare yacht, ogni arma inviata in un luogo di guerra e ogni processo di ristrutturazione economica rispondono non agli interessi della collettività ma ai profitti dei soliti noti.
La lotta, però, paga come ci insegnano le grandi mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori della GKN. Facciamo nostra la loro parola d’ordine “insorgiamo”. Rifiutiamo ogni posizione riformista e conciliabile con il sistema. E’ ora di riprendersi le piazze e costruire una alternativa all’esistente. Per costruire la pace non serve un generico pacifismo che non è in grado di rimuovere le cause delle guerre. Per difendere la natura non serve l’ambientalismo di facciata e nemmeno tingere di verde le odiose politiche neoliberiste. Serve una nuova idea di società e per costruirla serve un progetto ecosocialista. Con questo spirito sosterremo ogni resistenza e buona pratica di lotta come quella artivistica del Museo Popolare Gïåk Vërdün e partecipiamo ai seguenti appuntamenti.
Domenica 29 maggio dalle 9 alle 18staffetta per il parco e inaugurazionedel museo popolare Giak verdunalla sbarra della Lecciona a Viareggio Giovedì 2 giugno alle ore 14.30manifestazione naziona a Coltano.Per chi parte da Viareggio ritrovo al Cantiere Sociale ore 13.
“Sono stato invitato a parlare ad un’iniziativa di “Camaiore Popolare ” in veste di lavoratore stagionale, alla quale ha partecipato pure Giorgio Cremaschi . Nonostante le legittime e differenti strade politiche che possiamo intraprendere, eravamo tutti militanti che continuano a condividere innumerevoli e importanti battaglie sul territorio, convergendo le proprie forze quando si manifesta la necessità di una mobilitazione sui temi riguardanti la sanità, il lavoro, l’ambiente e tanti altri ancora. Il tema scottante dell’iniziativa non poteva che essere la questione riguardante lo sfruttamento del lavoratore stagionale, argomento di cui difficilmente si sente parlare soprattutto durante le campagne elettorali. Ebbene, noi che nulla abbiamo da perdere, ci siamo presi sulle spalle la responsabilità di denunciare apertamente ciò che si manifesta in questo mondo sempre etichettato come un’eccellenza del territorio ma che nasconde aspetti che, da due anni a questa parte, finalmente stanno iniziando ad emergere. Naturalmente ho parlato volentieri di questa tema pur riconoscendo la mia situazione particolare che più volte ho raccontato ma che penso sia consono ribadire. Dal 2021 ho iniziato a lavorare in una realtà in cui noi dipendenti siamo trattati con dignità e il nostro lavoro viene valorizzato e giustamente retribuito. Conoscendo la situazione generale in cui vivono i dipendenti stagionali potremmo considerare “anomala” la mia situazione, ma se ci sedessimo tutti a riflettere probabilmente convergeremmo tutti nella conclusione che non è la mia realtà ad essere anomala ma le altre ad essere sbagliate.
Con questa premessa ho voluto sottolineare che per quanto io mi ritenga fortunato, non posso ignorare quanto accade attorno a me. Vivere in Versilia tutta la vita fa si che tu possa vederne i mutamenti e che tu riesca a toccare con mano certi problemi, uno tra questi lo sfruttamento del lavoro stagionale. Oggi sono due i comuni in Versilia nei quali il prossimo 12 Giugno si voterà per le elezioni amministrative. Chi non vive nell’ovvietà quotidiana della politica odierna probabilmente potrà affermare che il tema dello sfruttamento del lavoro stagionale difficilmente emerge nel dibattito politico. Quando si tratta di elezioni amministrative è ormai buona abitudine accogliere le istanze degli imprenditori che hanno le loro attività sul territorio senza però ascoltare la voce dei dipendenti. E’ quindi innegabile che oggi sotto elezioni si riesce ad affrontare il tema dello sfruttamento del lavoro stagionale solo se in un determinato Comune si presenta una lista elettorale sostenuta dalle forze politiche che propongono un modello alternativo a quello dei grandi partiti. Negli ultimi anni infatti è stato dimostrato che se in un comune come Camaiore in cui si presenta una lista di alternativa come “Camaiore Popolare”, il tema dello sfruttamento non viene nemmeno citato. Sempre e comunque si da spazio agli imprenditori che da Novembre fino ad Aprile vanno a piagnucolare perché non hanno idea di come arrivare alla fine del mese, ma durante l’estate possiamo vedere come ci siano presenze elevatissime di turisti sul nostro territorio.
