La Brigata Mutuo Sociale per l’Abitare aderisce e invita a partecipare alla mobilitazione del 26 marzo.

“Giù le mani dalle case recuperate dall’abbandono e dagli spazi sociali. Diciamo no ad una nuova stagione di sfratti e sgomberi, difendiamo ciò che è stato conquistato con la lotta, la solidarietà e l’autorganizzazione. Battiamoci perché diritti come la residenza e il reddito di cittadinanza non siano negati. Battiamoci contro repressione, criminalizzazione e rigurgiti neofascisti. A Viareggio rischiano di essere sgomberati diversi edifici e numerose famiglie con minori e persone anziane e malate rischiano di finire in mezzo alla strada. Il Matteotti Occupato, le case della Ferrovie, lo Spazio Socio Abitativo “Giovanni Menichini” a Torre del Lago, Lo Spazio Socio Abitativo “Leo Ciuti” in Darsena più noto come ex SARS sono tutti sotto minaccia sgombero e meritano il nostro sostegno per questo e per molto altro aderiamo alla mobilitazione che si terrà domenica 26 marzo alle ore 15 in Piazza Dante a Viareggio davanti alla stazione ferroviaria.”

Brigata Mutuo Sociale per l’Abitare

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Il PCI invita a firmare contro l’autonomia differenziata.

La federazione della Versilia e di Lucca del Partito Comunista Italiano ha scritto una lettera ai partiti e ai movimenti politici della sinistra per informare che ha aderito al Coordinamento per la Democrazia Costituzionale e che ha depositato, presso i vari uffici comunali competenti, i moduli per raccogliere le firme a sostegno della legge di iniziativa popolare che si oppone allo sciagurato DDL Calderoli sull’autonomia differenziata. Tramite il DDL Calderoli ben 23 materie tra cui sanità e scuola diverrebbero di esclusivo intervento regionale. Si rischierebbe quindi un paese a due velocità con le zone povere più penalizzate. Per questo il Partito Comunista Italiano invita a firmare nei vari comuni.

Si può firmare anche online attraverso questo sito https://raccoltafirme.cloud/app/user.html?codice=CDC

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Presidio di Porti Aperti a Viareggio per ricordare i morti della strage di Cutro.

Stamane, sabato 11 marzo, si è svolto promosso da Porti Aperti un presidio in Piazza Mazzini a Viareggio per ricordare le vittime della strage di Cutro. Diverse decine di persona in silenzio, con striscioni e cartelli ma anche giochi e pupazzi per bambini, hanno voluto esprimere dissenso per l’operato del governo. La strage di Cutro doveva e poteva essere evitata. Si tratta solo dell’ennesimo episodio figlio dell’intolleranza e dell’odio su cui le destre hanno soffiato per anni con una propaganda demagogica. “Viareggio accoglie” con questa frase scritta su di uno striscione si dimostra la civiltà e la solidarietà di un popolo.

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ANPI e Cantiere Sociale Versiliese hanno discusso di revisionismo e fascismo oggi.

Venerdì 10 marzo alle 21 l’ANPI sezione Viareggio e il Cantiere Sociale Versiliese hanno organizzato un interessante e partecipato dibattito per discutere delle realtà neofascisti ancora attive oggi in Italia, della necessità di tenere vivi i valori dell’antifascismo e della Resistenza. Sono intervenuti Giovanni Baldini redattore di Patria Indipendente e l’Avvocato Romano Zipolini Vicepresidente Provinciale ANPI.

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La Biblioteca Popolare Quartiere S.Concordio solidarizza con i lavoratori dello stabilimento Korber.

