Sabato 15 luglio è stata la volta di Unione Popolare a protestare sotto il Twiga. In una settimana ben tre manifestazione si sono svolte sotto questo discusso locale. Prima USB con i lavoratori stagionali, che hanno marciato dalla Versiliana al locale di Daniela Santanche’, poi i comitati per chiedere la spiaggia libera che sono passati dal locale per raggiungere la battigia e infine Unione Popolare, che comprende Potere al Popolo, Rifondazione Comunista e altri che hanno chiesto con forza le dimissioni della ministra del turismo. Per UP è stata anche l’occasione per rilanciare la campagna sulla proposta di legge per un salario minimo di 10 euro l’ora. In tanti i giovani che hanno urlato slogan davanti al locale di una persona che merita profondo disprezzo sia come imprenditrice, sia come politica.
“Il Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR), che segnerà il futuro della discarica di ex Cava Fornace, è stato avviato il 12/07/2023, così come abbiamo appreso visitando il sito della Regione, nel silenzio assoluto degli enti competenti territorialmente, il comune di Montignoso e quello di Pietrasanta.
Non possiamo non ringraziare la Regione Toscana per la tempistica di avvio del procedimento, che di norma prevede tempi veramente ristretti, proprio a ridosso delle ferie estive, nonostante che il gestore avesse, per una “svista” già inviato al comune di Montignoso la documentazione a gennaio 2023, per poi presentare l’istanza per il completamento oltre la quota +43 fino a quota +98 m s.l.m. in Regione il 26/04 (e in molti si chiedono cosa possa essere accaduto da gennaio a fine aprile?). Queste diluizioni dei tempi ci lasciano mal pensare, così come il silenzio dei due comuni interessati.
Se in campagna elettorale la chiusura di Cava Fornace era un mantra per i candidati, ora gli eletti preferiscono tacere. La politica nel 2007 fece un errore colossale nell’autorizzare una discarica di rifiuti speciali tra cui l’amianto, in un luogo che dal Ministero dell’Ambiente all’Università di Pisa hanno definito inidoneo ad essere una discarica. Programma Ambiente Apuane spa è controllata da Alia spa, la prima multiulity toscana, che come leggiamo nel sito vuole garantire benefici crescenti ai suoi azionisti, ovvero i comuni delle province di Firenze, Prato e Pistoia (non vorremmo pensare a discapito di altri territori). E i sindaci dei comuni di Montignoso e Pietrasanta che vogliono fare per tutelare i propri territori e cittadini? Giovannetti chiese all’assessora regionale all’ambiente Monni in un incontro di qualche mese fa di concedere l’inchiesta pubblica, auspichiamo quindi che il comune di Pietrasanta si sia già attivato per la richiesta in Regione di questa procedura di consultazione, anche se al momento nulla è trapelato in merito. Così come ci aspettiamo che in conferenza dei servizi il parere sul progetto presentato da PAA sia negativo.
E Montignoso che intenzione ha? Non vorrà mica piegarsi al volere di altri comuni e territori? Lorenzetti che per farsi rieleggere promise la chiusura della discarica, ora parla in modo improprio di Cava Fornace solo per l’emergenza marmettola e tace incomprensibilmente sull’inchiesta pubblica e su quanto dichiarerà in conferenza dei servizi. Il futuro di Montignoso pare legato a politici che hanno memoria corta e idee confuse. Di pochi giorni fa è la notizia dell’avvio a Montignoso del piano degli alberghi, e il sindaco e la consigliera Petracci auspicano nuove idee di ricezione nel comune. Forse stanno pensando a strutture ricettive con vista discarica?
L’inchiesta pubblica è una fase democratica fondamentale in cui i cittadini, le associazioni, gli operatori potranno intervenire nel processo decisionale, facendo emergere le criticità che rendono quel sito non adatto a discarica: dalla conformità geofisica del sottosuolo (struttura carsica soggetta a fratture, ricca di inghiottitoi e doline), ricadente in zona sismica rischio 4, alla presenza di falde acquifere e sorgenti che alimentano acquedotti pubblici, dalla prossimità del Lago di Porta zona protetta Natura 2000 alla vicinanza ai centri abitati di Renella (comune di Montignoso) e Strettoia (comune di Pietrasanta).