Le stagioni estive 2020 e 2021, nonostante la Pandemia, per quanto riguarda le entrate sono state le migliori dal dopoguerra ad oggi. Stabilimenti balneari, alberghi, ristoranti, bar (perché di queste realtà sempre e comunque piace parlare quando si pronuncia la parola Versilia) hanno registrato presenze e entrate come non mai. Se dunque è vero ciò che si asserisce, come mai continuano a manifestarsi episodi di sfruttamento e di salari da fame? La Pandemia ha portato a galla tutte le contraddizioni che già da tempo erano presenti nella società, ma finalmente oggi ogni giorno leggiamo sui giornali articoli di denunce di lavoratori contro i propri datori di lavoro i quali assumono per lavorare 12 ore, assicurano per 4 e retribuiscono i dipendenti con salari miseri. C’è voluta una Pandemia per far venire a galla ciò che tutti noi denunciamo da anni e anni. Forte dei Marmi, per motivi che ignoro, viene sempre etichettata come un piccolo paradiso in cui i problemi del mondo non ricadono. Una torre d’avorio in cui tutto è concesso e nulla di negativo può accadere. Ma finalmente questa primavera dei coraggiosi sindacalisti sono riusciti a smascherare, in maniera purtroppo ancora insufficiente, questo oscuramento della realtà. Infatti siamo venuti a sapere che nella primavera del 2022 una cameriera non aveva ancora ricevuto il salario di Agosto 2021 dal proprietario di un albergo. E’ naturalmente scattata la vertenza sindacale, ma durante il tavolo delle trattative questo proprietario, sentendosi con le spalle al muro, ha dimostrato tutta la sua maturità e il suo rispetto nei confronti dei dipendenti asserendo in poche parole: “I miei dipendenti non devono dir nulla. Devono solo lavorare”. Io personalmente stento a credere che si tratti di un caso isolato, ma ritengo che invece si tratti solo della punta di un iceberg che nessuna amministrazione comunale ha mai avuto il coraggio di esaminare. Forte dei Marmi non è il paradiso terrestre e non è certamente la torre d’avorio immune ai problemi di questo mondo, e la Pandemia l’ha dimostrato chiaramente (attendiamo gli effetti della guerra in Ucraina). Credo che possa essere utile per confermare ufficialmente che non ci sono prove a sostegno della tesi che Forte dei Marmi sia l’eccezione d’Italia: esistono infatti situazioni di sfruttamento, esistono i problemi sociali, esistono i problemi amministrativi e tanto altro che possiamo vedere nella altre città.
A me non piace fare di tutta l’erba un fascio. A Forte dei Marmi tutti conoscono tutti e con molti è impossibile non legare. Ma dovremmo avere tutti la dignità e la correttezza di riconoscere che ciò che accade entro i nostri confini non è diverso dalle altre realtà a noi vicine. Le elezioni sono ormai prossime e la campagna elettorale è ormai nel vivo. Stento a credere che a Forte dei Marmi ci potrà ormai essere la volontà politica dei candidati a sindaco di affrontare questo tema, ma oggi esiste la necessità di farlo a tutti i costi. Dobbiamo inoltre smetterla di etichettare i giovani come “quelli che non hanno voglia di lavorare” o come coloro che “preferiscono starsene a casa col reddito di cittadinanza”, perché lo sfruttamento del lavoro altrui esiste da decenni, ma per sentirne parlare dobbiamo sperare che alle elezioni amministrative si presentino delle liste sostenute da partiti come Rifondazione, Potere al Popolo, PCI e altri dell’area della sinistra di alternativa, o come il FGC che non partecipando alle elezioni da il suo contributo nelle battaglie sul territorio . Questo è un fatto innegabile e la Versilia l’ha dimostrato anche in occasione di queste elezioni amministrative in cui a Camaiore questo tema è emerso grazie alla lista “Camaiore Popolare”, mentre a Forte dei Marmi tutto tace. Le torri d’avorio e il paradiso terrestre non esistono e Forte dei Marmi, per quanto si tratti di una realtà cittadina con tutte le sue particolarità, non è esente da episodi di sfruttamento del lavoro.
