Presentato al Cantiere Sociale il libro “Viareggio: esperienze antagoniste e memorie” di Mario Giannelli.

Presentato il 13 maggio al Cantiere Sociale Versiliese il libro di Mario Giannelli, “VIareggio: esperienze antagoniste e memorie, come abbiamo provato a recuperare la nostra rivoluzione.” L’iniziativa preceduta da un aperitivo ha visto intervenire oltre all’autore anche il presidente dell’ANPI Provinciale Filippo Antonini ed è stata coordinata da Gianluca Venturini presidente del Cantiere Sociale Versiliese. Nel dibattito è emerso quali siano stati i protagonisti del recupero di questa memoria. Protagonisti collettivi come il movimento ultras e l’antagonismo sociale. Protagonisti individuali, come gli autori che negli ultimi venti anni hanno ripreso a scrivere su questo tema. Ampio spazio è stato dedicato a Repubblica Viareggina che ha ripreso il proprio nome proprio dai fatti del maggio 1920. L’iniziativa è stata promossa dal Cantiere Sociale Versiliese, dal Collettivo “Dada Boom” e da Repubblica Viareggina che sono sempre stati attenti al recupero della memoria.

Chi è interessato ad acquistare il libro può richiederelo presso la biblioteca Popolare Dada Media Book aperta mercoledì dalle 17 alle 19 o presso il negozio Tutto Coppe.

Dopo le presentazioni a Lucca e Viareggio sono in programma altre presentazioni in altre città toscane.

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“Giù le mani dalle case occupate!” Intanto rinviato di pochi giorni sfratto di madre con neonato ma la Brigata pronta allo scontro.

“l’ 11 maggio mattina abbiamo fatto un picchetto antisfratto per sostenere una donna che ha partorito lo scorso 4 maggio. Lo sfratto è stato rinviato al 20 maggio, nonostante avessimo chiesto un rinvio all’ 8 giugno per permettere alla donna che ha i punti a causa del taglio cesareo di riprendersi. Non abbiamo firmato il verbale e diamo appuntamento alla mobilitazione per il 20 maggio. Una donna in convalescenza con una bambina di cinque anni e un neonato non può eseguire un trasloco. Nel pomeriggio abbiamo fatto assembela presidio nella casa recuperata di Torre del Lago dove, recentemente, si sono presentati agenti della polizia municipale a identificare chi ci vive. “Le case occupate non si toccano” abbiamo scritto nello striscione che poi abbiamo appeso nella piazzetta della Pace a Torre del Lago. Pace che non esiste per i senza casa e senza residenza a causa della guerra dichiarata dal signor Giorgio Del Ghingaro.”

Brigata Mutuo Sociale per l’Abitare

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E’ partita, a Carrara, la campagna elettorale de “La Comune” che sostiene Vittorio Briganti candidato a sindaco.

Entra nel vivo la campagna elettorale a Carrara. La frammentazione delle liste e le tante candidature a sindaco, almeno sette, ci descrivono un quadro complesso e litigioso.

Quello che resta della sinistra radicale capitola al capezzale di un M5S moribondo, che viene da cinque anni di pessima amministrazione. Il M5S consapevole del fallimento locale, oltre di quello nazionale, non candida nessuno dell’uscente amministrazione e punta su Rigoletta Vincenti persona anche seria e pacifista ma con una coalizione piena di contraddizioni. PRC, Sinistra Italiana e Articolo 1 e transfughi di altre liste di sinistra convergono su quella candidatura a sindaco con una lista unica alleata che ricorda tanto la Sinistra Arcobaleno, richiamato anche nel simbolo. Serena Arrighi è invece la candidata di PD, Azione, repubblicani e altri con un programma ultrà moderato e restauratore per dare sicurezza a chi ha sempre comandato in città. Nonostante questo i renziani di Italia Viva e il PSI preferiscono presentare calandolo dall’alto e da fuori città quel Cosimo Ferri che sembra scappato dal museo delle cere. Il Centrodestra è diviso tra Andrea Vannucci sostenuto da Fratelli di Italia e Forza Italia e tra Simone Cafazz fortemente voluto dalla Lega e sostenuto da una serie di liste deliranti.