“La Biblioteca Popolare Quartiere S.Concordio esprime la propria solidarietà ai lavoratori in lotta dello
stabilimento Korber di Mugnano – Lucca (Ex Perini).
La proprietà ha annunciato circa 90 esuberi . Noi rispondiamo nessun licenziamento.
Stiamo assistendo all’ennesima ristrutturazione capitalistica, che nella logica unica del maggior profitto
possibile, coglie la palla al balzo del primo bilancio negativo di un’azienda all’avanguardia e leader mondiale
del settore per tagliare posti di lavoro. Tagli che la multinazionale tedesca Korber ha già fatto nell’indotto
legato proprio allo stabilimento di Mugnano, specialmente nella zona di Bologna. Situazione di crisi alla
ex-Perini aggravata dall’ esosa richiesta d’affitto dell’ex-proprietario, rimasto padrone degli immobili.
Si tratta della stessa logica che stiamo vedendo in azione alla GKN: la logica della speculazione finanziaria,
che è totalmente indifferente al territorio e al valore intrinseco del lavoro altamente specializzato prodotto
da centinaia di lavoratori. Aziende modello si chiudono o si depotenziano decretandone di fatto la prossima
fine in base a logiche di spostamento di capitali tra fondi di investimento o di minimizzazione delle spese
per massimizzare i profitti.”
SOLIDARIETA’ E APPOGGIO ALLE LOTTE DEI LAVORATORI
NESSUN LICENZIAMENTO
BASTA DEPREDARE IL NOSTRO TERRITORIO

Biblioteca Popolare Quartiere S.Concordio

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In mille al corteo a Pisa. Presidi e iniziative a Viareggio per l’8 marzo.

Nella giornata internazionale della donna in tutto il mondo ci sono state manifestazioni e iniziative per ricordare quante discriminazioni ancora esistono in molti paesi. A Viareggio, nei giorni precedenti Non una di Meno Viareggio ha appeso numerosi striscioni tra cui uno alla Lecciona che recitava: “Scioperiamo contro lo stupro dei corpi e dei territori.” Lo striscione è stato prontamente rimosso. L’8 marzo ci sono stati due appuntamenti quello di Non una di Meno che alle ore 14 si è data appuntamento, in piazza Ragghianti, alla zona fucsia per ricordare le nuove vittime di femminicidio come fa l’ otto di ogni mese. Le compagne si sono poi recate a Pisa dove c’è stato un corteo con oltre un migliaio di persone. La Casa delle Donne di Viareggio, invece, ha dato appuntamento per un presidio alle 17 in piazza Mazzini “Presidio per le nostre sorelle che lottano e resistono nel mondo.” Qui in cerchio hanno fatto numerosi interventi per ricordare le donne afghane, iraniane, curde e tutte quelle che lottano contro fondamentalismi, integralismi e patriarcato.

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Chi ha titolo a rivendicare un’eredità culturale?

Chi ha titolo a rivendicare un’eredità culturale?

Sicuramente chi si riconosce nei valori, credenze, conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione. Non certo chi prende il ricordo del testamentario e lo bonifica da quello che non piace e lo riadatta ai suoi tornaconto.

Capita sepsso che quando una persona si appropria di qualcosa che non le appartiene, una volta smaschearata, usi ogni mezzo per non perdere ciò che ha ottenuto impropriamente. Capita spesso che da un errore si passi ad un altro, danto vita ad una vasta catena di errori.

Ancora più triste e meschino è quando qualcuno utilizza legami o ex legami familiari per far credere di essere l’erede culturale e morale di un pensiero che nella pratica e nella teoria è lontanissimo dal suo modo di essere.

Sta scritto nel vangelo di Matteo «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre». E’ evidente che i legami familiari non sono in alcun caso conferma di condivisione di ideee, pensieri o azioni.

Capita spesso che un pensisero rivoluzionario venga addomesticato, cloroformizzato, castrato e travisato, in barba a chi lo ha pensato.

Capita spesso che sedicenti eredi si appropriano per i propri interessi, che non sono nobili, di un qualcosa che non solo non hanno condiviso ma non hanno mai nemmeno compreso.

Come si fa ad avere la presunzione di “liberare l’arte dagli artisti” se non la si libera nemmeno dalle istituzioni? Se la si fa imprigionare da convenzioni, vecchie abitudini, pensieri bigotti e soprattutto da tornaconti personali.