Pur di non accettare il fatto che pure un gioiello come Forte dei Marmi abbia le sue ombre, si vuole costantemente seguire la primitiva narrazione dei giovani scansafatiche accostandola a ridicole storielle promosse da grandi esponenti dell’imprenditoria che si sentono grandi e grossi quando raccontano di quanto sia bella la propria impresa, ma poi vanno a frignare quando lo Stato di va a chiedere un aumento delle concessioni. Dettaglio non irrilevante è il “razzismo” che si sviluppa contro coloro che scelgono di andare a studiare, dicendo poi “Si vabbeh, vanno a studiare e poi il percorso nemmeno lo concludono, sarebbe bene che iniziassero subito a lavorare e a rendersi utili”. Credo però che questo confermi una teoria di come oggi si cerchi costantemente di retrocedere nei diritti nel mondo del lavoro ritornando ad una situazione ottocentesca.
In quella società l’istruzione era vista come un lusso concesso solo ai figli di famiglie borghesi o aristocratiche. Insomma, solo i ricchi avevano il diritto allo studio e a loro era concesso di non lavorare anche fino ai 30 anni compiuti. Questo perché era di moda studiare e poi godersi la ricchezza, pur mantenendo e promuovendo il totale disprezzo per le classi più basse vittime dell’analfabestismo. L’istruzione era dunque considerata parte decisamente fondamentale per la formazione del cittadino proprio perché era scontato che si stava formando la nuova classe dirigente della società, di conseguenza quella che era considerata come “la parte migliore” del paese. Col passare del tempo tuttavia, anche grazie a mobilitazioni e organizzazione di forze progressiste che puntavano non solo alla salvaguardia dei cittadini più poveri ma anche a puntare al diritto allo studio, siamo arrivati a concedere il diritto allo studio anche a coloro che provenivano da famiglie operaie e contadine. In sostanza bambini e ragazzi che fino al giorno prima potevano solo impegnare il loro tempo nelle attività lavorative, avevano finalmente ottenuto il diritto ad andare a scuola. Successivamente si era pure concepito il diritto (mai pienamente realizzato) dello studente di poter studiare senza dover lavorare durante gli anni della piena giovinezza (15-20 anni). Ma ecco che però, con il diritto concesso ai “poveri di studiare”, l’istruzione iniziò ad essere vista come un qualcosa di totalmente facoltativo, quasi come non necessario per il progresso e tanto meno non fondamentale per la formazione di un individuo a prescindere dalle sue origini sociali. Ed ecco che, nonostante più di un secolo di battaglie, oggi torniamo a dire “Eh, ma pensate ai vostri nonni che lavoravano 9 o 10 ore al giorno, mentre voi siete lì e da studenti fate la bella vita”. E cosa successe? Si pensò ad un’istruzione volta totalmente al mercato del lavoro, ad introdurre le grandi aziende nelle scuole e progetti di alternanza scuola-lavoro per iniziare fin da subito ad abituare gli studenti che pure i lavoro gratuito, senza tutele, può essere formativo per poi ritrovarsi nel mondo reale e scoprire che oggi lo sfruttamento della forza lavoro è ancora spietato e che i salari da fame sono ancora una realtà costante nella società in cui dovevamo “uscirne migliori” dopo la Pandemia. Questa visione è stata fortemente condannata dalla storia e anche solo concepire che si debbano perseguire quei ragazzi che non accettano determinati lavori, non certo per la mancanza di voglia di lavorare, ma perché si palesano realtà in cui il loro lavoro non è retribuito e in cui spesso si sentono dire “Ascolta, sei giovane e quindi accontentati di quello che ti do”. La domanda senza risposta che si potrebbe porre è “Fino a che età sono un giovane che si deve accontentare?”.