Chi ha paura dell’inchiesta pubblica? Chi ha paura della partecipazione? Chi non vuole interfacciarsi con i cittadini (se non per il voto)? Ora è il momento di scegliere da che parte stare. Noi vogliamo che la Regione conceda l’inchiesta pubblica e per questo abbiamo già inoltrato la richiesta assieme ad altre associazioni ambientaliste e comitati.
Noi vogliamo la chiusura delle discarica ora e per sempre. Ci Aspettiamo che la politica faccia per una volta la cosa giusta.”
Venerdì 14 luglio, nei pressi di Pietrasanta, in un giardino messo gentilmente a disposizione da un’amica di Cuba, si è svolta una iniziativa di approfondimento sulla ricerca relativa all’impiego di piante officinali per la prevenzione e la cura di disturbi e malattie organizzata dal Circolo dell’ANAIC di Pietrasanta .
Il Relatore, dottor Rodolfo Arencibia (Presidente del Gruppo Tecnico della piante medicinali dell’ACTAF e direttore del Progetto di Sviluppo Locale “Flora, la Botica de la Abuela”) ha illustrato i vari aspetti connessi a questi promettenti studi e il loro legame con il patrimonio di conoscenze tradizionali da una parte e con una rigorosa ricerca scientifica dall’altra e le numerose collaborazioni esistenti con centri di ricerca come ABOCA e diverse Università italiane, tra cui quelle di Pisa e di Salerno.
A seguire si è svolto un interessante e partecipato dibattito, a cui hanno preso parte circa 30 persone, scaturito da domande su molteplici temi che, a partire dalle piante, hanno coinvolto diversi aspetti della realtà cubana e delle relazioni internazionali del paese caraibico, spesso inevitabilmente legate alle problematiche esistenti nel paese dovute al criminale blocco economico-commerciale e finanziario imposto dagli USA
A seguire si è svolto un apericena il cui ricavato (350 €), sarà accantonato per il futuro acquisto di un nuovo estrattore di principi attivi dalle piante medicinali, strumento fondamentale sia per l’attività di ricerca sia per la produzione, da affiancare agli altri 4 già donati dall’associazione nazionale negli anni scorsi.
Alla fine, il presidente del senato, Ignazio Benito La Russa, non è andato all’incontro al Principe di Piemonte e di questo si rallegrano in molti a Viareggio. Dalla Casa delle Donne, a Viareggio Meticcia, a Repubblica Viareggina, sono state molte le prese di posizioni per la possibile presenza del presidente del Senato.
La Casa delle Donne aveva diramato un comunicato che pubblichiamo integralmente:
“Dopo aver appreso dai social circa la presenza del Presidente del Senato Ignazio La Russa prevista per venerdì 14 luglio al Grand Hotel Principe di Piemonte come ospite per una rassegna di incontri , la Casa delle Donne di Viareggio ritiene doverosa la propria presa di posizione riguardo alle ultime gravissime dichiarazioni del suddetto.
Ignazio La Russa non è il primo ,ma vorremmo tanto fosse l’ultimo uomo figlio del patriarcato a accanirsi contro una donna che ha subito violenza maschile . La seconda carica dello Stato ,che in precedenza aveva dichiarato che avrebbe provato dispiacere se avesse avuto un figlio omosessuale, oggi si ritrova ad avere un figlio indagato per stupro ai danni di una ragazza di 22 anni. !
In questa terribile vicenda ,il Presidente del Senato non ha rispettato il proprio ruolo istituzionale ma ha espresso valutazioni personali sulla vicenda in cui è coinvolto il figlio, sfruttando la sua visibilità mediatica e la sua carica orientando l’opinione pubblica .
Con le sue dichiarazioni ha sminuito quanto denunciato dalla giovane donna minandone la credibilità con riferimenti inopportuni circa un’eventuale assunzione di alcol o droghe della stessa e con insinuazioni sul tempo trascorso fra il fatto e la denuncia .È la solita vecchia nauseante mentalità dell’ “essersela andata a cercare” , della non attendibilità della donna che denuncia , del criticare i tempi necessari alla donna per sporgere denuncia.
A questo si unisce una lavata di mani in stile Pilato della Ministra delle Pari Opportunità Eugenia Roccella che confonde le reazioni (inopportune e sbagliate) di un padre con le affermazioni della seconda carica dello Stato . Il ruolo che le è stato affidato dovrebbe essere quello di protezione e sostegno delle donne che subiscono violenza non lasciare che subiscano anche una vittimizzazione secondaria.