Non interveniamo qui sui fatti conseguenti alla rimozione dell’opera “Omaggio Ogiugno” al CAMeC di La Spezia sia perché su quello è già stato detto tanto e soprattutto perché da quella censura è nata l’importante assemblea “Demilitarizzare La Spezia.” Interveniamo, invece, perché ravvisiamo negli indegni comportamenti postumi di qualcuno il tentativo di travisare completamente l’artivismo di cui Giacomo Verde è stato uno dei principali protagonisti.

La presunzione di chi oggi si autoprocalama critica solo perché ha una cattedra all’università, e passa a fare polemiche infantili sui social network ci fa sorridere. Certe cattedre possono imporsi con l’autoritarismo ma non saranno mai autorevoli.

Abbiamo conosciuto Giacomo Verde, che militava negli ultimi suoi anni di vita nei collettivi “Dada Boom” e “SuperAzione” e, che per sua piena scelta aveva rotto con tutto il baronato e le conventincole che oggi provano a riappropriarsi strumentalmente dell’artivimo del Verde. Siamo preoccupati, perché chi pensa che sia legittimo che la repressione attraverso l’azione di un magistato possa mettere bocca sulle espressioni artistiche e chi è pronto a sostenre la censura rischia di mortificare un pensiero rivoluzionario come era quello di Giacomo Verde. Chi si comporta in questo modo è contro il pensiero del Verde che vive nel reo-dadaismo. Giacomo è stato fino all’ultimo con i suoi amici e compagni che ha nominato pure nel testamento. Nel manifesto R3O – DADAISTA è tracciata l’eredità culturale di Giacomo Verde, figlia di una naturale evoluzione che ha visto l’artivista giungervi dopo delusioi, amarezze e sofferenze provenienti da quel mondo accademico che avrebbe dovuto star lui vicino. Quel mondo che mentre lo celebreva da morto, ancora, lo censurava decidendo di non esporre alcune sue opere al CAMeC.

Il reo -dadaismo è dissacrazione è non senso ma è anche critica spietata all’esistente. Soprattutto è azione. Azione erotica e politica, psicanalitica ed onirica. Il reo – daismo è includente e può prevedere infinite “e”. Chi ha gestito la mostra al CAMeC ha rifiutato la “e” e ha imposto una “o” escludente. Evidentemente c’è chi preferisce stare con i militari piuttosto che con gli artivisti. Come si può libeare l’arte dagli artisti se non si è in grado di liberarla dai militari?

Come Dada Viruz Project, abbiamo seguito le vicende e seguiremo il processo che il compagno Alessandro Giannetti ha preteso. Forte delle sue ragioni, forte della solidarietà che è arrivata e sta arrivando da molti artisti e da quasi tutte le realtà politiche della sinistra di classe. Forte del suo legame con Giacomo Verde, Bene ha fatto a ricorrere contro il ridicolo decreto penale di condanna per avere scritto, con il proprio dangue, “demilitarizzare il mondo.”

L’eredità politica e culturale di Giacomo Verde appartiene a chi fino all’ultimo ci ha spezzato il pane assieme, a chi ci ha militato quotidianamente e ne ha condiviso l’indomito spirito critico.

Verde era un intero universo non solo un piccolo monte.”

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Firenze in una bellissima giornata di sole e antifascismo.

Firenze ha vissuto, sabato 4 marzo, una bellissima giornata di sole e di antifascismo. La manifestazione promossa dai sindacati confederali è stata un successo. Si parla di almeno 50.000 persone ma qualcuno parla addirittura di 60.000. Al di là di 10.000 in meno o in più, è apparso in modo palese la voglia di partecipazione e il voler ribadire con fermezza il no alla violenza fascista. Gli episodi avvenuti davanti al liceo Michelangelo hanno lasciato un segno profondo. La chiamata dei sindacati arriva dopo due settimane di altre significative mobilitazioni. Il corteo che ha riempito Piazza Santa Croce oltre a CGIL UIL e persino CISL, seppure in numero minore, ha visto la partecipazione di tutte le forze politiche del centrosinistra e della sinistra. Presente Elly Schlein segreteria del PD, partito che cerca di intestarsi la manifestazione per rifarsi una verginità antifascista. Presente anche Conte e i cinque stelle che sentono il fiato sul collo di un PD riposizionato. Ma il grosso del corteo era rappresentato dalle molte sigle della cosiddetta sinistra radicale, da studenti, centri sociali, lavoratori GKN, ecc. Diversi gli slogan contro la guerra in corteo, non un solo accenno dagli interventi sul palco a mostrare una forte ambiguità di PD, CGIL e soci si questo tema.