Credo che ciò possa spiegare perché da quando ho diritto di voto, a Forte dei Marmi mi sono sempre e solo limitato ad ascoltare le proposte senza poi esercitare effettivamente il mio pieno diritto di esprimere una preferenza nella cabina elettorale. Pur recandomi al seggio e entrando nella cabina, credo che se effettivamente è nostro diritto votare allora deve esserlo anche l’indignazione.
“L’appoggio dell’ex sindaco Giampaolo Bertola e dell’ex coordinatore della Lega Riccardo Micheli e di altri esponenti della destra camaiorese a Pierucci la dicono lunga su quale accozzaglia sia il sedicente centrosinistra camaiorese. Non sappiamo con quale coraggio possano andare a chiedere il voto utile per battere le destre? Quello che ci dispiace di più però è l’imbroglio con cui si cerca di ingannare gli elettori, presentando nella coalizione che sostiene Pierucci una lista con tanto di colore rosso e stella chiamata Camaiore a Sinistra. Una lista totalmente subalterna alle logiche di palazzo, fatta da chi vive la politica come un mestiere e non come una passione. Alle passate elezioni amministrative di Viareggo questi signori dopo aver cercato l’intesa con il PD, ed essere stati scaricati, candidarono un uomo di confindustria. Allora non avevano la dicitura a sinistra, anche, perché il nome Viareggio a Sinistra era utilizzato da una lista unitaria composta da Rifondazione Comunista, Potere al Popolo, Partito Comunista Italiano e Repubblica Viareggina che mai avrebbe pensato di allearsi con il PD. Dispiace quindi vedere usare il termine sinistra per portare voti a posizioni conservatrici se non addirittura apertamente di destra come quelle di Bertola. Non può Pierucci chiedere il sostegno della sinistra e poi imbarcare la destra. Noi Bertola lo ricordiamo per la repressione contro i giovani del centro sociale Tempi Moderni di Montebello e da abitante del Lido conosco i danni che lui ha fatto a questa frazione. Dove c’è Bertola non può esserci sinistra. L’unico voto fuori dagli schieramenti è quello dato a Camaiore Popolare e ad Enrico Marchetti perché persona schietta fuori da giochetti di palazzo.”