Segue poi il silenzio imbarazzante e ipocrita della Presidente Meloni che in precedenza aveva criticato Beppe Grillo quando quest’ultimo aveva attaccato e giudicato la ragazza che aveva denunciato per stupro suo figlio Ciro ed i suoi amici . Adesso che a commettere la stessa azione è La Russa, Meloni tace.
Non è questo il mondo che vogliamo , non è da queste persone che possiamo essere rappresentate . Il tetto di cristallo che Meloni si vanta di aver rotto , lo ha invece ben cementato e sigillato se non si erge a sostegno delle donne che subiscono violenza e se non le riesce a tutelarle persino dagli uomini di cui lei si circonda e a cui affida ruoli e cariche tanto importanti”
Viareggio Meticcia non aveva gradito che La Russa avesse deciso di usare la propria posizione per farsi portavoce del sistema patriarcale che da anni riproduce una narrazione tossica in merito alle violenze subite dalle donne e aveva annunciato la sua presenza davanti al Principe di piemonte. Anche Repubblica Viareggina aveva invitato alla mobilitazione e in una nota scrive: “Dal cartellone del programma degli incontri del Principe di Piemonte è scomparso all’improvviso il presidente del semato, Ignazio Benito La Russa. Ci rallegriamo della cosa. Non sappiamo quali impegni tengano l’ex missino lontano da Viaereggio. Forse teme una contestazione, visto che in tanti l’avevano annunciata sui social, o semplicemnte è troppo impegnato in questioni di famiglia. Del resto, l’educazione dei figli richiede tempo come e più che fare il presidente di un ramo del parlamento.”
“Più spiagge libere, meno concessioni.” Questo lo striscione esposto da diverse decine di manifestanti davanti al Twiga, il noto locale di lusso d cui è proprietaria anche Daniela Santanché, ministro del turismo, al centro di numerosi scandali.
Il diritto di tutti ad avere un ombrellone anche a chi non ha soldi, il diritto di tutti ad accedere alla spiaggia che non può essere gestita in modo privatisticoe erano al centro dell’iniziativa ribattezzata “La presa della Battigia” in memoria della presa della Bastiglia nel 234° anniversario della rivoluzione francese.
Nonostante il tentativo goffo e provocatorio dei vari buttafuori di impedire l’accesso alla riva, i manifestanti hanno raggiunto la battima passando da dentro il Twiga.
“Il fatto che sia la seconda carica dello stato, non attenua e tanto meno cancella le sue responsabilità politiche. Nostalgico del ventennio, con un passato da squadrista, negli anni ’70, nel Fronte della Gioventù, Ignazio Benito La Russa è persona a noi non gradita.
Non dimentichiamo che il 12 aptile 1973 guidò una manifestazione non autorizzata, nella quale morì il poliziotto, Antonio Marino ucciso da una bomba militare da esercitazione. Il modo spudorato con cui, oggi, difende il figlio accusato di violenza sessuale e le continue esternazioni sessiste ci confermano le qualità del personaggio. Ci dispiace ma non ci sorprende, vista la faziosità di chi organizza i dibatti al Principe di Piemonte, la sua presenza il prossimo 14 luglio in quel luogo.”
“Abbiamo partecipato al Toscana Pride, a Firenze, lo scorso 8 luglio e lo abbiamo fatto con convinzione ed entusiasmo, per questo ci dispiace aver assistito a dei comportamenti antidemocratici da parte degli organizzatori.
Vergognoso è il fatto che si impedisca di parlare ad un gruppo di antagost* e ancor più grave che vengano poi caricati dalla polizia al guinzaglio di Arci Gay. Qualcuno, con arroganza, pretende di essere la sola voce, naturalmente prezzolata dal PD. Non è la prima volta che accadono cose spiacevoli. Al pride nazionale di Bologna, nel 2008, fu aggredita una compagnia per il solo fatto di essere salita sul palco per sventolare una bandiera, aggredita violentemente dalle forze dell’ordine. L’atteggiamento di connivenza tra le forze di polizia e il pride rovina lo spirito originale del pride e lo rilega ad una politica borghese di comodo e non più di lotta conflittuale come era e come dovrebbe essere. Prendiamo le sistanze da questo modo di organizzare il pride ed esprimiamo piena solidarietà a tutt* le compagne e i compagni aggrediti.”