Il progetto politico più interessante, sicuramente da un punto di vista di classe ma anche ambientale è quello de “La Comune” che candida a sindaco l’avvocato Vittorio Briganti che conosce il territorio e che guida una lista antifascista, femminista ed ecosocialista. Mercoledì 11 maggio in una sala del comune di Carrara piena assieme al consigliere comunale Ciccio Auletta di Pisa nonché membro della rete delle cittò in comuna ha dato il via ufficiale alla sua campagna elettorale. Numerosi gli interventi che si sono susseguiti e che hanno alternato la necessità di una maggiore attenzione alle classi più deboli alla difesa del territorio a partire da quelle Alpi Apuane martoriate dalla prepotenza dei “padroni del marmo” che si sono appropriati delle montagne che, invece, dovrebbero essere un bene comune. Tra i candidati per il consiglio comunale, in questa lista, c’è anche Alessandro Ravenna ex presidente del Cantiere Sociale Versiliese.

Qui sotto è possibile seguire l’iniziativa andata in diretta su facebook

https://fb.watch/cYsTxlkFcO/

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Tante prese di posizione contro Giorgio Del Ghingaro per la rinuncia dell’amministrazione viareggina ad essere parte civile nel processo sulla strage.

Pubblichiamo qui sotto alcune prese di posizione contro l’amministrazione Del Ghingaro per avere rinunciato ad essere parte civile nel processo della strage ferroviaria. Decisione che ovviamente è solo da biasimare. Qui a seguire gli interventi del Cantiere Sociale Versiliese, Repubblica Viareggina, Fronte della Gioventù Comunista e Spazio Progressista.

“Più in basso di così c’e’solo da scavareApprendiamo con estremo sdegno la scelta della giunta Del Ghingaro di rinunciare a costituirsi parte civile nel nuovo processo per la strage di Viareggio del 29 giugno 2009. Ora comprendiamo finalmente la continua scelta della giunta di disertare sistematicamente gli appuntamenti processuali e le mobilitazioni di solidarietà dei famigliari delle vittime. Se in un primo momento poteva sembrare un atteggiamento di snobbismo politico già di per sé vergognoso ora invece si comprendono le ragioni reali. L’accettazione di un misero risarcimento di 200 Mila euro da parte del Comune e’ stato barattato con la vicinanza concreta che qualsiasi istituzione dovrebbe avere verso il dolore delle vittima e la dignità di tutta una cittadinanza ferita nel profondo da un fatto gravissimo. La misura e’ colma. Il sindaco e la giunta tutta di devono dimettere senza se’ e senza ma.Giustizia per ViareggioDel Ghingaro dimettiti!”

Cantiere sociale versiliese

“Nell’ultima udienza al Tribunale di Firenze, del processo di appello bis per la il disastro ferroviario del 29 giugno 2009, è stato reso noto che il comune di Viareggio ha ricevuto e accettato la somma di 200 mila euro da parte delle assicurazioni degli imputati, quale ultima tranche del risarcimento del danno subito dalla città, dimostrandosi così soddisfatti di quanto ricevuto. Ha così depositato atto di rinuncia alla costituzione di parte civile, uscendo di scena a qualsiasi processo futuro. I familiari delle vittime della strage, sono stati deliberatamente e vergognosamente tenuti all’oscuro della decisione dell’amministrazione di Viareggio ed hanno appreso la notizia una volta in aula. Anche noi di Repubblica Viareggina facciamo appello alle forze d’opposizione e a tutti i cittadini di Viareggio e non solo, a mostrare il proprio dissenso nei confronti della giunta e del Sindaco Giorgio del Ghingaro che con questo atto, ancora una volta, si sono dimostrati ostili al grande dolore dei familiari delle vittime. Non si può mercificare sulla vita di 32 vittime innocenti. Si può solo lottare fino alla condanna dei responsabili, affinché stragi come questa non avvengano mai più.”