Juri Baldassarri
Candidato al consiglio comunale per Camaiore Popolare
Grazie a Enrico Marchetti e alla sua scelta coraggiosa e coerente di accettare la sfida alla carica di sindaco di Camaiore con la lista Camaiore Popolare, la sinistra di classe non solo è presente in questa tornata elettorale ma è anche egregiamente rappresentata. Ma ancor più importante di questo: Enrico Marchetti, con la sua candidatura, ha scongiurato il pericolo che un comune che conta più di 30.000 abitanti vedesse concorrere due soli candidati a sindaco che – nel gioco delle parti, a cui ormai la politica ci ha abituato – fingono di avere posizioni diverse ma sono espressione di forze politiche diventate, ormai, tremendamente vicine. Forze politiche che incarnano programmi troppo simili e sovrapponibili ed esprimono unità di intenti e prospettive quando, insieme al Governo del Paese, vanno perfettamente d’accordo nel prendere le decisioni che contano. La candidatura di Marchetti è a sostegno di una lista formata da moltissimi e moltissime giovani e in prevalenza da donne, persone che si sono messe in gioco perché non si sentivano rappresentate dagli attori in campo: Enrico Marchetti e Camaiore Popolare danno la possibilità a chiunque non si riconosca in nessuno dei due schieramenti di maggioranza di avere una terza opzione. Vorremmo, inoltre, ringraziare Marchetti anche per aver, con la sua persona e con la sua candidatura, smontato la logica del leader, dell’uomo solo al comando. Il suo approccio alla politica, che riflette il suo modo di essere, è quello di squadra, di lavoro collettivo. Così come lo è la nostra visione del consiglio comunale che riteniamo debba assumere maggior peso e centralità rispetto all’azione del Sindaco, come, parallelamente, riteniamo prioritario coinvolgere il più possibile la partecipazione diretta e la consultazione di cittadini e cittadine, attraverso forme di decentramento che siano effettive e non solo formali. Vogliamo, infine, ringraziare Enrico per la persona eccezionale che, ancora una volta, ha dimostrato di essere, perché nonostante le difficoltà che sta attraversando non si è tirato indietro rimanendo a combattere, come lui stesso ha dichiarato, due battaglie contemporaneamente una contro la malattia e l’altra per il consiglio comunale, trasmettendo a tutte e tutti noi l’importante messaggio di non arrendersi e continuare a lottare. In fondo non sta scritto da nessuna parte che il coraggio non possa vincere contro la forza e che Davide debba soccombere contro Golia.
Francesca Trasatti portavoce dell’assemblea versiliese di Potere al Popolo
Arianna Lombardi segretaria del circolo di Camaiore del Partito della Rifondazione Comnista
“Una “Staffetta per il Parco” è l’evento organizzato il 29 maggio da Associazioni, Movimenti e Comitati per denunciare lo sbaglio dei Comuni, coinvolti nella progettazione della Ciclovia Tirrenica, nel proporre un tracciato non consono alla conservazione delle emergenze ambientali e naturalistiche presenti nei territori coinvolti. Uno sbaglio che è stato sottolineato anche da organizzazioni scientifiche come l’UZI (Unione Zoologica Italiana), la FISNA ( Federazione Italiana di Scienze della Natura e dell’Ambiente) e il COT (Centro Ornitologico Toscano). Se il Comune di Viareggio vuole permettere il passaggio della Ciclovia all’interno del cuore della Riserva naturale della Lecciona, quello di Vecchiano ha proposto un percorso che lambisce le Riserve della Bufalina, di Bocca di Serchio, di Bozzone, Ugnone e Fiumaccio, mentre quello di Pisa un tracciato che attraversa gli spazi della Tenuta di San Rossore. La proposta avanzata dalle Associazioni, i Movimenti e i Comitati dell’aerea della Versilia e Pisana è quella di un percorso alternativo, più veloce e diretto, che permetta di collegare Viareggio con Migliarino e Pisa, consentendo una fruizione della Ciclopista non solo turistica, ma anche rivolta a chi volesse usare la bicicletta per recarsi al lavoro avvalendosi di una infrastruttura valida, veloce e sicura. Una proposta che risparmi le bellezze ambientali del territorio, raggiungibili attraverso diramazioni secondarie, come avviene già per le auto con le grandi uscite stradali. La Marcia per il Parco prevederà un gruppo ristretto di persone che percorrerà il tratto di -circa 25 chilometri a piedi, mentre altre saranno impegnate in alcuni presidi fissi in cui, durante tutta la giornata, si organizzeranno attività di scoperta e valorizzazione del territorio. Il gruppo di marciatori, collegando i 3 presidi, rappresenterà l’elemento unificante della manifestazione: riceverà come testimone alla partenza dalla Lecciona un messaggio, che si arricchirà nel corso della camminata e si completerà al suo arrivo a San Rossore, sede del Parco. Riteniamo che un territorio naturalisticamente rilevante, per quanto bello possa essere, specie se tutelato secondo le norme europee e nazionali, debba essere preservato dalla frequentazione selvaggia e da qualsiasi tipo di fruizione che potrebbe comprometterne i delicati equilibri ecosistemici. Per questo vi invitiamo a marciare con noi e a presidiare, scoprendo, le bellezze del Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli.”