La discussa e indagata ministra del turismo, Daniela Santanché, era ospite del caffé “La Versiliana” a Marina di Pietrasanta e come era prevedibile è scattata la protesta dei lavoratori stagionali.
La mobilitazione, promossa da USB, ha visto in piazza anche compagni di Potere al Popolo, del Partito Comunista, dei CARC, del PCL e di Rifondazione Comunista. In tutto un centoventi persone che si sono presentate davanti ai cancelli. Invano hanno chiesto che una delegazione sindacale potesse partecipare a quell’incontro. La polizia con scudi e manganelli ha impedito un banalissimo diritto. Dentro ad ascoltare la ministra pochissima gente e qualche fischio isolato. Visto che la delegazione USB non è stata ricevuta i manifestanti si sono spostati in corteo fino al Twiga il locale di proprietà della ministra imprenditrice. Anche qui era presente il solito schieramento di forze di polizia. Se non altro i giornali sono stati costretti a parlare dell’importante giornata di lotta. L’anno scorso nonostante un corteo sul lavoro stagionale con oltre 500 persone l’evento scomparve dai media locali.
Intanto il 19 agosto l’arrogante ministra sarà a Viareggio al Principe di Piemonte.
Pubblichiamo qui sotto integralmente la nota di USB
“Decine e decine di lavoratori e lavoratrici del settore hanno manifestato di fronte alla Versiliana per denunciare le condizioni di sfruttamento che vivono migliaia di lavoratori del settore e per chiedere le dimissioni della ministra Santanchè.
Nonostante la ministra sia scappata dalla kermesse in mezz’ora, hanno invece aperto le orecchie alle nostre rivendicazioni tante e tanti lavoratrici e lavoratori della costa.
Come sindacato abbiamo richiesto di poter intervenire con una delegazione al dibattito all’interno, la risposta è stata polizia in assetto antisommossa, manganelli e il rifiuto più totale di permetterci di parlare.
Evidentemente nel nostro paese fare sindacato, lottare per migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori fa paura, fa paura ai ministri dalla coscienza sporca e a chi decide di alzare scudi e manganelli contro chi chiede pane, diritti e salario.
Eravamo qui vicino a Forte dei Marmi un anno fa, in centinaia in corteo per rivendicare aumenti salariali e più diritti nel turismo e nella ristorazione.
A un anno di distanza non è cambiato nulla, gli stipendi sono sempre miseri, il lavoro è ancora schiavitù.
Il governo ha perfino abolito il Reddito di Cittadinanza, strumento che permetteva di rifiutare le offerte di lavoro più indecenti, sotto la soglia di povertà, che sono la norma in questo settore.
Torneremo in corteo, torneremo a manifestare con i lavoratori e le lavoratrici a gridare Mai più sfruttamento stagionale , a gridare salario, diritti e dignità!
Pretendiamo in oltre risposte da chi di competenza per l’atteggiamento antisindacale riscontrato oggi.”
Il tentativo di rovinare la festa non è riuscito. Con fare arrogante, minacciando di chiamare l’esercito per sgomberare (testuali parole) alcuni benpensanti, aizzati dal clima di intolleranza che si respira nel paese, si sono presentati fuori dall’ex SARS ad inveire contro dei giovani colpevoli solo di fare musica e aggregazione. Alla fine non si sono presentati né esercito, né squadracce con strani pruriti. Solo un paio di pattuglie della polizia che si sono limitate ad identificare alcune persone nel piazzale e poi constato che non c’era niente di rilevante se ne sono andate via. La festa promossa da Smash Repression, sabato 8 luglio, ha potuto, quindi, svolgersi con tranquillità. Vi hanno partecipato almeno 300 giovani, ballando fino al mattino. E’ stata l’ennesima iniziativa importante contro la criminalizzazione e la repressione della gioventù e per la liberazione degli spazi sociali. Nell’EX SARS, ribattezzato Spazio Socio Abitativo Leo Ciuti, hanno trovato anche recentemente alloggio alcuni lavoratori stagionali iscritti ad AS.I.A. USB.
Mercoledì 5 luglio c’è stata una Azione di AS.I.A.USB Viareggio alle case popolari al Varignano. Un mese e mezzo fa due donne occuparono e furono subito sgomberate. La casa dicevano era stata assegnata ad altro proprietario. Ad un mese e mezzo la casa è sempre disabitata e tante sono le case disabitate in citta.