Repubblica Viareggina

Dalla stampa apprendiamo che all’udienza del processo in appello bis, l’avvocato del Comune di Viareggio ha comunicato la rinuncia alla costituzione in parte civile nel processo bis relativo alla strage ferroviaria del 29 giugno, prendendo atto del versamento dei 200mila Euro al Comune da parte delle assicurazioni degli imputati. Riteniamo questa decisione l’ennesimo schiaffo alle vittime e condanniamo decisamente l’operato dell’amministrazione comunale. Un’amministrazione sorda nei confronti delle legittime richieste di giustizia dei familiari delle vittime e che di fatto non ha il coraggio di contrapporsi ai responsabili della strage che dopo anni di processi hanno subito condanne assolutamente inadeguate e insufficienti per le loro responsabilità. Rinnoviamo la nostra solidarietà ai familiari delle vittime e a tutte le associazioni che si sono impegnate nella difesa della giustizia. Arrivati a questo punto di non ritorno il sindaco di Viareggio non ha alcun altro atto da compiere se non quello di dimettersi dalla sua carica.

Fronte della Gioventù Comunista

“Su quello che è avvenuto la notte del 29 giugno del 2009 non c’è spazio per le divisioni: chiunque rappresenti la comunità viareggina ha la responsabilità anche di rappresentarne le istanze di verità, giustizia e sicurezza che da 13 anni accompagnano il cammino dei familiari delle 32 vittime. Torniamo a sostenere le richieste di Marco Piagentini e de ’Il mondo che vorrei’. Il sindaco, da statuto sarebbe presidente della commissione ’Il tavolo della memoria’, al sindaco chiediamo allora la convocazione della commissione e del tavolo, come già fatto dal consigliere Tiziano Nicoletti, presidente di Spazio Progressista, lo scorso 15 febbraio. Chiediamo di mettere a disposizione delle commissione e del Tavolo i soldi del risarcimento del danno morale, affinché, pur fuori dal processo, sia dia un futuro alle richieste di verità, giustizia e sicurezza”.

Spazio Progressista

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Addio a Bruno Ventura, rivoluzionario coerente e curioso di conoscenza.

La perdita di un compagno è sempre qualcosa di doloroso da un punto di vista umano ma la perdita di un compagno, che è stato un quadro politico, diviene anche un importante perdita politica per la collettività. La morte di Bruno Ventura è una perdita per tutti quelli che ambivano al cambiamento politico dell’esistente perché si tratta della perdita di un compagno rivoluzionario capace di analisi lucide e finissime. Bruno, attivissimo fin da giovanissimo negli anni ‘70, fu un militante di Lotta Continua e partecipò attivamente alla campagna promossa dall’organizzazione nell’aprile-maggio ’72, di contestazione dei comizi fascisti nelle elezioni politiche del 7 maggio 1972, giorno in cui Franco Serantini fu trovato morto nel carcere ‘Don Bosco’ di Pisa, dopo essere stato massacrato di botte sul Lungarno Gambacorti due giorni prima. Per uno strano scherzo del destino Bruno muore nel cinquantesimo anniversario della morte di Serantini. In mezzo secolo non ha mai dismesso l’impegno politico affrontando anche la repressione e pagando personalmnte la sua militanza politica. Negli anni ‘90 partecipò alla costruzione del Movimento Sociale Spazi Autogestiti. MoSSA che fu alla base dei primi tentativi di costruzuine di un centro sociale in Versilia. Riteneva centrale l’impegno politico inteso come impegno di autonomia fuori da ogni omologazione e ricatto istituzionale. Nel corso degli anni attraversò, portando sempre il suo prezioso contributo al dibattito e alla crescita, spazi come il Laboratorio Eskimo, il CSA Tempi Moderni di Montebello e lo Spazio Antagonista di Resistenza Sociale (SARS) di Viareggio. Fu attivo in vari comitati di lotta. Studioso e lettore instancabile cercava di comprendere la fase che viviamo e di tradurre i desideri di cambiamento in azione. Le sue principali attenzioni erano rivolte alla repressione, intesa non come semplice sfogo del potere su chi protesta ma come vera azione di controrivoluzione preventiva esercitata dalle classi dominanti per fermare la lotta di classe. Denunciava le spese militari e il riarmo e vedeva negli immigrati un elemento centrale per la ricomposizione di un nuovo proletariato internazionale. Purtroppo negli ultimi tempi le condizioni di salute erano peggiorate ma lui non aveva mai smesso di ricercare, spinto come era dalla grande curiosità che aveva per la conoscenza. La curiosità era sicuramente una delle sue qualità assieme alla coerenza e all’intuitività.