La lotta al fascismo non può essere scissa dalla lotta alla guerra e dalla più ampia lotta al capitalismo che genera entrambi. Le compagne e i compagni anticapitalisti hanno fatto bene ad immergersi in questa piazza nonostante alcuni limiti oggettivi così come fanno bene a tenere canali aperti con la piazza di Torino che ha visto ancora una volta gli anarchici protagonisti della lotta contro l’odioso 41 bis, al fianco di Alfredo Cospito. Alcuni compagni con la puzza sotto il naso liquidano le due piazze una come riformista, istituzionale e funzionale l’altra come massimalista, infantile e velleitaria. In attesa che i comunisti siano in grado di costruire anche loro la propria piazza egemone, crediamo che facciano bene a sostene entrambe le piazze. Rimanere a casa non serve. Contro il fascismo, la guerra, la repressione e il capitalismo bisogna sviluppare il massimo della mobilitazione.

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Aumentano in tutto il paese le mobilitazioni contro la guerra ma i giornali non ne parlano.

In tutto il mondo crescono le mobilitazioni contro la guerra. In Germania migliaia e migliaia di giovani e meno giovani sono scesi in piazza ma, purtroppo, sui giornali ne troviamo solo poche righe. I media dei paesi occidentali non vogliono dare il rgiusto risalto al movimento pacifista e cercano con ogni mezzo di nascondere tali notizie. Presidi, manifestazioni e iniziative contro la guerra vengono regolarmente censurati dalla stampa italiana che da tempo si è messa l’elmetto e si è arruolata con lo Zio Sam e con tutti i governi occidentali, che soffiano sul fuoco costruendo, di fatto, i presupposti per un escalation. Appare sempre più evidente che siamo di fronte ad una guerra tra la NATO da una parte e la Federazione Russa e i suoi alleati dall’altra.

Presidi e manifestazioni ci sono stati a Firenze, Viareggio, Bari, Pisa, Milano, Genova e in molte altre città italiane. A Viareggio dopo la banda della pace, con 300 persone scese in piazza il 19 per protestare contro la banda della NATO invitata al carnevale, c’è stato un altro presidio, lo scorso 25 febbraio in occasione dell’ultimo corso di carnevale, promosso da Porti Aperti assieme Europe for peace rete italiana pace e disarmo. Il 25 febbraio c’è stata, inoltre, una manifestazione promossa dai portuali di Genova dietro le parole d’ordine “Giù le armi su i salari.” Almeno diecimila persone hanno sfilato per le vie dal capoluogo ligure ma anche di questa bella mobilitazione Televisioni e giornali non hanno dato il giusto risalto.

Occorre intensinficare la protesta contro il governo della guerra e della repressione. Occorre non perdersi d’animo e proseguire la lotta in modo unitario.

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Presidio sotto le case della stazione di Viareggio. Si annuncia una lunga lotta contro lo sgombero.

“Stamani, giovedì 23 febbraio, come AS.I.A. USB e Brigata Mutuo Sociale per l’Abitare abbiamo promosso un presidio davanti alle case della stazione di Viareggio, prossime allo sgombero. Diverse famiglie, con minori, e una persona invalida e malata oncologica rischiano di finire in mezzo ad una strada. Stamane l’ufficiale giudiziario si è presentato a notificare un foglio che intima entro 10 giorni di lasciare l’immobile occupato. Naturalmente nessuno lascerà lo stabile fino a che non sarà identificata una altra dimora. La lotta è appena agli inizi. La settimana scorsa siamo saliti sul tetto e non escludiamo altre forme di protesta molto forti. Per Mercoledì 1 marzo alle ore 18 nuova assemblea presidio sotto le case della stazione a cui invitiamo tutte e tutti a partecipare.”

AS.I.A. USB Viareggio

Brigata Mutuo Sociale per l’Abitare

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