Coordinamento “LA LECCIONA NON SI TOCCA”, LEGAMBIENTE, LIPU, WWF, Amici della terra, MuseoPopolare Giak Verdun, Apuane Libere, Extinction Rebellion, Comitato per la Salvezza della Pineta
“Ospedale San Luca di Lucca: un altro medico lascia il Pronto Soccorso. Ospedale Versilia: la situazione non è migliore e siamo alle porte della stagione estiva che vede un consistente aumento della popolazione residente. La Sanità offre da molto tempo segni della grave crisi che ha investito da troppi anni le politiche sociali e dei diritti del nostro paese. Progressivamente, ma con colpevole sistematicità, si è provveduto a demolire un sistema che avrebbe dovuto dare risposte avanzate al bisogno di cura e più in generale di salute delle persone. La pandemia ha illuminato questo universo; per un attimo si è pensato che si fosse capita la gravità delle scelte operate e l’importanza di invertire la rotta. A questo racconto si è aggiunta poi la novella del PNRR. E dunque cosa altro dire? Ad esempio che a fronte di quanto raccontato, nel 2024 le spese, gli investimenti, per la sanità varranno il 6,3% del PIL, meno di quanto stanziato nel 2019. Che lo Stato non ha ripianato le spese sostenute per il Covid dalle Regioni per un valore di oltre 4 miliardi di euro tanto da metterne in pericolo gli stessi bilanci. Che gli investimenti previsti dal PNRR, prevalentemente indirizzati verso la sanità territoriale, rischieranno di determinare strutture vuote di significato dal momento che non ci sarà né personale per poterle farle funzionarie né, qualora ci fosse, gli stanziamenti strutturati per coprirne le spese; e questo contribuirà a spingere la sanità nelle mani del privato. E oggi è proprio il personale, ovvero la sua carenza, a costituire il problema più grande, sia a livello nazionale sia a livello locale. Ma forse sfugge ancora un elemento che da questo discende e che dovrebbe far riflettere. Basta superare quel velo di silenzio che la sanità aziendalizzata, in modo sempre più autoritario, impone ai lavoratori per capirne la stanchezza, la delusione e la frustrazione; sono i lavoratori, siano essi medici, infermieri, oss che raccontano il loro profondo malessere, determinato dalla lontananza delle direzioni, da turni esasperanti, dalla mancanza di una politica che dia loro una visione, che li faccia sentire non eroi ma lavoratori appunto, rispettati nei loro diritti. Un clima che spinge chi può a cambiare, a lasciare. E che non può non gettare una luce sinistra sulla qualità delle cure prestate. Allora le notizie che giungono da Lucca e dalla Versilia sono chiare, ben leggibili, disarmanti. Mentre la politica dei territori sembra non vedere e tace.” Federazione PCI Lucca Versilia – Dipartimento Sanità
Sabato 20 mattina, al pontile di Lido di Camaiore, si è svolto l’incontro sul tema del 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨 𝐬𝐭𝐚𝐠𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 promosso da Camaiore Popolare, oltre ad alcuni lavoratori stagionali del turismo, è intervenuto anche 𝐆𝐢𝐨𝐫𝐠𝐢𝐨 𝐂𝐫𝐞𝐦𝐚𝐬𝐜𝐡𝐢, del coordinamento nazionale di Potere al Popolo. Diversi giovani hanno denunciato le condizioni di sfruttamento anche sul litorale versiliese. La situazione, ovviamente, non stupisce, chi da anni si impegna a contrastare il lavoro nero, il lavoro grigio e ogni forma di sfruttamento. A dover essere contrastata secondo gli esponenti di Camaiore Popolare è anche la fuorviante narrazione che descrive i giovani come dei vagabondi che non hanno voglia di lavorare. Le ragazze e i ragazzi se sono ben retribuiti e se vedono rispettati i loro diritti sindacali sono ben lieti di lavorare. E’ stata ribadita anche la difesa del reddito di cittadinanza.