Nell’ultimo periodo assieme al Collettivo Cineasti Comunisti, di cui faceva parte, aveva realizzato alcuni lavori video importanti per la memoria storica.

Come Dada Viruz Project non possiamo dimenticare le sue tante battaglie e i suoi tanti cortei da quelli antifascisti a quelli per il lavoro, da quelli contro la repressione a quelli contro l’inceneritore. Al figlio Andrea le nostre più sentite condoglianze. Buona parte del percorso politico di Bruno Ventura rimarrà punto di riferimento per tanti compagni viareggini e non.

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Sala maestri d’ascia e calafati gremita per il 50° anniversario dall’omicidio di Franco Serantini.

La Sala maestri d’Ascia e Calafati di Viareggio, sabato 7 maggio alle ore 18 in occasione della presentazione del libro “Andai perché ci si crede” di Michele Batini era gremita, con gente addirittura in piedi sulle scale. Nonostante siano passati cinquanta anni dall’omicidio di Franco Serantini, il ricordo di quella tragedia non è caduto nell’oblio, come prova la riuscita dell’iniziativa promossa congiuntamente dal Circolo “Partigiani sempre” Tristano Zecanowski ‘Ciacco’, dal Cantiere sociale versiliese, dal Centro di Doc. ‘Gino Menconi’ – Massa e dall’Anpi provincia di Lucca e Sezione di Viareggio. Oltre all’autore del libro era presente l’Avvocato Ezio Menzione. L’iniziativa, che è stata coordinata da Riccardo Antonini, ha visto un dibattito vivace e la presenza in sala di compagni che furono testimoni di quei fatti e compgani più giovani. Presenti in sala alcuni familiari della strage di Viareggio e Cira Antignano, madre di Daniele Franceschi, ucciso nel carcere di Grasse nel 2010. L’Avvocato Aldo Lasagna è intervenuto per sottolineare le analogie tra queste due morti in carcere seppure avvenute a distanza di anni e in paesi diversi.

All’inizio del dibattito sono stati ricordati i compagni Vittorio Vedele e Bruno Ventura purtroppo scomparsi.

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Associazioni ambientaliste diffidano il sindaco di Viareggio dal taglio di nuovi alberi.

“Le Associazioni: Amici della Terra Versilia, il Comitato le Voci degli Alberi, il Comitato per la Salvezza della Pineta, Legambiente Versilia hanno presentato diffida a tagliare 4 piante (2 Platani e 2 pini) situate lungo il tracciato della nuova ciclabile in via Menini. L’abbattimento dei pini (per i platani pare per ora sospeso) avverrebbe non perché malati ma perché di ostacolo alla linearità della ciclabile e causa del sollevamento dell’asfalto ad opera delle radici. La diffida è per ricordare che il taglio degli alberi in questo periodo è vietato da norme, regionali nazionali ed europee, per la tutela dell’avifauna nel periodo di nidificazione evitando sia la distruzione del nido che la creazione di fonti di disturbo come il rumore. Cosa tanto più vincolante quando gli alberi si presentano in buona salute e si trovano in area limitrofa ad una Riserva Naturale come la Lecciona, parte della rete Natura 2000. Area di particolare pregio ambientale per la Biodiversità che ospita. Gli alberi che si vorrebbero tagliare favoriscono la tutela dell’avifauna presente nella Lecciona, forniscono preziosi servizi ecosistemici vitali per la nostra sopravvivenza come: la produzione di ossigeno, l’assorbimento di inquinanti presenti nell’Aria e di Co2, la presenza di ombra. Caratteristiche che dovrebbero fare agio sulla linearità del percorso tanto più che la pista ciclabile è una forma di “mobilità lenta”. Per quanto riguarda l’inconveniente di sollevamento dell’asfalto si fa presente che esistono tecniche che evitano il manifestarsi e l’aggravamento del fenomeno ormai di grande diffusione. Come al solito l’Amministrazione Comunale e tecnici, quando si tratta di piante, non hanno altra soluzione che tagliare senza esaminare le alternative esistenti. Ciò non accadrebbe se si avesse a cuore il patrimonio verde della città e la consapevolezza che per riformare alberi di 70 anni ed ottenere i benefici ricordati ci vogliono appunto 70 anni e questi non possono essere compensati dal piantare decine di alberelli la cui sopravvivenza non è assicurata nelle attuali condizioni climatiche a cui stanno resistendo egregiamente i pini che si vogliono tagliare. Sensibilità che altre Amministrazioni comunali invece dimostrano come Aulla dove il Sindaco ha fermato il taglio di un cedro di oltre 70 anni rivedendo il progetto dopo averne parlato con le associazioni ed i cittadini del luogo. Sensibilità che dovrebbe crescere dopo che l’11 febbraio di quest’anno, la tutela dell’Ambiente e della Fauna è stata riconosciuta come valore della Costituzione ciò per il ruolo che svolgono nel garantire la salute dei Cittadini. Una funzione inalienabile che intendiamo riaffermare con la presentazione della diffida procedendo anche per i tagli invasivi e distruttivi che si stanno operando su viale dei Tigli di cui si è chiesto accesso agli atti.”

Amici della Terra Versilia

Comitato le Voci degli Alberi

Comitato per la Salvezza della Pineta

Legambiente Versilia

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Le case occupate non si toccano e ora vogliamo le residenze in via dei Vageri.

“Riprende la guerra ai poveri dell’amministrazione di Giorgio Del Ghingaro. Una guerra vigliacca e gratuita. La polizia municipale è stata mandata nelle varie case recuperate e strappate al degrado a minacciare sgomberi e denunce. Noi non ci stiamo. Invece di risolvere l’annoso problema delle residenze, in alcuni casi i vigili avrebbrero avanzato addirittura l’ipotesi di togliere la via dei vageri a chi vive nelle case occuppate. La residenza è un diritto che non può essere negato. Chiediamo alla magistratura spesso solerte nel reprimere chi lotta per il diritto all’abitare di intervenire su chi impedisce un sacro santo diritto prevvisto dalla costituzione.

Chiediamo al sindaco Giorgio Del Ghingaro, di decidersi a concedere le residenze. A noi poco interessa se nelle abitazioni occupate o nella fittizia via dei vageri. A chi è senza medico della mutua o senza la possibilità di riscuotere una pensione va bene anche a Saltocchio nella sua dimora.