“Giorgio Cremaschi, del coordinamento nazionale di Potere al Popolo ed ex segretario nazionale dalle FIOM, sarà presente, sabato mattina alle ore 10.30, a Lido di Camaiore davanti al pontile, assieme ai candidati di Camaiore Popolare. Il tema dell’incontro è il lavoro stagionale. Nel paese si è diffusa una narrazione distorta secondo cio i giovani non avrebbero voglia di lavorare. Niente di più falso. I ragazzi e le ragazze vogliono lavorare ma vogliono anche vedere riconosciuti i propri diritti ed essere giustamente retribuiti. Il lavoro nero, il lavoro grigio e lo sfruttamento stagionale sono piaghe presenti, da anni, in Versilia rispetto allt quali la politica locale non ha mai avuto il coraggio di intervenire. E’ l’ora di invertire la rotta. E’ arrivato il momento di difendere i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori stagionali del turismo.” Camaiore Popolare
La decisione dell’amministrazione comunale di Viareggio di rinunciare ad essere parte civile nel processo per la strage ferroviaria, e di fatto uscire dal dibattimento, é l’ulteriore conferma della totale assenza di empatia da parte di chi ci amministra. Le reazioni a questa vile decisione, in città, sono state numerose. Non c’è forza politica che non abbia criticato la giunta comunale. Tuttavia l’amministrazione si è trincerata dietro un assordante silenzio. Nemmeno la mobilitazione dei familiari, che sabato 14 hanno convocato un presidio assemblea sotto il municipio, è servita a fare avere un sussulto a Giorgio Del Ghingaro e soci. La dignità dei familiari della strage, i quali hanno voluto, giustamente, ribadire come questa vicenda non riguardi solo loro ma l’intera città, è la cosa che maggiormente è saltata agli occhi di chi ha ascoltato Daniela Rombi e Marco Piacentini davanti al comune.
Nei giorni precedenti c’era stata una polemica per uno striscione appeso sul cancello del palazzo comunale da “La Viareggio Ultrà” su cui c’era scritto “Infami.” Sull’episodio si è scomodata pure la DIGOS. Per noi, in quello striscione c’è il pensiero di tanti cittadini di Viareggio, di sicuro il nostro. Questa amministrazione, in continuità con le precedenti, ma forse con più arroganza ha dimostrato di fregarsene della verità, della giustizia e della sicurezza. Accettando le briciole, perché 200.000 euro sono solo briciole di fronte alla vita di trentadue persone, ha confermato il nostro severo giudizio. All’associzione il Mondo che Vorrei va la nostra piena solidarietà.
“Nell’attuale centrodestra camaiorese vi sono persone che non condannano a sufficienza l’omofobia e la loro vittoria potrebbe creare problemi alla comunità LGBTQ+ Quando ho deciso di candidarmi nella lista di Camaiore Popolare che sostiene, Enrico Marchetti alla carica di sindaco, l’ho fatto da militante LGBTQ per contrastare ogni discriminazione ed estendere diritti. Credo che Lido di Camaiore potrebbe estendere le sue potenzialità turistiche attraverso pratiche e modalità friendly come è avvenuto in passato a Torre del Lago. Naturalmente a decidere dovranno essere i lidesi che devono tornare ad essere protagonisti delle decisioni della loro frazione attraverso una consiglio elettivo che sia autonomo dal comune di Camaiore. Ogni frazione deve poter contare di più. Sicuramente è giunto per il Lido il momento di ritornare protagonista e può farlo solo allontanandosi dal centrodestra e dal centrosinistra che di fatto portano avanti politiche simili e inconcludenti.” Juri Baldassarri candidato al consiglio comunale per Camaiore