I vigili, in alcuni casi, si sono presentati, facendo finta di cadere dal pero, affermando di non sapere che nelle case vivono da anni persone e che si sono alternate attraverso ingressi e uscite gestiti, in autogestione, dal movimento di lotta per la casa. Quello che avrebbe dovuto fare un’amministrazione comunale è toccato farlo a strutture dal basso autorganizzate e ai sindacati che da anni denunciano le mancanze di questa amministrazione. Quindi non ci stiamo a prendere lezioni da chi ancora non è riuscito a risolver i problemi sociali di Viareggio. Le case occupate di Via Matteotti, della stazione, del gasometro e di viale Kennedy a Torre del Lago non si toccano. A tal proposito Mercoledì prossimo faremo un’assemblea presidio davanti alla casa di Torre del Lago.”

Brigata mutuo Sociale per l’Abitare

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La lotta contro la base di Coltano prosegue e le posizioni del governo iniziano a scricchiolare. E’ nato il Movimento No base che dice di no non solo a Coltano ma anche altrove.

Lo scorso 4 maggio a Firenze, alla caserma Baldissera sul Lungarno Guglielmo Pecori Giraldi, si sono incontrati per fare il punto rappresentanti del Governo, Arma dei Carabinieri, Regione Toscana e Comune di Pisa. L’incontro, invece, di essere avvenuto in regione, è avvenuto in un luogo militare ad ulteriore conferma della distanza tra chi decide e la popolazione. In contemporanea a questo vertice si è svolto, a partire dalle 9.30 di mattina, un presidio con oltre 200 manifestanti per dire no alla base militare, né a Coltano né altrove. Le varie mobilitazioni sono culminate in questo presidio e hanno iniziato a fare scricchiolare la sicurezza del governo. L’esecutivo potrebbe fare marcia indietro sulla scelta di Coltano e individuare un altro luogo dove collocare la base ma al neonato movimento No Base, giustamente, non va bene nessun luogo.

Ma andiamo per ordine per comprendere cosa sia il progetto della base di Coltano.

Il progetto di una nuova base a Coltano è un progetto scellerato, che si colloca a pieno dentro la perversa logica del riarmo che interessa tutti i paesi occidentali. Sperando di farla di nascosto, il Presidente del consiglio dei ministri, Mario Draghi, con un decreto del 14 gennaio 2022 ha individuato tra le opere destinate alla difesa nazionale un intervento infrastrutturale per realizzare una base che ospiti il primo reggimento carabinieri paracudisti “Tuscania” a Pisa nell’area denominata Coltano.

Tre sono gli elementi che, immediatamente, saltano agli occhi sull’idea di una nuova base a Coltano, che giudichiamo perversa. Il primo è quello del riarmo in un momento delicato in cui dovremmo aumentare gli sforzi per la pace, il dialogo e la cooperazione. Il secondo è quello di natura ambientale. Si tratta, infatti, di un vero e proprio ecomostro collocato nei pressi di un parco regionale. Infine terzo, ma non ultimo punto: i soldi destinati al progetto verrebbero presi dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR.) Al di là di tutta la retorica del periodo pandemico, soldi che avrebbero potuto andare in ricerca, istruzione e sanità finiranno in altre spese militari. Si tratta della cifra di 190 milioni euro, quindi tutt’altro che irrisoria. A prescindere che tale cifra arrivvi dal PNRR o tramite il Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021/2027, come sostenuto dal sottosegretario all’istruzione Rossano Sasso nella risposta all’interpellanza urgente della parlamentare Yana Ehm di Manifesta, si tratta di uno spreco di denaro pubblico.

L’operazione viene presentata come un ampliamento di un vecchio Centro Radar abbandonato. In realtà si tratta a tutti gli effetti di una nuova mega-opera che andrebbe a gravare su un’area già fortemente militarizzata dato che poco distante si trova la base USA di Cam Darby, il centro Interforze della Marina, la 46ma Brigata dell’Aereonautica Militare, la Brigata Paracadutisti Folgore, ecc.. Questa impresa si sarebbe realizzata all’insaputa dei cittadini, se il consigliere comunale della lista “Una città in comune” di Pisa, Francesco Aulettta, non avesse denunciato quanto stava accadendo. Attraverso, poi, un interrogazione e un’interpellanza parlamentare delle deputate del gruppo Manifesta il governo è stato costretto a mostrare le proprie carte.

I documenti ufficiali parlano di un interessamento di 729.340 metri quadrati (circa 73 ettari) pari a più di 100 campi da calcio. Caserme, poligoni di tiro, eliporto, deposito armi e munizioni, magazzini, parcheggi e molto altro sarebbero costruiti per un impatto senza precedenti per l’area. L’iter di approvazione dell’opera, ormai pienamente avviato, è stato apparentemente portato avanti senza informare né gli enti locali, né l’ente parco. L’intervento sarebbe situato all’interno del Parco Regionale di Migliarino Sanrossore Massaciuccoli, tra Pisa e la Versilia, una delle più belle aree protette della costa toscana, sottoposta a vincolo paesaggistico e già minacciata da una serie di altri progetti speculativi di natura civile portati avanti da amministrazioni comunali del tutto insensibili alla questione ambientale e alla difesa del parco naturale.

Al di là di qualche malumore inteno al PD pisano e toscano, la linea di quel partito non sembra lontana da quella del suo ministro della guerra, Lorenzo Guerrini. Difficilmente il partito di Enrico Letta, che ha indossato l’elmetto atlantista ed è uno dei maggiori fautori dell’invio di armi all’Ucraina, nonostante il parere contrario della maggioranza degli italiani, esprimerà un giudizio di contrarietà alla costruzione di una nuova base. Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, prima, ha fatto finta di cadere dal pero, nonostante, la regione già dall’aprile del 2021, fosse a conoscenza dell’opera e persino dei costi. Sempre, lo stesso Giani, successivamente, ha affermato che la base è un progetto strategico e che al massimo può essere trovato un altro sito sempre nella provincia di Pisa o altrove, sempre sul territorio regionale, come proposto, anche, dal deputato del PD, Luca Sani, nel corso di un’interrogazione parlamentare.

A tal proposito si vocifera di spostare la base bell’area CeMiVet di Grosseto perché non presenta alcun vincolo paesaggistico. Appare evidente che l’approccio al problema è quello di superare eventuali ostacoli o al massimo limitarsi ad un rispetto formale delle norme ambientali; non tenendo minimamente conto sia di cosa rappresenti simbolicamente, in tempi di guerra, un simile progetto, né del disagio che provocherebbe alla cittadinanza. Contraddittorie le posizioni della Lega, che attraverso una falsa dialettica tra esponenti locali ed esponenti nazionali cerca di tenere i piedi in due staffe. Inadeguate e insufficienti le spiegazioni della deputata leghista al parlamento Europeo, Susanna Ceccardi. La Ceccardi, nonostante, sia originaria della zona invece di difenderla sostiene il progetto speculativo, definendolo una grande occasione di riqualificazione del territorio. Siamo al ridicolo.

Le forze che sostengono l’attuale maggioranza del governo Draghi ubbidiscono, ciecamente, all’imperialismo USA e vedono la base come parte del raggiungimento di quel fatidico 2% del PIL in spese militari tanto richiesto, nell’ambito della Nato ai paesi europei, dal governo nordamericano.

Non possiamo che esprimere contrarietà a queste posizioni di subalternità e ad ogni progetto militarista che oltre a sottrarre risorse economiche ad attività prioritarie come sanità e istruzione, rischia di portarci ulteriormente dentro la spirale militarista e guerrafondaia. Occorre unire il No pragmatico al No ideologico. Ci sono su entrambi i fronti motivi, più che validi, per contrastare questo progetto. Il 19 Aprile a Pisa si è svolto un partecipato incontro promosso, dall’Assemblea contro la guerra di Pisa, che ha visto partecipare almeno trecento persone. Il 23 aprile a Viareggio si è svolto il “No War Happening” una passeggiata artistica per le vie della città contro la guerra e le spese militari. A tal proposito è sceso in piazza anche il movimento di lotta per la casa viareggino con uno spezzone dietro allo striscione: “I soldi destinati alle spese militari usiamoli per nuove case popolari.” Sempre il 23 aprile c’è stato un presidio a Camp Darby. Il 26 aprile in tante e tanti si sono ritrovati sotto il comune di Pisa, per chiedere al sindaco Conti di esprimersi con chiarezza sulla posizione. Il 29 aprile c’è stato un nuovo presidio a Coltano. in occasione della conferenza stampa di Yana Ehm e Simona Suriano deputate della componente Manifesta. Al presidio hanno aderito: Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista, Rete dei Comunisti, Una città in comune, USB, OSA e Cambiare Rotta.

Prossimo appuntamento importante sarà il 2 giugno a Pisa. In occasione della festa delle Repubblica, divenuta sempre più festa delle forze armate, e quest’anno probabilmente piena più del solito di retorica demagogica e militarista, si svolgerà una manifestazione nazionale contro la militarizzazione e la devastazione dei nostri territori.

E’ inaccettabile che dopo due anni di pandemia, si usino i soldi del PNRR che avrebbero dovuto vedere la sanità al primo posto del rilancio, per creare nuove basi militari. Così come inaccettabile è vedere l’abolizione dell’IVA sulle armi, la diminuzione di un punto del PIL sulla sanità e di 0,5 su istruzione. Dovere di tutte e tutti è costruire un ampio fronte di opposizione a chi sostiene questa follia militarista e guerrafondaia. La lotta contro la base militare è appena cominciata e sarà dura e lunga.

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Ciao, compagno Vittorio. Ti sia lieve la terra.

Dice il saggio che pur immergendosi nello stesso fiume non ci si bagna mai con la stessa acqua, perché tutto scorre. Si alle volte l’acqua è sporca e alle volte è pulita. Alle volte l’acqua è inquinata e alle volte è pura. Le persone che incontriamo nella nostra vita sono come l’acqua. Le loro vite sono diverse e conseguentemente le loro morti pesano diversamente. Alcune leggere come piume altre pesanti come macigni. Quella di Vittorio Vedele è pesante come una montagna. Vittorio non lascia libri, massime ma lascia una delle cose che vale di più in assoluto. Lascia il suo esempio. Compagno storico del PCI prima e di Rifondazione Comunista, dopo è stato presente nella vita di chiunque facesse militanza. Era impossibile non volergli bene perché lui era puro. Aveva un sorriso per tutti specie per i giovani e oggi a Viareggio lo piangono diverse generazioni che sono passate dai Giovani Comunisti ma a piangerlo è tutta quella parte di città che lo ha comosciuto.

La coerenza lo aveva portato anche a pagare dei prezzi nel corso della sua difficile vita ma lui non solo non si era mai arreso ma non aveva, nemmeno, mai perso il sorriso. Le sue idee non sono mai state in vendita. La sua coerenza di comunista però non aveva bisogno di urla o di gesti eclatanti per imporsi. Vittorio era quasi sempre pacato e disponibile. Se chiudiamo gli occhi possiamo immaginarlo con la sua camicia rossa, le sue bretelle, i suoi calzini rossi o con la sua bicicletta con tanto di trombetta, anche quella rossa, ma dietro questo simpatico personaggio che si era costruito c’era un uomo vero. Dice Bertodl Brecht che non potemmo essere gentili per colpa dei tempi. Nel caso di Vittorio si potrebbe, invece, dire che è riuscito ad essere anche gentile, nonostante, i tempi. L’impegno, la generosità, la mitezza, il senso di appartenenza, l’ironia, l’umiltà e la militanza hanno caratterizzato la vita di questo comunista viareggino. Chi lo ha conosciuto, difficilemte, potrà scordarlo. Vittorio ti sia lieve la terra!

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